DIARIO DI UN TERREMOTO . Diario per certi versi poesia e per certi versi prosa 3,4 e 5 agosto 2009
L’Aquila, 3 Agosto 2009
mi ascolti almeno per una volta
per favore non ci venga più a L’Aquila
perché ogni volta che viene è come quando
veniva a trovarci la zia zitella della mia
infanzia
veniva a trovarci e quando se ne andava
ci lasciava cinquanta lire in dono
a noi bambini
ma poi babbo e mamma io ero
appunto bambino
li sentivo che parlavano di quello
che faceva
di quello che non faceva di dove andava
di dove non andava e mi dispiaceva
perché la zia era gentile e anche carina
così almeno mi sembrava erano gli occhi
innocenti di un bambino.
Signor Presidente mi dia retta non venga
a L’Aquila
perché qua è un casino anche per farsi uno
shampo
che a Elio e Marachella al Torrione bisogna
fare la fila
ma che ci viene a fare a L’Aquila
L’Aquila che è una favelas di baracche
a proposito le conosce le favelas?
Io le ho viste in tivvù tu le puoi vedere
dal vivo basta che lo dici al tuo amico
Lula
che ti fa pure da cicerone che sei un ospite
illustre
che ci vieni a fare a L’Aquila
perché alla mensa della protezione civile
si mangiano
sempre le stesse cose eppure
le patate mi piacciono
e cambia menù solo quando vieni tu
(è per questo che ci vieni ?)
perché quando cerchi un ufficio
devi sempre ricominciare da capo e non lo trovi
due volte allo stesso posto
perché com’era il sei aprile è così ancora oggi
il centro storico
che quattro macerie, forse un po’ più di
quattro
non sanno dove portarle e chi le vuole a destra
e chi le vuole a sinistra
e chi a quel prezzo che pagano il trasporto
se le porterebbe a casa e se le metterebbe
sotto il letto
pur di averle anche con l’amianto.
Signor Presidente ad agosto vanno in ferie
i vigili del fuoco gli unici che hanno
lavorato ad imbracare a sgomberare
e quindi ad agosto che ci vieni a fare.
Che se poi vuoi venire vieni pure
io mica te lo posso impedire
ti aspetto ad un tavolo del Bistrot
quello sotto Strinella 88 di fronte
ai minorenni dove tengo la tenda che ti
voglio dire
quattro cose riservate a quattr’occhi
veramente il numero tre sarebbe perfetto
ma io una cosa in più ho da dirti
che poi al tre perfetto ci credeva solo
Dante Alighieri che ci ha fatto nella Divina
Commedia
due palle – pardon – che ce ne ha tanto parlato
che forse a pensarci bene ci credo anch’io
e tu ?
L’Aquila, 4 Agosto 2009
State
paese con questa storia delle case del bando
a punti uno due punti cinque punti
a sessantacinque
anni, cinque punti con l’accompagno delle tasse
che un giorno si ripagano a gennaio
e un giorno
non si ripagano a gennaio che il sindaco
riconsegna o non riconsegna la fascia tricolore
che la zona franca si fa o non si fa.
E questo non è da ora.
E’ tutto maledettamente democratico e ordinario
e scontato,
sono scioccato al mio vecchio paese, anzi
alla mia vecchia città
stanno cambiando nome a tutto
appalti, gare, sovvenzioni, delibere
tutto si chiama …. aspetta che mi ritorni
in mente
lo avevo pensato tre minuti fa ma che ci
posso fare
alla mia età sono diventato labile e non me
lo ricordo più.
Mi sono scocciato davvero
ci sono giorni che è come vedere un brutto film
non tutto è semplice e interessante
da vedere
sento molta malinconia
sento nel cuore un dolore e lo sa Dio
che il cuore non c’entra
per niente, è il culo che mi fa male
e il dolore lo sento al cuore.
Ah com’è possibile
con tutta questa gente che fa quello
che gli pare
che buffa gente però, come si fa ad essere
più buffi di noi stessi
e come si fa a non esserlo qui a L’Aquila
caro mio Frank O’Hara prestami i tuoi
Lunch poems
che ti voglio fare un omaggio voglio
dire come te tra parentesi
( ma queste sono solo cazzate )
Ahimè non per noi, non per noi !
L’Aquila 5 Agosto 2009
mio amore
come uno può immaginare è altro
ancora :
il mio amore è come un giardino
in riva al mare, un giardino in fiore,
il mio amore ha imparato a sperare,
paziente e silenzioso attende che cresca
la marea.
C’era una volta il mare
con a riva una nave
ed era lieve salpare.
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