venerdì 31 luglio 2015

T'amerò come allora



Ci sono sere che mi domando
t'amerò come allora
qualche volta ancora.
T'ho amato per tutte le donne
che non ho conosciuto
per le stagioni e i giorni
che non ho vissuto
per l'odore del pane fresco
che rincorro al mattino
tra i vicoli deserti
dove cammino sotto lo sguardo
delle finestre semichiuse.
Abbiamo ancora lo stesso sogno,
sussurro a me stesso, ma non è così:
lo stesso sogno cancellato
cancellato un giorno per sempre.
Ho un grande desiderio oggi
stracolmo d'inganni, di te
e del tuo corpo.
Perché io cheti il mio strazio
innamorato di desiderio
solo due cose posso fare
descrivere questo desiderio
come un'erba dolce amara
che avvelena la gola e soffoca
i polmoni
e non aggiungere l'ultima frase
perduta al di là di una parete
di nebbia e d'anni.

mercoledì 15 luglio 2015

Possono venire i ladri


Ho pensato - come dicono
i versi di un antico tango
argentino - di lasciare aperta
la porta di notte
per poter sognare che tu
ritorni.
Possono venire i ladri
ma non possono rubare
niente
perché è mio questo amore
io lo possiedo
e nessuno me lo può
portare via.
Così ora so che cosa si prova
a tenere dentro il cuore
questa passione
come quella di un dio
che abita la sofferenza
degli uomini e che non riusciamo
a capire.
E' lo stesso profumo
che viene dalle finestre annerite
delle case chiuse. Aspettano l'avvenire
e nelle stanze le voci
chetate d'un tratto all'improvviso
dopo il trambusto di quella notte
hanno una smorfia di estasi amorosa
che gli deforma il tono.

mercoledì 8 luglio 2015

E una mattina poi mi sono scordato








Domandavo dove sono le rose,
di lì si vedeva il giardino
ma non le rose e le siepi
con i buchi per gli uccelli.

Come un oceano di pelle
vidi le rose e quella casa:
la chiamavo la casa delle rose,
dove dormivano gatti e ragazzini.

Mi ricordo quei ragazzini
tutti spettinati e infangati dopo
la partita a pallone
e il lento declinare dei giorni
mentre aspettavano che passassero.

Mi ricordo la mia casa senza balconi
con le finestre a piano terra
e il freddo dei pini che toglievano il sole
divorando il sangue di chi ci viveva vicino.

Era il giardino dell'Acqua Santa
quella strada sui terreni per le patate
e i fiori di rosmarino e il profumo
del pane appena cotto.

E una mattina poi mi sono scordato
di tutto. Ed era come aver abbandonato
una mercanzia sulla bancarella
di pomodori, dei pomodori al mercato.

sabato 4 luglio 2015

BIBLIOFOLLIA I libri-gioiello di Lorenzo de' Medici.

I libri-gioiello di Lorenzo de' Medici. Una mostra dedicata ai 3 codici miniati commissionati dal Magnifico come doni nuziali per le figlie riccamente decorati da legature con ori, argenti, pietre dure e smalti policromi.


Spettacolari come dipinti, preziosi come gioielli: sono i codici miniati fatti realizzare alla fine del Quattrocento da Lorenzo de’ Medici, detto il Magnifico, per le figlie Lucrezia, Luisa e Maddalena. 


La mostra, a cura di Lucia Panini, inaugurata lunedì 10 settembre con la partecipazione di Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, è ospitata dalla Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze fino al 20 ottobre 2012. L’evento è promosso dalla Biblioteca Medicea Laurenziana e da Franco Cosimo Panini Editore con il patrocinio del Comune di Firenze e della Regione Toscana. 

Dopo cinque secoli, per la prima volta, capolavori assoluti del Rinascimento sono riuniti ed esposti insieme a Firenze nella mostra “Magnifici tre. I libri-gioiello di Lorenzo de’ Medici” 


Questa è la prima mostra interamente dedicata ai tre codici miniati commissionati dal Magnifico come doni nuziali per le figlie Lucrezia, Luisa e Maddalena. Riccamente decorati e impreziositi da sontuose legature con ori, argenti, pietre dure e smalti policromi, questi codici sono più simili a gioielli che a libri da sfogliare. 


Libro d'Ore di Maddalena

Oggi i codici sono gelosamente custoditi da tre diverse biblioteche: la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, la Bayerische Staatsbibliothek di Monaco e la Rothschild Collection di Waddesdon Manor, in Inghilterra.
Il manoscritto conservato da quest’ultima, classificato come MS. 16 e noto come codice Medici-Rothschild dal nome degli attuali proprietari, torna in Italia per la sua prima esposizione al pubblico. 

Il codice è esposto affiancato al codice Ms. Ashburnam 1874 della Biblioteca Medicea Laurenziana, preservato in un caveau blindato per ragioni di conservazioni e dunque abitualmente inaccessibile al pubblico. Del codice conservato in Germania, troppo fragile per essere trasportato in Italia, sarà esposta una fedele copia in facsimile, che andrà così a completare la "trilogia medicea". Una circostanza unica che permetterà al grande pubblico di scoprire questi tesori poco noti del Rinascimento e agli studiosi di confrontare dal vivo i manoscritti.

La visione dei manoscritti costituisce il momento finale di un percorso espositivo che immerge il visitatore all'interno delle tre opere. Oltre ai codici originali, in mostra saranno infatti esposte più di sessanta riproduzioni facsimilari delle pagine miniate, divise per tema: saranno così messe a confronto e commentate le illustrazioni dei tre Calendari (con le pittoresche scene delle attività svolte nei vari mesi dell'anno) e le straordinarie immagini degli Incipit, le più ricche di ogni libro. Le riproduzioni facsimilari delle pagine presentano le stesse caratteristiche formali, cromatiche e tattili degli originali, ma a differenza di questi ultimi possono essere ammirate e persino toccate dai visitatori.

La mostra, aperta dal lunedì al sabato (ore 9.30-13.30) si svolge presso la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze. Lo stesso biglietto permette di visitare anche il celeberrimo Vestibolo e la Sala di Lettura progettati da Michelangelo.

La mostra è organizzata e prodotta da Franco Cosimo Panini Editore, che ha recentemente pubblicato l'edizione in facsimile del codice Medici-Rothshild.

mercoledì 1 luglio 2015

IO NON SO SE RIUSCIRO'

di Valter Marcone

Io vado a tentoni
tra didascalie delle lettere
e lettere come didascalie
appena scritte, verso dopo verso.
Io abbandono gabbiani e tramonti
e guardo oggetti veri
- non perché gabbiani e tramonti
non siano veri -
ma voglio dire più vicini: tazze da caffè
frullatori, piatti, calzini e cappelli.
Io vado a tentoni
e il secondo verso non so che dirà.
Io non so se riuscirò
a visitare le terre più vicine
d'un cuore appena appena percorso.
Scrivo per antipatia e oggi
fuggo dalla poesia, poesia riparazione del mondo.
Il raccoglimento di fine giornata
nel domicilio della lingua
mi sorprende,
ahi quando è vera questa terra
della non poesia.

E IO PURE

di Valter Marcone

Entro spesso nelle chiese che trovo
lungo la strada
e mi fermo a guardare
gli angeli di pietra.
Passa un prete a volte,
un fiore vecchio dai colori sbiaditi
su un altare di plastica a volte
ha un odore insopportabile.
Mi piacciono i falsi e i falsari
e leggo il mondo a volte inquinato
dalla letteratura dove il vento
fa suonare muovendo con il suo respiro
relitti, pietre, ciarpame, lampioni,
manifesti strappati, uccelli, ombre,
l'uccello pianola
che mi canta dentro.
A volte non so che cosa
è vero e che cosa è falso
e io pure potrei farmi cosa,
falsa o vera, vera o falsa
io pure, non lo so.

GIACE LA LUNA SUL COLLE

di Valter Marcone

Giace la luna sul colle
e nella casa all'ombra tacciono
i rumori, la poca luce irrequieta
disegna orli di candore
come fili di fumo sui tetti
anch'essi d'ombra candida.
Io tutte queste cose ti racconterei,
queste cose che hai amato. Da quel tempo però
mutato il mondo per soffici
pennellate di verde pallido
e di azzurro chiaro, tutto è ormai
solitudine e la vita
sta sola in un orto murato
dove anche i colori sono prigionieri.
Si è fatto sera
e più non volano i fragili uccelli
tra le tarde nuvole dissolte
come un giorno passato
e nel cielo si scorge di nuovo
l'azzurro quando
già sono apparse le stelle.