venerdì 26 settembre 2014

BIBLIOFOLLIA  :PaoloAlbani ISTRUZIONI PER MANGIARE UN LIBRO

   Da tempo, a proposito delle varie tecnicheescogitate per assimilare il contenuto di un libro (comunemente si pensa che lamigliore sia quella di leggerlo), sta prendendo campo l’idea che una delle piùefficaci e promettenti sia la tecnica che prescrive di mangiarlo, il libro,copertina e sopraccoperta incluse. È un’idea non nuova: il diplomaticofiammingo Ogier Ghislain de Busbecq (1522-1592) racconta, sulla base di notizieavute dai turchi, che i tartari mangiano i libri convinti di assorbirne lasapienza in essi racchiusa.
    Il ritorno sul mercato libraio della bibliofagia −pratica che ha origini lontane, almeno da quando Dio ordinò a Ezechiele dimangiare (anche se forse in senso metaforico) un lungo rotolo denso di paroleche si sciolsero come miele nella bocca del profeta − è stato salutato un po’da tutti con grande entusiasmo: editori, librerie, edicole, supermercati hannoesultato vedendo aumentare le loro vendite di libri; perfino le biblioteche sirallegrano, obbligate come sono per decreto ministeriale a farsi ricomprare illibro una volta mangiato dall’utente cui è stato dato in lettura o in prestito(gli unici dispiaciuti - e c’è da capirli, poveretti - sono i collezionisti chei libri spesso nemmeno li aprono per conservarli più a lungo).
    Di fronte all'ampia e inarrestabile diffusione del fenomenodella bibliofagia può essere utile la consultazione di questo piccolomanuale di istruzioni, uscito anonimo il mese scorso per le Edizioni Bartleby,che affronta il tema di come ingerire e gustare al meglio la prelibatezza di unlibro.

    1. Scelta del libro. Una volta individuati il genere el’autore è consigliabile orientarsi su volumi di media portata (non più di150-200 pagine), preferibilmente rilegati a filo (la colla può essere pesante,senza contare coloro che sono allergici a tale sostanza) e con copertina nonrigida. Naturalmente va da sé che per i buongustai e i lettori forti non sipone alcun limite al numero di pagine del libro da mangiare (un piatto specialeprediletto da questa tipologia di persone sono le enciclopedie, i dizionari egli atlanti geografici e storici in salmì). Per coloro che hanno problemi didigestione si consigliano particolari libri d’artista composti di fogli dicarta velina (sulla falsariga di quelli elaborati da Bruno Munari).

    2. Prima operazione. Non appena effettuata la scelta dellibro da mangiare, la prima cosa da fare è «sfogliare» il libro stesso, ovverostaccarne tutte le pagine, una per una, e metterle a bagnomaria. Per approntareun bagnomaria, si prepara anzitutto il composto cartaceo, cioè l’insieme deifogli non accartocciati, all'interno di un recipiente. Quindi si riempie di liquido,in genere acqua, un altro recipiente di forma e dimensioni adatte a contenereil primo recipiente in modo agevole e sicuro. Si mette il primo dentro ilsecondo e quest'ultimo sul fuoco o direttamente in forno. Tutto ciò rende piùmorbida la carta, liberandola allo stesso tempo da varie impurità tipo tarme ealtri insetti, polvere, macchie di unto, ecc. Si tenga presente che se un libroè intonso va da sé che più lungo dev'essere il tempo di cottura.

    3. Seconda operazione. Si prendono i fogli riscaldati, siseparano l’uno dall’altro facendo attenzione che non si rompano e si mettono aasciugare stendendoli a un filo, meglio se all’aria aperta, con una molletta dilegno o se preferite di plastica (evitare accuratamente l’acciaio che puòlasciare sui fogli ancora umidi delle piccolissime tracce residuali non propriogradevoli al palato).

    4. Terza e ultima operazione. Una volta asciutti si cucinanoi fogli del libro secondo la ricetta preferita. Ad esempio in un articoloapparso sulla rivista Le Livre del 1880 Pierre Gustave Brunet ricordacome uno scrittore scandinavo, dopo aver pubblicato nel 1643 un libellopolitico intitolato Dania ad exteros de perfidia Suecorum, divora perpunizione il suo scritto bollito nella zuppa. Le minestre, e in genere ognipiatto a base liquida, si presta in modo meraviglioso alla cucina di ogni ditipo di libro, specie quelli la cui trama, come il brodo, è allungatasurrettiziamente. Un famoso chef piemontese, Alberto Vettori, ha inventato il«romanzo alla Biron», ispirandosi all’omonimo personaggio delle Illusionsperdues di Honoré de Balzac, il giovane figlio di un orefice, segretariodel barone di Goërtz, ministro di Carlo XII, re di Svezia («Il giovanesegretario trascorre le notti a scrivere; e come tutti i grandi lavoratoricontrae un'abitudine, si mette a masticare la carta [...]. Il nostro belgiovane comincia con della carta bianca, ma vi fa l'abitudine e passa ai fogliscritti, che trova più saporiti [...]. Infine il piccolo segretario, di saporein sapore, finisce con il masticare delle pergamene [la masticazione lenta -altrimenti detta slow chewing - è un fattore importante per digerirebene la carta, ndr] e mangiarle»). La ricetta del romanzo cucinato allaBiron consiste nel prendere un romanzo (quelli di Moravia vanno benissimo),lessarlo bene a fuoco lento in una pentola stretta e alta aggiungendo circa 3litri di acqua per ogni kg di carta e 12-15 grammi di sale, pepe, sedano,cipolla e chiodi di garofano; quando il bollito di carta romanzesca sarà cottoa puntino (con i romanzi di Moravia è facile raggiungere in breve tempo unottimo stato di sfinimento), prendetelo con un mestolo forato, fatelosgocciolare e poggiatelo su di un tagliere, tagliatelo a fette di circa 5 cm dispessore utilizzando un coltello dalla lama liscia e lunga; disponete le fettedi carta su di un piatto da portata e servite immediatamente.

4. Suggerimento finale. Fate attenzione: ricordatevi che, così come nel campodei miceti esistono alcune specie di funghi che sono velenose, anche in quellolibraio esistono volumi nocivi, perciò bisogna stare in guardia e considerareche non tutti i libri sono commestibili; ve ne sono alcuni decisamenteimmangiabili, tossici e deleteri, altri che richiedono speciali procedure peressere cucinati a dovere al fine di non rovinarli e renderli poco appetibili.Ad esempio per cucinare un Perec è necessario seguire rigorosamente determinateregole, altrimenti si rischia di fallire come avviene con l’impazzimento dellamaionese; lo stesso vale nella preparazione di un buon piatto a base di paginedi Céline: in questo caso conviene prima togliere tutti gli innumerevolipuntini di sospensione disseminati nel testo che, al pari dell’aglio o delcetriolo, possono risultare indigesti. Per cucinare bene l’Ulisse diJoyce (consiglio di farlo in fricassea farcito di parole-macedonia) si develasciarlo frollare almeno una giornata intera.

settembre 2014
FONTE  :  http://www.paoloalbani.it/Mangiarelibri.html

Eremo Rocca S. Stefano 26 settembre 2014

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