LINEA D’OMBRA : Maltrattamenti in famiglia
Stupri, ferite gravi, percosse, insulti anche davanti ai figli.
La maggior parte dei soprusi si consuma tra le mura di casa.
Una vera e propria mattanza.
Secondo i dati Istat, ogni tre giorni, in Italia una donna è uccisa dal marito, dal fidanzato o dall'ex partner. Sei milioni e 743 mila donne, tra i 16 e i 70 anni, nel corso della vita, hanno subito violenza fisica o sessuale. Solo il 7 per cento trova il coraggio di denunciare, il resto rimane intrappolata in un' efficace roccaforte di violenza destinata a protrarsi, fino a provocare vere e proprie prigionie dell'anima. Sono forme di violenza molto sottili, che lasciano i segni nel corpo e nel cuore. Sono le crudeltà di chi, dicendo di amare, sminuisce la propria partner a tal punto da farle credere di non valere nulla, maltrattandola, manipolandola, fino ad impedirle di vivere. Si tratta di un vero e proprio mobbing familiare. Il nucleo familiare, difatti, da un solido punto di riferimento quale dovrebbe essere, è passato ad essere, in molti casi, un contenitore inquietante di conflitti sommersi, feroci cattiverie quotidiane, atteggiamenti svalutativi e violenze morali. Il partner tanto amato si trasforma in aguzzino, pretendendo il controllo totale della vittima, a scapito dei sentimenti.
L'escalation di violenza rovescia molti luoghi comuni e ci svela, con grande amarezza, che il seme dell'amore malato si coltiva anche nelle famiglie "perbene" e non solo in quelle deprivate, ai margini del contesto sociale, e inoltre che crudeltà e violenza non sono espressioni esclusive del maschio predatore, ma oggi si fanno sempre più spazio nella psiche femminile. Sovente, tuttavia, la perfidia del carnefice si afferma proprio grazie alla complicità, inconsapevole o rassegnata, della vittima, che preferisce subire piuttosto di assumersi la responsabilità del cambiamento. Considerato che solo 1'8% delle violenze è spiega bile attraverso una psicopatologia, questi soprusi rimandano alle grandi difficoltà generate da una bassa tolleranza degli individui alle frustrazioni affettive e quindi a farvi fronte in modo non aggressivo.
L'imperativo così forte nella nostra cultura, di essere persone di successo in tutti i campi, compreso quello affettivo, sembra lasciare le persone sprovvedute davanti alla sconfitta sentimentale. Di fronte al no dell'altro, si manifesta un'incapacità cognitiva ed emotiva nell'immaginare soluzioni diverse dall'attacco aggressivo verso chi ha manifestato un rifiuto. Accanto a tale incapacità, si evidenzia, inoltre, un facile e disinibito ricorso all'aggressione, nel tentativo di imporre agli altri il proprio volere, o addirittura di distruggerli quando questo non è possibile. L'altro sembra, in questi casi, assimilato quasi ad un oggetto che, se non può essere posseduto, deve essere danneggiato o distrutto. Di contro, nelle donne, si sta affermando l'idea del successo raggiunto attraverso i canoni estetici, modificando inevitabilmente le conquiste che le antisignane hanno raggiunto dopo anni di lotta e di sacrifici. Si sta imponendo l'idea che attraverso un bel corpo si possono raggiungere posti di potere che offrono visibilità, guadagni e controllo sulle vite altrui. I danni di un tale cambiamento non solo vanno a colpire la dignità della donna, ma impongono tra tutte, due idee imperanti: se hai soldi tutto si può conquistare e se hai un bel fisico tutto si può raggiungere. Quando, invece, in un contesto culturale diverso, ogni donna avrebbe dovuto adoperarsi in maniera diversa per raggiungere i medesimi risultati, con effetti stabili, duraturi e credibili. Questi modelli in realtà non fanno che rafforzare il predominio del¬l'uomo sulla donna, poiché il genere femminile diventa ricattabile, comprabile e vendibile. L'Urlo Onlus nasce ufficialmente come associazione il 23 maggio del 2008 per volontà di un gruppo di donne, cittadine aquilane, che decidono congiuntamente di dare ascolto all' urlo silenzioso di quelle donne, spesso rassegnate, vittime di violenza fisica, psicologica, sessuale economica.
Affrontare una violenza per una donna, madre, moglie e professionista, può risultare molto complesso, per questo è importante trovare dapprima un interlocutore in grado di ascoltare, comprendere e aiutare. L'associazione opera a L'Aquila e mette a disposizione di chi ne ha bisogno una rete di supporto emotivo, psicologico e legale, garantendo riservatezza e anonimato. Fondata da Patrizia Peretti e dalla presidente Serena Congiu, l'associazione si avvale delle competenze di Domenica Canna, psicologa e psicoterapeuta e Daniela Braccani, giornalista di TvUno. L' emittente televisiva della città dell' Aquila ha sostenuto, sin dall' inizio, le attività dell' associazione, organizzando il convegno che affrontò il delicato tema dello stalking, quando con il decreto h.t1/09 venne introdotto nel nostro ordinamento come reato. La diretta televisiva "La Rosa e La Spina" vide la partecipazione di esperti nel settore, anche del panorama nazionale, come l'allora presidente del Centro Nazionale Stalking, il legale rappresentante de L'Urlo è l'avvocato Tullio Buzzelli. L'associazione L'Urlo si giova della preziosa collaborazione della Monti Counseling, struttura diretta dal dottor Massimo Monti, psicologo, il quale opera sia in Toscana che in Abruzzo, in particolare dal dopo terremoto del 6 aprile 2009. Il dottor Monti per L'Urlo sta curando l'elaborazione di un progetto che ha la finalità di mettere in piedi un gruppo di auto mutuo aiuto A.MA come struttura di supporto all' interno dell' associazione in grado così di offrire strumenti e conoscenze per accrescere le risorse personali intese come capacità cognitive, emotive e comportamentali, oltre a promuovere un diffuso senso di potere personale. Il nome Urlo ha un doppio richiamo, il grido di dolore di chi, in difficoltà, ha paura e poi il grido di chi cerca aiuto e attenzioni.
Patrizia Peretti .Scritto in collaborazione con Daniela Braccani e Domenica Canna “L’urlo Onlus “ per Agorà , anno IV , n.11 , marzo 2011
Eremo Via vado di sole , L'Aquila,
sabato 16 aprile 2011
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