
La versione di Barley
Giuseppe Grimaldi e Giorgio Grossi non abitano più qui. E neppure Alfredo,Pasqualino e Gianni ,amici reali e immaginari di Grimaldi e Grossi. Parlavano sempre di quel Gianni che non ho mai potuto conoscere e che , secondo me non esiste, e se l’erano inventati chissà perché anzi si , riesco a capire, perché avere un Gianni come amico faceva classe.
Sono andati tutti via Giuseppe , Giorgio e i loro amici il sei aprile. Non riescono a ritornare. Vorrebbero entrare in qualche film o documentario che parla della loro città per tornare dentro quelle strade e quelle piazze di celluloide, belle colorate, variopinte, affollate di giorno appena frequentate di notte . Perché non possono entrarvi realmente oggi nella zona rossa chiusa e sorvegliata da sentinelle chesi danno l’allerta ogni ora : “sono le tre e tutto va bene. All’erta.” “ All’erta sto”.Il cantore del quartiere della Santa Giusta tra la Costa dei Masciarelli e la passeggiata ai Quattro cantoni non riesce a darsi pace di queste grida in pieno giorno e in piena notte. Un all’erta come il grido di un’aquila, come il borbottio di un gufo.
Il suo mondo era fatto di cinque strade. “Ad ogni angolo un negozio di tabacchi, una drogheria, un bar e una lavanderia” Lo dice a tutti, lo ripete sempre . Il suo mondo erano cinque strade. Ora chiuse, ora deserte, con le tabaccherie chiuse, con i bar chiusi, con le drogherie chiuse, con le lavanderie chiuse.


E qualche bottiglia di quel nettare poi Barley, che dava una sua versione dei fatti che avevano interessato negli ultimi tempi quella città, la portava sulla tomba della “povera” moglie quando le parlava di come le cose continuavano ad andare quaggiù. Ogni tanto un piccolo sorso anche per darsi coraggio . A volte rimaneva fino a quasi buio tra quelle tombe , specialmente d’inverno e e sentiva dei respiri, dei sospiri , dei fiati gelidi e poi si impressionava a tutte quelle luci che erano sempre accesiedi giorno e di notte ma che all’improvviso sul calare della sera , nell’avvicinarsi del buio apparivano.

Giuseppe e Giorgio non sono più tornati nella loro città da quando sono andati via . Ci vanno al loro posto file di turisti che comprano il torrone e l’odore della mostarda e dei cetrioli sotto aceto si spande per alcune strade e ti raccontano il segreto della drogheria che sta facendo l’esperimenti di riaprire ma è l’unica , la sola. Tutta quella roba conservata che tiene nei banchi e negli scaffali : niente chimica ,dieci giorni a marinare o sotto sale ed ecco il segreto, per esempio, delle spezie.

Ascolta quello che si racconta a quei tavoli mentra si sorseggia quel liquido bruno, bianco, rioato, rosso .
“Giacomo sa giocare bene a bowling ,quello che frequenta a Sassa . Lo hanno soprannominato Beauty”. Questo dicevano l’altra sera e lui sapeva che il suo amico Giacomo Beauty si è deciso ad aprire un ristorante e lo ha chiamato appunto Beauty. Serve un panino con il sesamo , un bagel , così a volte lo chiama con un vezzo all’americana, con salmone affumicato , crema di formaggio, cipolla e pomodoro.

A quei tavoli dunque ascolta storie di cibo e di alcool e si scorda che Giuseppe Grimaldi e Giorgio Grossi e i loro amici veri o immaginari non abitano più qui.
Il negozio di casalinghi è stato rimpiazzato da un parrucchiere unisex , un negozio di video ha ceduto il posto ad una tavola calda. Il mio quartiere non ha più quella vecchia libreria dove si beveva caffè e si leggevano poesieo forse no , là proprio non si beveva caffè ma al bar più sopra nella piazza . Forse apriranno in questa città uno spaccio di medicine solistiche e una specie di tempio buddista o una sinagoga che le chiese ce ne sono tante anche se ora sono tutte chiuse.

Eremo Via vado di sole, L’Aquila, giovedì 21 ottobre 2010
Nessun commento:
Posta un commento