ET TERRA MOTA EST : L’Aquila e la sua “ Red zone “
Il centro storico aquilano ricorda, con polarità inverse, la favola di Cenerentola: di giorno è una zucca e a mezzanotte si trasforma in una carrozza dorata.
Nei giorni feriali, quando la luce del sole si infrange contro i puntelli disegnando gabbie d’ombra sul desolato suolo della tragedia, le vie “incerottate” dell’ex zona rossa, escludendo i turisti, sono quasi vuote, protagoniste di un triste panorama che porta la mente indietro nel tempo di 24 mesi. Con il tramonto, specialmente il giovedì e il sabato, il centro storico però cambia volto, riempiendosi dei giovani protagonisti della movida della «Red Zone». Un assaggio di vita che scompare alle prime luci dell’alba.
Da parte dei commercianti temerari che hanno riaperto le loro attività in centro arrivano lamentele quasi unanimi: frasi come «c’è poca gente» e «lavoriamo solo grazie ai turisti» rimbombano ormai da mesi tra gli edifici puntellati. Le cose vanno decisamente meglio per le strutture che lavorano di notte, ma anche queste ultime sono ben lontane dall’essere prive di problemi.
«Abbiamo aperto la nostra attività a gennaio fiduciosi nella ricostruzione, ma qui va tutto a rilento». A parlare è M.C., che gestisce, insieme a D.I., una paninoteca-bar nella parte iniziale del corso.
«Quando abbiamo aperto la paninoteca il trasferimento della Facoltà di Lettere e Filosofia nei locali dell’ex ospedale San Salvatore sembrava imminente, si parlava di maggio/giugno 2011, ma poi si è fermato tutto. Fino a qualche settimana fa nessuno stava lavorando sull’area e non sappiamo quando il progetto andrà in porto. Il nostro locale era pensato proprio per gli studenti, qui dentro abbiamo anche la connessione wi-fi, ma non sappiamo quanto dovremo ancora aspettare». Nel frattempo, tra gli studenti la reputazione “universitaria” dell’Aquila peggiora repentinamente: «gli studenti Erasmus – sottolinea M.C. – sono scontenti della vita in città e la sconsigliano a tutti».
«Oltre che negli studenti speravamo anche nel pranzo degli operai – aggiunge – ma anche questi ultimi sembrano diminuire. I lavori procedono a rilento, non c’è movimento, le uniche gru che vediamo sono quelle intorno alle chiese. Gli operai vengono, mettono le impalcature e poi non si sa più niente».
«Parlando con i militari che sorvegliano i varchi della zona rossa e gestiscono i pass di accesso sembrerebbe che gli ingressi sono in diminuzione» spiega M.C. e il dato è confermato anche dall’Ufficio Sicurezza Cantieri dal quale emerge che al momento in zona rossa operano «circa 300 maestranze per puntellamenti e demolizioni, meno dello scorso anno perché questa tipologia di lavoro va verso la conclusione».
«Non abbiamo nessun aiuto da parte del Comune e neanche agevolazioni – spiega M.C. –paghiamo tutte le tasse compresa l’occupazione di suolo pubblico». Poi c’è la burocrazia: «per sistemare i tavolini fuori dal locale abbiamo presentato richiesta alla Sovraintendenza, ci vorrà oltre un mese di tempo».
«Lavoriamo principalmente la notte – sottolinea M.C. – qui ci sono diversi locali e si sta creando un polo per i giovani. Ci sono locali con la musica alta e non so cosa accadrà quando la gente tornerà ad abitare in zona».
«Vorremmo avere delle risposte chiare da parte delle istituzioni – conclude M.C. – in particolare vorremo sapere il prima possibile quali sono i tempi per il trasferimento dell’Università nei locali dell’ex San Salvatore, quanti cantieri apriranno in centro nel prossimo futuro e se è nelle intenzioni del Comune sostenere in modo concreto le attività nel centro storico, magari con delle agevolazioni».
In attesa di riscontri i commercianti resistono aggrappandosi all’idea di un futuro più roseo e sperano che la scarpetta di cristallo, quando arriverà, sia almeno della misura giusta.
di Maria Chiara Zilli su http://www.ilcapoluogo.com/Blog/L-Aquila-unplugged/L-Aquila-un-centro-storico-che-vive-solo-di-movida-Video-51063
Eremo Via vado di sole ,L’Aquila,
lunedì 25 aprile 2011
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