martedì 29 marzo 2011

INCIPIT : Visioni


INCIPIT : Visioni


Il vino profuma di scorza di arancia. Sulle pagine del libro sfogliate una a una lentamente si disegnano le onde della musica che arriva dall’altra stanza.

E’ la luce tenua e ingenua del tramonto che passa attraverso le serrande della finestra e porta con sé le prime ombre della sera. Ombre che si mischiano con la musica e si imprimono nelle pagine del libro.

Sul palato sento la morbidezza e il nerbo di quelle note di agrumi e la loro persistenza aromatica.


Un bicchiere di vino giallo dorato sul tavolo aspetta. Non so darmi la pena e non vale forse la pena di tentare di cercare un sinonimo per quella sensazione che dentro spinge nel petto. E trasfigura qualcosa da dentro a fuori come un alleggerirsi del peso corporeo per espandersi là dove la musica già ha occupato ogni cosa. Che , visioni poi riportano la sensazione di come quando avendo imparato ad andare in bicicletta da bambini la si è abbandonata per anni e la si riprende d’un tratto. La sensazione è come se non l’avessimo mai abbandonata , meglio lasciata solo da qualche giorno.

E’ l’affacciarsi a ritroso nelle scene del proprio passato che comincia un raccoglimento così perfetto che non necessita di essere condiviso. Un raccoglimento là nella stanza davanti ad un bicchiere di vino ancora pieno sul tavolo e con un libro ormai quasi interamente sfogliato.

Quanto si può stare bene da soli nelle visioni di girare la chiave in una toppa.

Ed ecco la porta aprirsi e dalle pagine del libro apparire lo scoglio di Mompracem . Da ragazzo ho letto di romanzi di Salgari, le storie delle sue tigri sui mari d’oriente.


Da adulto ho poi appreso del tragico suicidio di Salgari il 25 aprile 1911 quasi cento anni fa. Un uomo che aveva viaggiato nei mari della Malesia stando seduto alla sua scrivania per una vita intera. Una vita intera a sognare avventure per quei mari con il cuore allo scoglio di Mompracem.

Sandokan e Yanez de Gomena solcano il mare e la giungla al comando dei tigrotti , spalleggiati dal fedele Kammamuri.

Li ho lasciati che entrambi Sandokan e Yanez , maturi fisicamente sono entrambi sul trono. Il pirata malese , nel romanzo Sandookan alla riscossa si riappoorpria finalmente del regno del padre strappandolo ad un usurpatore. Yanez , fratello portoghese nel romanzo la rivincita di Yanez recupera lo scettro di rajah nello stato indiano dell’Assam .

Ora li ritrovo invecchiati, inflacciditi, in tutti quei regni arabi che devono fare i conti con rivolte e rivoluzioni, con il moto dei popoli che cercano libertà, sempre maggiore libertà.

E stando al libro di Paco Ignacio Taibo “Ritornano le tigri della Malesia” ritornano senza corona e senza regni ma rivali tra loro . A loro Taibo vuole addossare tutte le nefandezze fatte dai colonialisti : quasi un concentrato di tutte le nefandezze di cui è capace il capitalismo predatorio.


Mi viene una sincope di fronte alla complessità di questa storia e preferisco ricordare i grandi amori Sandokan e Marianna, Yanez e Surama, Tremal Naik e Ada.

Quei grandi amori che fanno sognare con la loro parca , solenne, inutile sensualità. Si trattava di una sensualità molto particolare, come per dire priva di passione. Per dirla in due parole si trattava non tanto della passione dei sensi quanto del sentimento dei sensi. C’è una grande differenza e un grande salto di qualità in questa differenza. La stasse differenza e lo stesso salto di qualità tra due persone distese su una spiaggia a godersi la brezza : uno dei due sensualmente tace, emanando così la propria sensualità , l’altro invece sente il bisogno di dire “ Com’è bella quest’aria”

La sensualità di quella scorza d’arancia che racconta nella musica della stanza accanto e nell’ombra di una chiusa passione di sé stessi la particolarità di quelle storie avventurose di libri necessari.

Così fin dall’infanzia Salgari è stato per me una delle forme della felicità. Una mescolanza di appagamento e di appetito , un piacere fisico prima che intellettuale, l’appello ad ascoltarlo senza fine che il cuore faceva alla mente nelle notti insonne alla luce di una lampada dal filamento ahimè non a risparmio.

L’energia elettrica per rischiarare quei caratteri che si presentavano nel buio dell’anima ad un ragazzo che conobbe la letizia per suo temperamento e la versò di suo dentro alla vita tormentata .

E nella giostra delle persone, quelle altre, tutte quella altre che hanno amato allo stesso modo Salgari sono salito per decifrare nella filigrana della passione le vicinanze e le lontananze , gli arrivederci e gli addii , con quelle persone mentre Sandokan e Yanez impegnatia combattere contro il mare, contro la natura , contro gli usurpatori non sono mai venuti inmio aiuto .


Eremo Via vado di sole , L'Aquila, martedì 29 marzo 2011

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