Mario Draghi più che da Governatore uscente ieri ha dato la sensazione di aver iniziato a parlare da presidente della Banca centrale europea. L'analisi dei mali che affliggono la società italiana è stata impietosa e la denuncia della miopia della politica è risuonata altrettanto netta. Fino a far affiorare la delusione per essere rìmasto inascoltato pur avendo indicato a più riprese da Palazzo Koch obiettivi; linee di azione e aree di intervento.
Scelta la franchezza come leit motiv Draghi non ha risparmiato il ministro Giulio Tremonti, con il quale del resto in questi anni ha duellato (intellettualmente) svariate volte. Almeno tre i rilievi: l'analisi della crisi mondiale, i tagli lineari alla spesa e l'indipendenza delle authority. Non stiamo assistendo a un replay del '29, ha scandito, perché allora i danni causati all'economia reale dalla recessione furono assai più vasti, la prodùzione industriale crollò del 40% e la disoccupazione toccò quota 20%. Niente di paragonabile è successo dal 2008 ad oggi e quindi ogni allarmismo è . fuori luogo.
L’ ltalia che Draghi ha chiesto anche ieri deve tornare a crescere e la politica dovrebbe capire che «le riforme compiute a tempo, invece di indebolire l'autorità, la rafforzano» (Cavour). La lista del Governatore è fatta di otto proposte e si apre con l'efficienza della giustizii civile, il sistema dell'istruzione,~ la concorrenza, il mercato del lavoro e gli investimenti nelle infrastrutture. Si tratta di riforme alcune delle quali, da sole, valgono un punto di Pil e che vanno realizzate pensando «a quale 'Paese lasceremo ai nostri figli».
Se le considerazioni finali di ieri segnalano l'anticipato inizio del periodo francofortese di Mario Draghi, un'altra novità va segnalata in materia di crescita e lavoro femmiinile. È stata forse la prima relazione «rosa» di un Governatore, che ha voluto ricordare come «il tempo di cura della casa e della famiglia a carico delle donne resta in Italia molto maggiore che negli altri Paesì». Un altro ritardo che paghiamo.
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Dario De Vico Otto proposte per crescere Il Corriere della sera 1 giugno 2011
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