I FUOCHI DI S. ANTONIO ABATE E LE FARCHIE DI FARA FILIORUM PETRI
Fara Filiorum Petri, centro storico di origini longobarde che conserva ancora intatti molti edifici antichi, deve la sua fama alla festa tradizionale delle farchie, che si svolge in occasione della ricorrenza di Sant'Antonio Abate, in gennaio. Gli abitanti di Fara festeggiano dunque la ricorrenza di Sant'Antonio Abate dando fuoco alle farchie, enormi fasci di canne con una circonferenza di oltre un metro e un'altezza che a volte supera anche i dieci. Esse devono il loro nome alla parola di origine araba afaca, ossia torcia. L'uso del fuoco come elemento simbolico nei riti legati al culto di Sant'Antonio Abate è comune in tutto il Mediterraneo, ma le farchie di Fara si distinguono per l'imponenza delle costruzioni, per la grande partecipazione di popolo che accorre ad assistere alla manifestazione e per il loro numero che corrisponde a quello delle dodici contrade in cui si divide il paese.
Da quel momento, quel miracoloso incendio viene simbolicamente ricreato dagli abitanti delle dodici contrade ogni 16 di gennaio con l'incendio delle farchie. Qualche giorno prima della festa ogni quartiere inizia a costruire la propria farchia. C'è la tradizione che le canne siano di provenienza furtiva per cui, fin dai primi giorni di gennaio i giovani del paese si procurano la materia prima nelle circostanti campagne di Pretoro, di Roccamontepiano, di Casacanditella, di San Martino sulla Marrucina, di Bucchianico, mentre altri provvedono alla loro custodia. Durante le fredde serate di gennaio ci si raduna per costruire i giganti.
Nelle prime ore del pomeriggio del 16 gennaio, le contrade cominciano a trasportare le farchie davanti alla chiesetta dedicata a Sant'Antonio. Un tempo venivano portate sui carri mentre oggi si usano i trattori, ma l'atmosfera di festa è sempre la stessa, in grado di coinvolgere adulti e bambini. Numerosi suonatori di organetto che cantano le orazioni di Sant'Antonio, accompagnano la fase di preparazione della festa. Con l'aiuto di funi, davanti alla chiesa, vengono innalzate le farchie a cui si dà fuoco, mentre scoppiano i mortaretti inseriti al loro interno. Quando scende la sera, le torri di canne accese offrono uno spettacolo indimenticabile. La serata trascorre tra canti, balli e momenti di grande allegria, durante i quali si degustano vino e biscotti. Quando il fuoco ha consumato quasi tutte le canne, la festa continua in ogni contrada, dove gli abitanti si radunano intorno ai resti della propria farchia e ne raccolgono i tizzoni spenti per conservarli come reliquie.Fonte http://www.abruzzoturismo.it/tourism/index.
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