La cultura si arrangia anche così, nell'Italia dei tagli che vanno, e vengono, e magari rivanno, del doman non v'è certezza;. quest' armo dalla vergogna del disastro cì ha salvato una fermata al-distributore di benzina, due centesimi d'accise in più sul litro per salvare il genio italico,ma cosa accadrà con la prossima fìnanziarìa nessuno lo sa, si naviga a vista. E allora perché scandalizzarsi se ci si adatta ingegnosamente a sopravvivere nella precarietà, facendosene una ragione, quasi una filosofia. Sulla parete dietro la scrivania del suo ufficio, Aghemo ha appeso un ritratto di Napoleone, come memento: «per ricordarmi che da grandi altezze si può sempre precipitare in grandi insuccessi». .
Finora non è accaduto, nonostante tutto. Da duecentoquarant' anni la Braìdense è uno scrignodelle patrie lettere incastonato a Brera, quarta biblioteca italiana per importanza, un milione e mezzo di volumi, un fondo antico inestimabile, gli archivi di Foscolo, Manzoni, Pascoli, una mediateca multimediale aperta da poco nella vicina ex chiesa di Santa Teresa. La biblioteca aumenta i servizi, cresce di 18 mila volumi l'anno. Ma ha sempre meno denaro, e perde personale. Centoventi dipendenti fino a tre anni fa, entro l'anno coi pensionamenti senza turn over scenderanno a 69: è vicino il dimezzamento. «Ma non abbiamo tagliato neanche un minuto dell' orario dì apertura», rivendica con orgoglio il sovrintendente. Certo,«è una partita a dama». Due o tre giorni a settimana, i catalogatori interrompono il lavoro sugli archivi per sedersi al banco del prestito e della consegna dei libri ai visitatori. Ci si adatta. Anche con gli acquisti si stringe la cinghia. Nel. 2006 il fondo era di 320 mila euro l'anno.Oggi 70mìla,quasi un quinto. Bene si taglia. Con “oculatìssìmo dolore» .. Si sacrificano gli abbonamenti a rivìste meno lette, si rinuncia a completare quell'area di studlo marginale. Il lettore medio non se ne accorge. Ma le lacune un - giorno peseranno. La Braidense è un archivio del sapere, e.un sapere coi buchi che sapere è.Niente d drammaticoma è stato necessario sgomberare un paio di ambienti emetterci teloni impermeabili. Mica può piovere sul Manzoni. Allora s'è dato da fare il Fondo ambiente italiano, che assieme all'associazione Amici di Brera ha animato una colletta da 27 mila euro. Bene? Si. Cioè no, perché la Braidense, essendo una proiezione del Ministero dei Beni culturali, non ha una contabilità autonoma, dunque non può accogliere e spendere donazioni private. Dovrebbe girarle al bilancio generale dello Stato, e poi chiedere per via burocratica un finanziamento straordinario per lavori. E avete già capito cosa significa. Così, ci si arrangia di nuovo . I privati pagano direttamente le fatture ai lattonieri, ai muratori, agli elettricisti. Anche con lo spot dello spogliarello andò così. Il dottor Aghemo si pente di avermi raccontato lo stratagemma non procedurale, «nulla di irregolare, ma se può sfumi sui dettagli ... », La burocrazia non tollera certe creatività, ancorché sacrosante.
FONTE : La Repubblica Michele Smargiassi “Biblioteche . La Braidense senza lampadine e Manzoni si legge al buio .5 aprile 2011
giovedì 21 aprile 2011
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