DIARIO DI UN TERREMOTO Diario per certi versi poesia e per certi versi prosa 28 -30 Luglio 2009
L’Aquila 28 Luglio 2009
Ballata dell’apprendista
i nomi
di quelli che in tivvù ci fanno credere
una cosa per un’altra
per imparare ad accendere la lavatrice
che poi quanto centrifuga
fa sempre un terremoto si sposta nella stanza
ed è capace che ti finisce sui piedi se passi
di là
tutti apprendisti per avere la sfortuna
dalla nostra
come quest’anno mai come questo cazzo
di duemilanove
è cominciato riempiendo moduli per la
cassa integrazione
ed è continuato con le bollette aumentate
del tanto per cento
che ogni comunicato stampa aumenta
di un punto che non ci capisco niente e
non riesco a farmi i conti
fino a quando non ha fatto pure il terremoto
e che altro vuoi ancora dal duemilanove.
Ora non si può più lavorare a tempo pieno
che devi venire a L’Aquila dalla costa
a duecento chilometri di distanza
tutti apprendisti inquilini di bellissime
case antisismiche
in un clima choc di paura paura che produce
l’espressione della nostra faccia
tutti apprendisti di pagamenti a rate sospese
e che quando le ricominci a pagare
sono le ultime perché non puoi più comprare
oggetti e cose che non sai più dove metterle
perché ora sono senza casa e dove c’erano
le case
c’è un rudere qua, un crollo là
un cumulo di macerie dovunque guardi
e che esagero non lo dite che se non
ci credete
venite a vedere, venite a guardare
e riceverete un diploma e riceverete
un attestato
un diploma equipollente
seguite la scritta, la scritta che dice
Benvenuti venite e non dite
che potete dire ?qualsiasi cosa dite
i contravventori saranno fulminati
perché per fare la manifestazione non
si sono messi sui tetti, sui balconi
ma sui fili dell’alta tensione.
e se la vita è troppo complessa per tirare
avanti
la morte non è una soluzione.
Parliamo seriamente che sempre queste
cose mi vieni a raccontare sul terremoto
- ma credimi non ce ne sono delle altre –
parliamo seriamente
soltanto il buon Dio lo sa se queste sono
stupidaggini
parliamo seriamente
tutta questa finta realtà a momenti
scoppierà, quando gli apprendisti
si incazzeranno perché le casette non basteranno
per tutti
la cassa integrazione non arriverà, il lavoro
non si troverà
l’autonoma sistemazione non verrà ancora
pagata con regolarità
e i debiti e la paura e la rabbia per i soldi
per la ricostruzione non arriveranno se non
spalmati al duemilatrentatre
parliamo seriamente
in questa finta realtà noi apprendisti
resteremo
noi forse resteremo
noi forse
non muoverti.
Se ti muovi la infrangi.
Piangi ?
(Eugenio Montale :”Elegia” da Poesie disperse)
L’Aquila, 29 Luglio 2009
con i panni stesi alle finestre
agitati dal vento
con le stelle alte nel cielo
alte alte su questa città.
Conosco una città
e i passi dei suoi abitanti
sulla ghiaia delle strade
quando tornano da lunghe passeggiate
e raccontano lunghe storie
storie di cose che hanno lasciato
di oggetti abbandonati. Raccontano
anche loro storie di altri oggetti.
Conosco una città
dalle stagioni avare di sole
dove qualcuno scolaro o soldato
apre cartocci di castagne
o di lupini, zucchero filato o noccioline
a scelta alle feste d’autunno
alle feste dove andavamo anche noi .
e se la carta geografica
su cui era stata disegnata
era vuota perché il disegnatore
vinto dal sonno si scordò
di ricostruire le case dopo un terremoto.
Conosco una città e mi ricordo
i caffè sulla piazza le chiese per le strade
i ponti per raggiungere i quartieri
di periferia una città
una città di uomini e donne
dagli scarponi chiodati
una città dove era semplice entrare
nei camini e fare dall’alto un saluto
un breve cenno di saluto alle case
della città.
Non posso più camminare in su
e giù per quella città
dove le stanze ore sono più lunghe
che larghe
e sono secchi i giardini di fragole e lattuga.
Ahi non vedo più quella città
città perduta chissà chissà forse perduta
per disattenzione.
L’Aquila, 30 Luglio 2009
e abiti acquistati al mercato
regalati dalla protezione civile facciamo
il primo trasloco dalla casa alla tenda
un gran casino tutti incasinati
e senza entusiasmo
come la vita che è un Gran Casino
non ci dicono una sola parola
su che cosa dobbiamo fare
ma non lo sanno nemmeno loro
che possiamo fare con questo trasloco
che le casette sono ancora in costruzione.
E allora vado a vedere
un bel scompartimento di prima classe
alla stazione ferroviaria
me è occupato
in altri scompartimenti due ragazzi
si dividono un panino con insalata e tonno
e vedo anche una signora con una lacrima
sull’occhio sinistro
che ha lo stesso problema mio
dove si può traslocare mentre siamo in strada?
partissero almeno una volta per un bel viaggio
ma và restano al binario morto , al binario
morto della stazione dell’Aquila.
Per strada allora il giorno e la notte
e tutte le notti , la notte
gravida si stelle ci copre
ma non riusciamo a guardarla che il nostro
tetto
è blu come il cielo solo che è di blu cotone.
Ora tutto esitazioni e cognac
le bottiglie, le pentole, le posate
dove le metto le bottiglie di cognac
con queste esitazioni per il trasloco
c’è da incazzarsi e di brutto
ma quanti devono fare il trasloco alzino
la mano (è la fase tre del dopo)
e finalmente la prima volta dopo l’arrivo
in tenda volano le braccia
svuotate dall’ansia non si reggono in piedi
crollano le braccia sembrano ora
pezzi di carne lessata sui vassoi del pranzo
rialzate rialzate le braccia
che tutti si deve traslocare ma dove ?
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