
Il barbiere di Siviglia. Melodramma buffo in 2 atti di G.Rossi , musica di G.Rossini, Roma, 1816
Una voce poco fa
(Rosina ,camera nella casa di Don Bartolo. Nelle scene precedenti Rosina si è appena sentita con qualche battuta di reazione alla serenata del conte ma qui ha una scena tutta sua che comincia e termina con un recitativo. L’orchestra si esibisce sulla breve sonora introduzione e si mertte quasi a tacere sotto l’Andante vocale che il contralto vocale articola con più energia che tenerezza come scrive Stendhal ; energia che diventa grinta viperina nella cabaletta un moderato introdotto dal primo violino e dal primo clarinetto )

qui nel cor mi risuonò,
il mio cuor ferito è già
e Lindor fu che il piagò.
Sì, Lindoro mio sarà,
lo giurai, la vincerò:
Il tutor ricuserà,
io l’ingegno aguzzerò.
Alla fin s’accheterà
e contenta io resterò…
Sì, Lindoro mio sarà,
lo giurai,la vincerò
Io sono docile,
son rispettosa,
son obbediente ,
dolce, amorosa;
mi lascio reggere,mi fo guidar.
Ma se mi toccano,
dov’è il mio debole ,
sarò una vipera
e cento trappole
prima di cedere
farò giocar.

Al goffo padrone di casa il sinistro maestro di musica descrive gli effetti della calunnia.L’arma che consiglia di adottare contro il pericoloso conte d’Almaviva. L’aria , tanto originale anche se impostata sulla stessa tonalità della “calunnia “ del Barbiere di Paisiello , è un allegro ma comincia sottovoce con i primi violini, gli oboi , i flauti che suonano sembrando le spire del cupo manto della Calunnia dipinta da Botticelli. Pian piano i violini “ al ponticello” e poi gli altri archi,e poi i fiati si mettono a sibilare , a ronzare , a rumoreggiare, , a tuonare proprio come canta il basso , fino alla rappresentazione di un immane ,eroicomica catastrofe,

un'auretta assai gentile che insensibile sottile leggermente dolcemente incomincia a sussurrar.
Piano piano terra terra,
sotto voce, sibilando va scorrendo, va ronzando; nelle orecchie della gente s'introduce destramente, e le teste ed i cervelli fa stordire e fa gonfiar.
Dalla bocca fuori uscendo
lo schiamazzo va crescendo: prende forza a poco a poco, scorre già di loco in loco, sembra il tuono, la tempesta che nel sen della foresta, va fischiando, brontolando, e ti fa d'orror gelar.
Alla fin trabocca, e scoppia,
si propaga si raddoppia e produce un'esplosione come un colpo di cannone, un tremuoto, un temporale, un tumulto generale che fa l'aria rimbombar.
E il meschino calunniato
avvilito, calpestato sotto il pubblico flagello per gran sorte va a crepar.

Il conte di Almaviva è innamorato della bella Rosina, che abita nella casa del suo anziano tutore, don Bartolo, a sua volta segretamente intenzionato a sposarla. Il conte chiede a Figaro, barbiere nonché "factotum della città", di aiutarlo a conquistare il cuore della ragazza, alla quale si è presentato sotto il falso nome di Lindoro. Figaro consiglia al conte di cambiare personalità e fingersi un giovane soldato, cui Rosina si dimostra presto interessata grazie anche ad una bella serenata cantata sotto le finestre della casa del dottore; il barbiere procura inoltre a Lindoro un foglio che ne attesta la temporanea residenza in casa di don Bartolo e tenta di allacciare i rapporti con Rosina.Don Basilio, il maestro di musica della ragazza, sa della presenza del conte di Almaviva in Siviglia e suggerisce a don Bartolo di calunniarlo per sminuirne la figura, giunge in casa sorprendendo Figaro e Rosina. La ragazza aveva già scritto un biglietto per Lindoro, ma Don Bartolo si accorge che manca un foglio dal taccuino e striglia Rosina.Secondo i piani, il conte di Almaviva irrompe nella casa di Don Bartolo fingendosi un soldato ubriaco, ma crea una tale confusione che arrivano i gendarmi. Quando però il conte si fa riconoscere di nascosto dall'ufficiale, i soldati si ritirano in buon ordine, lasciando Don Bartolo esterrefatto.


Il Barbiere di Siviglia, con le sue melodie eleganti, i suoi ritmi trascinanti e il suo su


Come spesso capita nello strano mondo della lirica, Il Barbiere, alla sua prima rappresentazione - il 20 Febbraio 1816 al Teatro Argentina di Roma - fu un fiasco strepitoso.Il giovane Gioachino, con quell'opera, aveva osato sfidare il grande Paisiello,mettendo in scena, mentre era ancora vivo il famoso compositore napoletano, un'opera che lo stesso aveva gia musicato. Il confronto con Paisiello era temuto, tanto che nel libretto fu pubblicato un "Avvertimento al pubblico" in cui si affermava che: "Il Signor Maestro Gioachino Rossini, onde non incorrere nella taccia d'una temeraria rivalita con l'immortale autore che l'ha preceduto, ha espressamente richiesto che Il Barbiere di Siviglia fosse di nuovo interamente versificato, e che vi fossero aggiunte parecchie nuove situazioni di pezzi musicali, che erano d'altronde reclamate dal moderno gusto teatrale, cotanto contagiato dall'epoca in cui scrisse la sua musica il rinomato Paisiello." Questo non evito che gli ammiratori del Paisiello boicottassero la "prima", inveendo e rumoreggiando per l'intera esecuzione. A cio bisogna aggiungere le mille disavventure che capitarono durante l'intera rappresentazione, lasciando esterrefatto lo stesso Maestro pesarese, che dal cembalo dirigeva l'opera.


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