Erano artisti e poeti, amavano la bellezza struggente, il dettaglio prezioso, la cura raffinata degli ambienti. Rappresentavano una natura insieme fantastica e realistica, descrivendo con tratti forti e deliziosi le più sognanti espressioni del volto umano: i membri della Confraternita dei Preraffaelliti, associazione nata a Londra alla metà del secolo XIX, erano esteti colti, nemici della mediocre società vittoriana, ostili al quel volgare mondo degli affari edell’arricchimento che stava assumendo intorno a loro i caratteri dell’ormai trionfante flagello capitalistico. Sognavano il ritorno al Trecento e al Quattrocento italiani: il Beato Angelico, Luca Signorelli, Filippino Lippi, la città medievale, una società ordinata e apparentemente serena, un mondo ritmato sull’uomo, l’amore per il bello…Volevano riandare a quelle madonne fiorentine delicate, di armonicissima proporzione e di aggraziatissimo tratto, che erano in fondo le donne di tutti i giorni, che i nostri antichi pittori potevano incontrare per strada, figure di popolo, ma di un popolo nobile, insieme severo e giocoso, gente come attraversata da un innato senso dell’armonia.”
I principali esponenti furono Dante Gabriel Rossetti, William Hunt, Ford Madox Brown, John Everett Millais, William Morris, Edward Burne-Jones.E fu Rossetti, figlio di un carbonaro italiano esule e appassionato di Dante, a coniare la definizione di "Pre-Raphaelite Brotherhood". L'immaginario preraffaellita mescola il romanticismo all'inquietudine interiore, all mondo onirico, all'estetismo raffinato, privilegiando la decorazione pre-Liberty.
La prima mostra in Italia sui preraffaelliti è stata realizzata nel 2009. Il progetto di mostra dedicato a I Preraffaelliti e il sogno italiano. Da Beato Angelico a Perugino, da Rossetti a Burne-Jones curato da Colin Harrison, Christopher Newall, Claudio Spadoni e promosso dal Comune di Ravenna, dall’Assessorato alla Cultura, dal Museo d’Arte della città e dall’Ashmolean Museum di Oxford con il generoso sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, si è tenuto nelle sale del Mar dal 28 febbraio - 6 giugno 2010, e dal 15 settembre - 5 dicembre 2010 presso l'Ashmolean Museum di Oxford, anche con l’intento di indagare il ruolo artistico e culturale dell'Italia per quel movimento chiamato "Preraffaellita".
Altrettanto importante è, infatti, il forte incremento in Inghilterra, fin dall'inizio del secolo, di un collezionismo pubblico e privato di arte italiana, che confluirà nella formazione del primo nucleo della National Gallery (1834), costituito da importanti acquisti provenienti dalla dispersione di patrimoni prevalentemente aristocratici del nostro paese.
Una sala della mostra è dedicata alla diffusione del «gusto dei primitivi» italiani, documentato attraverso una selezione di cromolitografie della popolarissima Arundel Society, di incisioni di Carlo Lasinio dagli affreschi del celebrato Camposanto di Pisa e da incisioni di William Young Ottley ispirate agli «old masters» della scuola fiorentina.
A chiusura dell'esposizione viene presentata una sezione di artisti italiani - Nino Costa, Giulio Aristide Sartorio, Adolfo De Carolis, Gaetano Previati - che negli ultimi decenni del XIX secolo, proprio attraverso la scoperta dei «preraffaelliti» inglesi, recuperano la tradizione artistica del Rinascimento come matrice culturale ed ideologica dell'identità italiana.
Ma la mostra di Roma in realtà celebra la musa segreta contesa dai pittori preraffelliti il cui volto diventa il simbolo del movimento inglese.
Comincia così una storia che arriva fino alla convivenza. Racconta Maria Teresa Benedetti : “ Ne è subito attratto m anon può legarsi a lei perché nella sua vita c’è Elizabeth Siddal, giovane commessa di modista, modella per vari pittori preraffaeliti e “Beatrice” di tanti suoi lavori di soggetti danteschi che vive con lui sul Tamigi. Sfumata la passione iniziale Elisabeth è diventata oppressiva e invadente. Ma è difficile liberarsene anche perché è molto malata e quindi Rossetti favorisce il matrimonio di Jane con l’amico Morris “. Il matrimonio per un po’ Elizabeth funziona . Poi , continua a raccontare Benedetti “ Per un po’ Rossetti ritrae Jane solo ogni tanto . La sua modella preferita è Fanny Cornforth, amante abbordata per strada. Nel 1860 sposa Elizabeth che dà alla luce un bamibo morto e si suicida ingerendo una dose letale di Laudano. Divorato dai rimorsi Rossetti si trasferisce in una grande domora senza ricordi , che arreda con tende di chinz indiano . porcellani cinesi , quadri italiani Popolando il giardino di animali esotici e le sale di amici strani. Organizzando sedute spirtiche e letture di Sade e Baudelaire “
Rossetti in questa fase guadagna molto, spende di più è affetto da disturbi alla vista ed è stanco. Cloralio e whiscky sono per lui una droga fatale. In questa fase della sua vita rientra preponderante Jane . Siamo al 1866. Inizia un epistolario affascinante e addirittura rossetti affitta una villa insieme con Moreris marito di Jane. La ritrae ora sempre nella stessa posa e a lei dedica sempre le stesse poesie monocordi e ossessive. . Il marito Morris lascia per un’intera estate Jane insieme con Rossetti. E’ forse un’amicizia garbata, non ci sono prove che lei ricambi. Di fatto nel 1872 Rossetti tenta il suicidio e vive poi un tracollo drammatico fino alla morte avvenuta nel 1882 vivendo da recluso , vende gli arredi della casa . La moraltsica società vittoriana lo denigra con toni apocalittici : sta riducendo Londra ad una Sodomia e Gomorra. Jane continua a posare per lui e lui a dipingere. Muore a 54 anni . Lei a 75 nel 1914.
sabato 19 febbraio 2011
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