Diario di in terremoto. Diario per certi versi poesia e per certi versi prosa, 31 luglio 1 e 2 agosto 2009
L’Aquila, 31 Luglio 2009
il letto dove ha dormito Obama
una fila di quasi cento metri
si merita di dormire nelle tende
per i prossimi cinque anni
e poi quelle rose appassite
che ha preso
come souvenir almeno fossero state
quelle di Santa Rita da Cascia che
poteva farle
la grazia, la grazia di cambiarle
la testa
( o di ridarle una casa ma ci pensa berlusconi
scherza con i fanti e lascia stare in pace
i santi)
ma possibile che in questo paese
nessuno si incazza per come vanno le cose
e forza incazzatevi –
così me la racconta Giuseppe in macchina
tra il circuito di Collemaggio e la Mausonia
per raggiungere l’Aquilone.
Oh Giuseppe! ( vocativo ma anche toscano
visto che viene da Prato) ti dono anche l’avara mia
speranza
che non riesce a crescere
di questa gente che non sa incazzarsi
nel modo giusto
inquilini di edifici condannati
a belvedere, alla rivera, a pettino
a cansatessa ,edifici castrati
e liquidati con una lettera dell’alfabeto
dalla a alla effe in nome della scienza
delle costruzioni di estimo e calcolo
inquilini che pregano ma non si incazzano
che venga un’ordinanza con più soldi
che pregano( e forse sono giustificati
che in questo caso è meglio pregare )
che l’apertura della Porta
Santa voluta da Celestino serva a redimere
gli aquilani che scappati sulla costa
non hanno più voglia di tornare,
gli amministratori
che a distanza di tre mesi chiacchierano
e chiacchierano
e ancora chiacchierano il terremoto
che si penta e la smetta perché ormai fa ridere
visto che non è capace di far incazzare
nessuno.
L’Aquila, 1 agosto 2009
Poesia disperse e ritrovate. Doppie poesie.
I tramonti si raccolgono
nel cavo di una mano
e poi in un giorno di luce sospesa
ritornano come un ricordo odoroso
nel tempo tra le poesie
dei miei due cari poeti . Con versi
rubati
un amore rinchiuso si svela
ed io non ho che da stringere al petto
un vecchio libro
un antico cappotto dal bavero anch’esso
lacero
per risentire tutto il tuo odore
di quell’inverno fumoso attaccato
ormai
al petto bigio squassato da una
vampa di zolfo.
25 giugno 2009
Così è.Con voglia di pane
Formaggio e mela in attesa
della sera.
Per troppi giorni uguali.
Passa la vita e quello che resta.
Ritorna la voglia e non solo
di pane e mela
la voglia di te che un giorno
mi hai portato a L’Aquila
ed io ti ho seguita.
6 luglio 2009
Oggi
il tuo volto lontano
e quest’altro silenzio.
15 luglio 2009
Un lago tremulo di luce e la malinconia
aspra di un’aria di primo mattino.
Tace ogni cosa e come una creazione
in cattività
è tutto pietrificato sotto l’eco di un sole
ch’à cancellato ogni colore.
L’Aquila, 2 Agosto 2009
Questo paese
dice il tassista
troppi onorevoli tromboni per i quali
è il mondo che fa le stecche
e tranne qualcuno di loro tocca ascoltare
tutti i giorni che ha fatto il padreterno
chi si crede di poter fare
e disfare e mica scherzo se dico che
l’altro giorno chi non era d’accordo
s’è preso quattro manganellate e non c’è
malaccio
solo quattro se pensi che potevano bastonarlo
di santa ragione e non l’hanno fatto
e qualche scassacazzo poi se le meritava
davvero.
Io non sono no global
perché mi piacciono i coglioni di mulo
di Campotosto
il pecorino di Pizzoli, i dolci Aveja
che fa Mariano anzi Cristian
le mozzarella di Reginella d’Abruzzo
e i fagioli di Santo Stefano di Sessanio
lo zafferano di Navelli , i ceci di Civitaretenga
che poi con la globalizzazione
queste buone cose le vedi con il cannocchiale.
Io sono no global quando queste cose
diventano come esempio le ronde : quattro
coglioni
che piano piano si mangeranno le risorse
di polizia e carabinieri
come qualcuno s’è già mangiato le risorse
dei vigili del fuoco
che hanno sfilato nella manifestazione
contro il G Otto
e la tivvù non l’ha nemmeno detto.
Questo paese ha tutto, ha germogli
di ogni cosa
che però, mi spiace dirlo spuntano
miracolosamente dalla bocca dei pavoni.
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