mercoledì 27 aprile 2011

LINEA D’OMBRA : Adolescenti a rischio tra anoressia ,consumo di alcol e sballo da sostanze

LINEA D’OMBRA : Adolescenti a rischio tra anoressia ,consumo di alcol e sballo da sostanze


Tre recenti studi pubblicati in altrettanti volumi esaminano alcuni comportamenti di adolescenti e i fattori di rischio e protezione in caso di anoressia, consumo di alcolici e sostanze.

Il primo volume “La maledizione del cibo : le ragazze anoressiche e la coesistenza impossibile con il corpo “ tratteggia nel suo complesso un percorso interdisciplinare, utilizzando le suggestioni mitologiche e i contributi che può offrire l'antropologia culturale per contestualizzare scelte di vita che appaiono a un occhio inesperto frutto di singolarità ed eccezionalità che nulla hanno a che fare con una dimensione allargata al genere umano e alla storia della sua evoluzione culturale e sociale.


La narrazione del mito è carica di azioni, così come oggi appare satura di agiti la vita reale di ragazze anoressiche più gravi e delle loro famiglie. Anche i sistemi terapeutici organizzati per loro, sono esposti al rischio dei contro-agiti terapeutici, se non includono sin dall'inizio la decodifica degli affetti e di tutte le componenti meno visibili, la messa a fuoco del modo di vivere e di svolgere la reazione. Viceversa l'inclusione di questi aspetti consente di rifuggire dall'agito terapeutico verso un modello di trattamento integrato e maggiormente comprensivo dell' esperienza individuale e comunque comune. A questo si accompagna la possibilità di ricorrere allo studio delle interpretazioni antropologiche che possono ridare un senso umano all' esperienza clinica delle ragazze anoressiche, e a comprendere dal di dentro l'azione di senso che ciascuna dà alla propria vita e alle proprie scelte.


In tal senso è possibile considerare che se una competenza psichiatrica resta importante nel team diagnostico-terapeutico che si occupa delle ragazze anoressiche, è necessario interrogarsi sul ruolo che l'approccio integrato multidisciplinare e multiprofessionale può svolgere nella comprensione prima che nell'intervento delle esigenze individuali, e anche sulla specializzazione a tutto tondo verso le persone con gravi complicanze fisiche.

L'approccio fenomenologico e gli elementi della prospettiva kleiniana e post-kleiniana proposti offrono gli elementi teorici per inquadrare il fenomeno del rapporto con il cibo, applicati sul piano operativo grazie alla presentazione e discussione di casi di studio. A questi aspetti segue inoltre la trattazione dell' apporto della genetica e della medicina basata sulle evidenze.


Poiché l'anoressia nervosa è una patologia multideterminata in cui nessun singolo trattamento farmacologico o non farmacologico ha mostrato comprovata efficacia, di conseguenza le linee guida internazionali raccomandano un approccio terapeutico multidimensionale e multidisciplinare, che comporta l'attivazione di uno specifico team specialistico multiprofessionale, dedicato a tutto il raggruppamento dei disturbi del comportamento alimentare, e in grado di operare attraverso un modello integrato, con formazione e supervisione comune. Questo modello organizzativo richiede una forte comunicatività interna, congiunta con un'appropriata comunicazione esterna verso gli altri livelli dei circuiti sanitari, verso le istituzioni, o verso altri centri specialistici per i medesimi disturbi. A questo proposito il testo approfondisce il dibattito attuale riguardo ai modelli operativi e organizzativi che possono rispondere ai requisiti di un siffatto approccio multidisciplinare. All'interno di questi modelli emerge come l'elemento psicoterapico possa condurre le ragazze coinvolte a riconoscere la propria lack of identuy, a ripristinare la capacità di pensare, a riconciliarsi col corpo come tappa di un cammino interiore.

Il testo si rivolge agli operatori della salute mentale, ai professionisti delle varie discipline sanitarie, ai professionisti in formazione e quanti sono interessati ad approfondire il tema del rapporto tra cibo, identità in crescita e intervento clinico multidisciplinare.


Il secondo . “Fattori di rischio e protezione nel consumo di alcolici e di sostanze negli adolescenti “

a cura di Martina Smorti, Paola Benvenuti e Adolfo Pazzagli fa il punto sulle numerose ricerche che hanno affrontato il problema del consumo di alcol e di droga da parte degli adolescenti in quanto questi comportamenti , alterando gli stati di coscienza, accrescono il rischio di incidenti o di danni personali molto gravi.

Nello specifico l'articolo evidenzia come fattori familiari, sociali e individuali possano costituire fattori di .protezione o di rischio per l'assunzione di alcol e droghe.

Per ciò che concerne i fattori familiari, la presenza di genitori con atteggiamenti tolleranti verso il consumo di alcol e che consumano essi stessi regolarmente alcolici renderanno più probabile l'uso di queste sostanze nei figli adolescenti. Inoltre, uno stile autoritario genitoriale caratterizzato da alto controllo comportamentale e basso affetto risulta correlato con problemi di alcol e di droga nei figli; una relazione caratterizzata da conflitto, distanza personale e bassa responsività aumenta la probabilità per gli adolescenti di essere coinvolti in comportamenti a rischio.

Tra i fattori sociali che possono motivare nei ragazzi tali condotte a rischio, un'importanza particolare riveste il gruppo dei pari poiché viene assunto come riferimento normativo nel corso dell'adolescenza: il fatto che gli amici approvino e manifestino certi comportamenti a rischio aumenta la probabilità di essere coinvolto nello stesso tipo di condotta. Inoltre, è più facile che il ragazzo sia spinto ad adottare i comportamenti a rischio in un gruppo che presenta caratteristiche devianti o in relazioni interpersonali sbilanciate in termini di potere dove si attivano. più facilmente processi di pressione sociale.


D'altra parte, anche i fattori intraindividuali possono assumere un ruolo di fattori di protezione o di rischio: la convinzione di saper resistere alla pressione trasgressiva dei pari favorisce la resistenza all'uso di sostanze; invece, il tratto di personalità connotato dal bisogno di ricercare sempre sensazioni forti si associa a un uso maggiore e più precoce di alcol e droghe.

La ricerca presentata valuta il peso che alcune delle variabili sopra indicate- quali il sentimento di resistere alla pressione sociale dei pari la ncerca ,di sensazioni eccitanti, la percezione del rapporto con i genitori, l’ approvazione e il modellamento esercitato da amici in relazione al consumo di alcol e di sostanze – hanno sul consumo di alcolici e di sostanze nell’adolescenza.

La ncerca e stata svolta sulla popolazione di tre scuole secondarie superiori di una città toscana.


I soggetti sono stati classificati in quattro gruppi in funzione del consumo di alcol e, separatamente, in funzione del consumo di sostanze, distinguendo i non consumatori dai consumatori occasionali e da quelli abituali moderati e abituali forti. I dati sulla frequenza e quantità del consumo di alcol e di droghe pesanti rivelano un problema maggiormente a carico dei maschi, Per quanto riguarda l’ uso di sostanze è risultato coinvolto solo un campione esiguo che ,ne fa un uso abituale, ma che risulta ad altoa rischio poiché associa l’ uso di droghe leggere a quelle pesanti. Sia per quanto riguarda l’ alcol che la droga, gli adolescenti più coinvolti in questa tipo consumo sono anche quelli che hanno. un maggior numero di amici che condividono queste condotte a rischio. Inoltre, il fatto che la convinzione di saper resistere alle pressioni dei pari sia molto alta tra i non consumatori e diminuisca progressivamente nelle altre categorie lascia intendere che il consumo sia di alcol che di droghe sia frutto di un processo di madellamento e di pressione esercitato dai pari.Infine, un legame con il padre caratterizzato al contempo da alto controllo, cura e affetto sembra costituire un fattore di protezione rispetto al consumo di droga.


Il terzo studio “Sballo” Nuove tipologie di consumo di droga nei giovani “tiene conto del fatto che la preoccupazione dei genitori riguardo alla possibilità che i figli facciano uso di droghe è da anni al centro del pensiero educativo, ma con poche le conoscenze degli adulti utilizzabili per cercare di capire i rischi che corrono i giovani, le caratteristiche delle sostanze e gli effetti di queste.


Quindi il lavoro offre un' opportunità per orientarsi in tale ambito in modo più efficace, per trovare un supporto al percorso di comprensione delle difficoltà legate alle dipendenze.

Nell'ultimo decennio è cambiata radicalmente l'immagine sociale del consumatore di droga. Va scomparendo lo stereotipo dell'eroinomane, sbandato ed emarginato, appartenente a una sub¬cultura di degrado. Oggi si affacciano all'utilizzo di sostanze gruppi sociali diversi che vivono condizioni socioeconomiche varie e che sono quasi sempre ben inseriti nel contesto sociale: non si presentano ai Sert con la richiesta di una dose di metadone e non si trovano per strada storditi dall' effetto di una dose.

L'uso di sostanze è molto vario (anfetamine e derivate, eroina, cannabis, cocaina e altre), è occasionale o continuativo, è misto, è associato ad alcol e si svolge in contesti molto vari, ma prevalentemente in contesti sociali. La gran parte dei ragazzi fa uso di sostanze proprio in un contesto di socialità e come mezzo per condurre - una vita sociale più soddisfacente dal loro punto di vista.

Per questo non è facile distinguere chi è in una situazione di consumo problematico e chi nella dipendenza. Il consumo di una varietà di -sostanze stupefacenti viene quasi considerato normale in alcuni ambienti: ci si droga per distinguersi e per omologarsi, per ricercare stati di piacere e sensazioni particolari o per evadere da situazioni dolorose. L'uso di sostanze rappresenta ancora una forma di protesta e affermazione attraverso i l'ave, e riesce a raccogliere un numero di aderenti molto elevato tra i giovani e i meno giovani.

Ma si può parlare di sostanze anche come di merci valutate e scelte dai ragazzi in base alla loro efficacia nel soddisfare determinati bisogni come quelli sopra esposti. Così si può spiegare il diffondersi della moda della cocaina, o l'uso diffuso della cannabis da parte di sperimentatori occasionali, o un certo consumo rituale di alcol.


Ma quando sono da considerarsi patologiche queste abitudini? Si parla di abuso quando si perde la capacità di svolgere le proprie mansioni ordinarie, quando si corrono rischi fisici; si parla di dipendenza quando a fronte di una serie di problemi fisici, sociali e relazionali la persona continua a far uso della sostanza in modo compulsivo. L'uso più diffuso e che provoca più danni è attualmente quello della cocaina, che viene consumata da sola, o mescolata e fumata per aumentare l'effetto di altre droghe. Procura euforia, resistenza, potenza, libertà sessuale e danni come problemi cardiocircolatori, incidenti, suicidi (in seguito all' effetto down). Le morti e i danni per uso di cocaina sono registrati in aumento in Europa e negli Usa e sono maggiori di tutte le altre droghe. Le conseguenze meno gravi sono forme diffuse di disagio psichico e attacchi di panico, non necessariamente overdose, e i ragazzi non si considerano tossicodipendenti in senso classico, per la tendenza ad alternare e sostituire le sostanze alla ricerca di una sensazione sempre diversa.

Se è vero che i fattori protettivi sono legati alla tenuta dei legami familiari, al rapporto con i pari e a impegni sociali diversi, è anche vero che si deve comprendere il bisogno espresso da chi fa ricorso alle sostanze e aiutare tutti i ragazzi a ricostruire la propria identità a partire dalle mancanze, dalla percezione del proprio sé insoddisfacente, provando a dare risposte e speranze, sostegno a quelle aspirazioni segrete che la persona non ha il coraggio di affrontare e di dichiarare a se stessa.

La maledizione del cibo: le ragazze anoressiche e la coesistenza impossibile con il corpo a cura di Maurizio Bellini ,prefazione di Bruno Callieri CLUEB 2010

Fattori di rischio e protezione nel consumo di alcolici e da sostanze negli adolescenti Clinica dello sviluppo A.14 n.1 aprile 2010

Sballo : nuove tipologie di droga nei giovani a cura di Alessandro Dionigi e Raimondo Maria Pavarin Erikson 2010


Eremo Via vado di sole , L'Aquila,
mercoledì 27 aprile 2011

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