
La matita è un oggetto sensibile e duttile , il suo tratto si può cancellare, permette dunque di tornare indietro. Matita e foglio bianco permettono una totale libertà espressiva, nel passato come nel futuro.
Dal XVI secolo la matita ha cambiato forma, arricchito la sua gamma, è diventata sofisticata e di lusso,ha a volte incorporato la gomma e il temperino ma rimane sempre lei. Lei che vede il segreto di un successo costante per la sua semplicità


Fabbrica Italiana Lapis ed Affini ci regala la Fila quella piccola matita che abbiamo imparato a conoscere a scuola. Con una matita puoi fare tutto . Il legno e la grafite sono anima e corpo fuse in un unità disegnata a volte da architetti , a volte evolutasi nel tempo per consentire un uso ,maneggevole .

Così il vecchio lapis sopravvive all’era digitale.
E all’erra digitale sopravvive dunque un modo di scrittura che sembrava essere andato in frantumi quando più di cinquecento anni fa ,l’invenzione della stampa ad opera di Gutenberg inaugurò una fase nuova nella storia della cultura occidentale , sostituendo al libro manoscritto , di per sé unico , la possibilità di riprodurre un libro in un numero di copie intenzionalmente infinito.

Ma ogni tempo ha avuto nella scrittura e nei caratteri una sua rivoluzione dettata da ragioni politiche e sociali. Quindi già nel III secolo c’era stata una rivoluzione con l’introduzione di una scrittura latina vergata con lettere minuscole. Veniva introdotto un doppio binario caratteri maiuscoli e minuscoli di cui ci serviamo ancora oggi.
L’alta cultura classica e la religione cristiana, per esempio, vollero disporre di libri di prestigio inventando una scrittura onciale che per cinque secoli, dal quarto al nono, fu il principale veicolo della nuova cristianità da Costantinopoli alla Spagna , dall’Egitto all’Inghilterra. I codici che Gregorio Magno (590-604) affidò al monaco Agostino quando lo inviò in Inghilterra per convertire le popolazioni che abitavano quelle terre erano dei codici in onciale.
Certo Gregorio Magno viveva in un’Europa governata da Visigoti in Spagna, Longobardi in Italia, Franchi in Gallia. Questa frammentazione portò anche alla frammentazione della scrittura in più forme fino a quando dopo l’Ottocento , grazie all’affermazione dell’impero di Carlo

Fu poi il turno della minuscola gotica introdotta dalle università di Bologna e di Parigi. Si deve a questa scrittura minuscola la possibilità di accelerare la lettura di testi sempre più numerosi. Boccaccio, Petrarca ed altri preumanisti si dichiarano insoddisfatti delle litterae scholasticae fino a quando Poggio Bracciolini ne inventò una in modo geniale imitando la carolina del dodicesimo secolo.
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E dalla Repubblica Domenicana arriva la bachata.
E poi “codificazione” assume il significato di “reificazione” .
Se, dunque , la lingua è opera di civiltà e non di natura allora occorre accettare la stagione della
Gastro- lingua, politico- lingua- socio-lingua, culura- lingua,tenendo presente però una missione molto importante , quella di salvare alcune parole. E quando scriviamo quella è l’occasione più propizia, è il modo più efficace. Specialmente se scriviamo con una matita , quel lapis copiativo che da bambini umidivamo con la saliva sulla punta con il risultato di vedere i caratteri sbaffati sulla carta e le nostre labbra viola . . Tanto alle parole salvate fa piacere. Fa molto piacere .
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