giovedì 3 febbraio 2011

DIARIO DI UN TERREMOTO . Diario per certi versi poesia e per certi versi prosa 3,4 e 5 agosto 2009

DIARIO DI UN TERREMOTO . Diario per certi versi poesia e per certi versi prosa 3,4 e 5 agosto 2009

L’Aquila, 3 Agosto 2009

Sa signor Presidente glielo devo dire

mi ascolti almeno per una volta

per favore non ci venga più a L’Aquila

perché ogni volta che viene è come quando

veniva a trovarci la zia zitella della mia

infanzia

veniva a trovarci e quando se ne andava

ci lasciava cinquanta lire in dono

a noi bambini

ma poi babbo e mamma io ero

appunto bambino

li sentivo che parlavano di quello

che faceva

di quello che non faceva di dove andava

di dove non andava e mi dispiaceva

perché la zia era gentile e anche carina

così almeno mi sembrava erano gli occhi

innocenti di un bambino.

Signor Presidente mi dia retta non venga

a L’Aquila

perché qua è un casino anche per farsi uno

shampo

che a Elio e Marachella al Torrione bisogna

fare la fila

ma che ci viene a fare a L’Aquila

L’Aquila che è una favelas di baracche

a proposito le conosce le favelas?

Io le ho viste in tivvù tu le puoi vedere

dal vivo basta che lo dici al tuo amico

Lula

che ti fa pure da cicerone che sei un ospite

illustre

che ci vieni a fare a L’Aquila

perché alla mensa della protezione civile

si mangiano

sempre le stesse cose eppure

le patate mi piacciono

e cambia menù solo quando vieni tu

(è per questo che ci vieni ?)

perché quando cerchi un ufficio

devi sempre ricominciare da capo e non lo trovi

due volte allo stesso posto

perché com’era il sei aprile è così ancora oggi

il centro storico

che quattro macerie, forse un po’ più di

quattro

non sanno dove portarle e chi le vuole a destra

e chi le vuole a sinistra

e chi a quel prezzo che pagano il trasporto

se le porterebbe a casa e se le metterebbe

sotto il letto

pur di averle anche con l’amianto.

Signor Presidente ad agosto vanno in ferie

i vigili del fuoco gli unici che hanno

lavorato ad imbracare a sgomberare

e quindi ad agosto che ci vieni a fare.

Che se poi vuoi venire vieni pure

io mica te lo posso impedire

ti aspetto ad un tavolo del Bistrot

quello sotto Strinella 88 di fronte

ai minorenni dove tengo la tenda che ti

voglio dire

quattro cose riservate a quattr’occhi

veramente il numero tre sarebbe perfetto

ma io una cosa in più ho da dirti

che poi al tre perfetto ci credeva solo

Dante Alighieri che ci ha fatto nella Divina

Commedia

due palle – pardon – che ce ne ha tanto parlato

che forse a pensarci bene ci credo anch’io

e tu ?

L’Aquila, 4 Agosto 2009

State

mandando in rovina me e il vostro fottuto

paese con questa storia delle case del bando

a punti uno due punti cinque punti

a sessantacinque

anni, cinque punti con l’accompagno delle tasse

che un giorno si ripagano a gennaio

e un giorno

non si ripagano a gennaio che il sindaco

riconsegna o non riconsegna la fascia tricolore

che la zona franca si fa o non si fa.

E questo non è da ora.

E’ tutto maledettamente democratico e ordinario

e scontato,

sono scioccato al mio vecchio paese, anzi

alla mia vecchia città

stanno cambiando nome a tutto

appalti, gare, sovvenzioni, delibere

tutto si chiama …. aspetta che mi ritorni

in mente

lo avevo pensato tre minuti fa ma che ci

posso fare

alla mia età sono diventato labile e non me

lo ricordo più.

Mi sono scocciato davvero

ci sono giorni che è come vedere un brutto film

non tutto è semplice e interessante

da vedere

sento molta malinconia

sento nel cuore un dolore e lo sa Dio

che il cuore non c’entra

per niente, è il culo che mi fa male

e il dolore lo sento al cuore.

Ah com’è possibile

con tutta questa gente che fa quello

che gli pare

che buffa gente però, come si fa ad essere

più buffi di noi stessi

e come si fa a non esserlo qui a L’Aquila

caro mio Frank O’Hara prestami i tuoi

Lunch poems

che ti voglio fare un omaggio voglio

dire come te tra parentesi

( ma queste sono solo cazzate )

Ahimè non per noi, non per noi !

L’Aquila 5 Agosto 2009

Di te amavo altro e ora il

mio amore

come uno può immaginare è altro

ancora :

il mio amore è come un giardino

in riva al mare, un giardino in fiore,

il mio amore ha imparato a sperare,

paziente e silenzioso attende che cresca

la marea.

C’era una volta il mare

con a riva una nave

ed era lieve salpare.

Tenda n. 2 del Complesso " L. Ferrari "Via Acquasanta L'Aquila

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