venerdì 1 ottobre 2010

DIARIO DI UN TERREMOTO . Diario per certi versi prosa e per certi versi poesia 22 - 23 e 24 luglio 2009

DIARIO DI UN TERREMOTO . Diario per certi versi prosa e per certi versi poesia 22 - 23 e 24 luglio 2009

L’Aquila 22 Luglio 2009

Ritorno da una visita

alla casa abbandonata

e questo andare e tornare

è come una preghiera detta e ridetta

un interminabile rosario.

Ricordare questa visita

è come un amore che arriva

in altra età

come un silenzio lieve d’oltrevita,

è come conservare una reliquia

con il terrore di un ubriaco.


L’Aquila 23 Luglio 2009


Il temporale
li riunirà sotto un altro tetto

- io non ho più una casa per invitarli –

ma lontano più lontano da qui

là dove sono arrivati, perduti

nel sonno d’oltretempo.

I mei morti dormono

in un futuro già vecchio che

mi porta via

che porta via anche me.

Ero bambino e portavo sempre in tasca

pezzi di spago, bulloni , fionde, dieci lire

erano i miei portafortuna

quelle dieci lire poi bucate

da appendere alla catenina.

Avevo altri portafortuna pezzi di ferro

e tesori che mi avevano regalato

e pietre trovate lunga la scarpata del fiume

ma non portavano per niente fortuna .

Ora porto in tasca cose

che mi avete lasciato

e ho ancora voglia di andare in giro

per rigattieri , mercatini dell’usato negozi

di ferramente

e sfogliare i cataloghi di oggetti come

facevamo insieme

ed è come cercare di fare confusione

mentre attraverso le strade della nostra vita

passata

in compagnia di nuovo di quei portafortuna,

ed è tutto quanto mi è dato

di sapere sulla felicità.

L’Aquila 24 Luglio 2009

Mi domando se c’è uno su 57.000

abitanti di L’Aquila che

pensa a me ora che avrei potuto

stringere la mano ad Obama

e non ci sono riuscito perché

sulla strada era anche vietato l’attraversamento

di greggi .

Potrei essere felice così

e aiutato a restare a L’Aquila contro

coercizioni

felice e motivato almeno per ora.

Sono motivato perché si va a mangiare

in un posto carino la pizza e a bere birra

anche tutte le sere

chi ci va a mangiare la pizza?

Concordiamo chi ci va ? così non troviamo

la fila

ci va chi in questi ultimi cinque anni

ha sempre fatto ottanta centotrenta

di pressione

io l’ho fatto con due pasticche al giorno

schifose che se ti restano sulla lingua

per due secondi in più sono amare

amare.

E’ per mangiare la pizza che resto

a L’Aquila

la fanno buona Mariano e Paolo

Paolo lo conoscete che è il pizzaiolo

Mariano no è un amico mio.

Resto a L’Aquila a L’Aquila

non c’è più folto d’anime e di voci

in giro come una volta

e resto a L’Aquila per quel deformato

passato

che si è fatto vecchio e mi appartiene

come le scarpe

che porto ai piedi e i pantaloni. Non ho

voglia di prendere in prestito ora proprio ora

che le cose vanno così

di prendere in prestito un’altra vita per

trascorrerla

in un’altra città perché non so

quale domani sortirà oscuro o lieto.

Avrei voluto dire ad Obama parole

senza rumore nutrite di stanchezza e

di silenzi

come quelle di questa gente che vive

nelle tendopoli “ che sono scabre ed essenziali

come i ciottoli

mangiati dalla salsedine

scheggia fuori dal tempo, testimoni di

una volontà fredda che non passa”

avrei voluto dire ad Obama e tu mi hai aiutato

a dirlo

o amico Arsenio amico di Eugenio, il mio caro e

amato Eugenio.

Resto a L’Aquila anche per mangiare

il pesce e la birra in un posto carino

un gazebo al Torrione ,pieno pieno di gente

ma dove non ci va Eugenio Montale,

Henry James , Frank Ohara Maurizio Cucchi

Carlo Erba e tutti gli altri

perché allora non sarebbe più il Torrione

ma viale della passeggiata dei poeti

e io sari ancora più felice di rimanere a L’Aquila

non solo per mangiare la pizza e il pesce fritto.

Eremo Via vado di sole , L'Aquila venerdì 1 ottobre 2010

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