giovedì 27 agosto 2015

Corpus Coelestinianum fonte della Perdonanza



Nella cornice dell'aula magna, sovrastata da un imponente soffitto ligneo, del restaurato palazzo Fibbioni, una delle attuali sedi del Comune dell'Aquila, nell'ambito degli eventi e delle iniziative del programma della 721esima Perdonanza è stato presentato il primo volume (di cui è stato pubblicato al momento solo il primo tomo) del Corpus Coelestinianum: "Il processo di canonizzazione di Celestino V". Il volume è stato curato dagli studiosi Alessandra Bartolomei Romagnoli e Alfonso Marini che, presenti all'incontro insieme a Walter Capezzali e al sindaco Massimo Cialente, ne hanno illustrato il contenuto e le fasi di ricerca e di realizzazione.

L'iniziativa di ricerca che ha permesso anche quella editoriale è stata affidata, come ha riferito il sindaco Cialente, che ne ha sottolineato non solo il prestigio accademico ma anche il valore scientifico, alla Società Internazionale per lo studio del Medioevo latino (S.i.s.m.e.l.). Ed è proprio il suo presidente, impossibilitato ad essere presente di persona, Agostino Paravicini Baglioni, uno dei più autorevoli studiosi di questo periodo storico e in particolare della figura e dell'opera del pontefice Bonifacio VIII, che nella premessa al volume, letta quasi interamente dal coordinatore dell'incontro Walter Capezzali, ne fa la storia, indicando le linee guida di un progetto che nasce negli anni ottanta del Novecento.

In sostanza in quegli anni, che hanno visto la realizzazione di otto convegni sulla figura e sull'opera di Celestino V organizzati dal Centro di studi celestiniani e dalla Associazione culturale degli Argonauti di Ferentino (i cui atti sono stati curati, anno dopo anno, dallo stesso Walter Capezzali), si delineò un programma e un progetto di ricerca che trova oggi un suo primo traguardo. Il primo convegno celestiniano si tenne a L'Aquila nel 1984 e fu organizzato dal professor Raoul Manselli (1917-1984) al quale successe, nella direzione scientifica, la sua allieva Edith Paszstor (1925-2015) che con i convegni, ai quali aveva chiamato eminenti studiosi, aveva voluto affermare che lo studio di Celestino doveva fondarsi, per una visione moderna e agguerrita storiograficamente, sulle fonti.

Il corpus delle fonti celestiniane, che appunto vengono pienamente studiate e iniziate a pubblicare in questo primo volume, consistono nella documentazione scritta (agiografie, cronache, testimonianze documentarie e cultuali) e iconografica riguardante Pietro dal Morrone, Celestino V dal 5 luglio al 13 dicembre 1294, l'unico papa del medioevo ad essere salito agli onori degli altari in seguito ad un processo canonizzazione.

Il progetto nato durante la realizzazione dei convegni risultò complesso per la quantità e la varietà tipologica dei testi in esame ed ebbe anche una battuta d'arresto per la scomparsa di Vincenzo Licitra che aveva avviato l'edizione dell'Opus metricum del Cardinale Jacopo Caetani Stefaneschi. L'idea fu ripresa dopo il terremoto dell'Aquila da Alessandra Bartolomei Romagnoli, che lo presentò all'allora presidente della Società internazionale per lo studio del medioevo Latino. Ed è stata proprio quest'ultima studiosa che, nel prendere la parola, ha voluto presentare il suo coautore Alfonso Marini, professore di storia medievale alla Sapienza, con il quale da quarant'anni condivide iniziative di studio e ricerca. Marini che ha poi affermato l'indispensabilità del lavoro della professoressa Bartolomei Romagnoli per la realizzazione dei testi contenuti nel volume e soprattutto per le traduzioni dei testi latini.

Ma che cosa contiene il volume "Il processo di canonizzazione di Celestino V"? Il volume è diviso in due parti. La prima parte, curata e introdotta da Alfonso Marini. riporta il Processo apostolico di canonizzazione contenuto nel manoscritto 1071 custodito a Parigi nella Bibliotheque de L'Arsenal che in verità contiene il compendio degli Atti dell'Inquisitio in partibus del processo di canonizzazione, la bolla di canonizzazione di Clementi V, entrambi tradotti da Bartolomei Romagnoli, e la traduzione a cura del Marini delle testimonianze cultuali e della Bolla di indizione dell'indulgenza di Collemaggio. La seconda parte, curata da Bartolomei Romagnoli, contiene con una introduzione e traduzione della stessa curatrice, il Processo-verbale dell'ultimo Concistoro segreto preparatorio alla canonizzazione e lo studio del testo coevo del cardinale Iacopo Caetani Stefaneschi La cerimonia della canonizzazione.

Questo pregevole lavoro dunque mette all'attenzione del lettore due mondi completamente diversi che nelle pagine del processo di canonizzazione si contrappongono.

Quello di un medioevo popolare che dà voce alla gente comune, specialmente alle donne, che si carica nel racconto dei fatti che appunto dovrebbero concorrere alla canonizzazione dell'eremita Pietro (non è stato mai canonizzato il Papa) di fascinazione, magia e altri elementi della cultura popolare medievale. Frate Pietro dal Morrone è un uomo della montagna e il suo Morrone è un monte Carmelo dove, arrivando fino alla vicina Maiella, egli ricerca solitudini aspre, sentieri di pastori, altezze che lo avvicinano a Dio. La Valle Peligna con la Valle dell'Orta è vista come una Tebaide dove appunto la tradizione orale racconta la leggenda dei cinque fratelli e sorelle Sant' Onofrio, San Terenziano, Santa Brigida, San Pietro Celestino e San Venanzio che nei loro eremitaggi vissero una santa vita.

Quello del potere della Curia romana che nell'occuparsi dei fatti che riguardano la vita di fra Pietro tende a giuridizzare, se così si può dire, la santificazione. Con un comportamento, se vogliamo, che annuncia la modernità. Celestino V è l'ultimo pontefice del 1200, un imperatore potentissimo che rinuncia al suo smisurato potere. E, si badi bene, come è stato anche sottolineato dai relatori, "rinuncia", che è cosa bene diversa dal "rifiuto" contenuto nella famosa versione dantesca del gesto. Gesto moderno, se vogliamo, visto che lo stesso pontefice a noi contemporaneo Benedetto XVI si è avvalso per la prima volta dopo Celestino di questa opportunità.

Due mondi che dunque si incontrano e si scontrano, anche al loro interno stesso, si vedano i contrasti manifestati dai cardinali della Curia nell'accettare o respingere le testimonianze, e che comunque confluiscono in una ricomposizione che la Santa Chiesa, fatta da uomini e per gli uomini, opera con un moto travolgente: la canonizzazione. In questo fulgore tra cielo e terra ogni umana debolezza scompare per ricomparire nella gloria dei cieli.



La presentazione è stata conclusa da un impegno, quello di presentare al più presto il secondo volume, che conterrà il manoscritto degli atti del Processo redatto a Sulmona e contenuto nell'Archivio capitolare della Diocesi.

mercoledì 26 agosto 2015

Quando domani andrò


- Quando domani andrò - dice il verso
d'una canzone appena udita
alla radio. Quando domani andrò
tra lo spazio di un saluto e quello
più lungo d'un pensiero là dove
dorme il passero e canta la cicala
tra quelle alte mura solitarie
nate da crete dilavate
là dunque mi fermerò.
Là l'idea di vita si screzia
e anche se tra i poggi bruciati
e le sparse rocche ancora
senti voci e vedi ombre
passeggiare al sole, là
dove passarono con tormento
di padre in figlio intere generazioni
là il vento non si dà tempo
e la vita non può andargli dietro.
E' quella la terra senza risposte
alle domande che improntarono
la nostra pena
la terra affaticata dal mare
dei mutamenti.

martedì 18 agosto 2015

IL SUSSURRO DELLE COSE


Il sussurro delle cose
come in un liquido amniotico,
le une sulle altre,
accatastate e in fasci,
sparse e raccolte,
si estende nella stanza,
per le strade, dentro i caffè, ai supermarket
per inscenare in un affresco stinto
il grave e muto incanto
del mondo
e io vi ritrovo e mimo
un lungo elenco di biografie
degli uomini, delle donne, dei giovani
dei vecchi della mia città.
La simmetria delle sequenze poi
è come un respiro amplissimo
colmate da cadenze
come di facce in fila
e con voce cava le conto
e non finisco mai di contarle;
ogni volta ricomincio
ed è l'inutile esercizio
degli scatti d una macchina fotografica
demente.

mercoledì 5 agosto 2015

ALICE NEL PAESE DELLE MARAVIGLIE E IL SUO 150° COMPLEANNO




Il 150° della composizionedi questa  favola  è stato ricordato nel mese di luglio convari eventi tra cui l’emissione difrancobolli, nuove traduzione ed edizioni, letture radiofoniche ed altro.


Il 4 luglio 1862,insieme al suo amico Robinson Duckworth ealle tre sorelline Liddell,Lewis Carroll fa una gita in barca sul Tamigi ,traFolly Bridge vicino Oxford e il villaggiodi Godstow.Lo annota sul suo diario aggiungendo che era stata quell’occasione ,in quel “golden afternoon” che era natoil racconto di Alice .” In quella occasione narrai loro la fiaba delle avventure di Alice sotto terra”.Il13 novembre annota inoltre  “Cominciai ascrivere la favola per Aloice , che avevpo raccontato loro il 4 luglio mentre andavamo a Godstow – spero di finirlaper Natale” La finirà nel febbraio successivo e le darà il titolo Alice’s Adventures Under Ground ( Le avventure di Alice sotto terra).

«Un regalo di Natale a una cara bambina in memoria di ungiorno d’estate». È’ la dedica sul manoscritto di Alice nel paese dellemeraviglie che il reverendo Charles Lutwidge Dodgson, ovvero Lewis Carroll,donò ad Alice Liddell il 24 dicembre 1864. La versione a stampa delcapolavoro vittoriano apparve l’estate successiva,

Il 150° della composizione di questa  favola  viene ricordato in questo mese di luglio convari eventi tra cui l’emissione difrancobolli, nuove traduzione ed edizioni, letture radiofoniche ed altro.

Lewis Carroll finanziò di propria tasca la prima edizionedel libro. Venne stampata con una tiratura di duemila copie. E furono tutte immediatamente ritirate perché John Tenniel – l’illustratore –non fu soddisfatto della resa delle immagini.
Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie hasegnato nella storia della letteratura per l’infanzia una tappa importante, anzi è stata quasi unospartiacque : si tratta, infatti, del primo libro esplicitamente dedicato ai bambini, praticamente ilcapostipite della letteratura per l’infanzia.
«Molte volte abbiamo vogato insieme, su quelle acquetranquille, io e le bambine mentre improvvisavo qualche favola per farledivertire. Nessuno dei racconti venne poi trascritto: vivevano e morivano comeeffemeridi. Almeno sino alla volta che, per caso, una delle piccoleascoltatrici mi chiese di scrivere una fiaba per lei. Da allora è passato tantotempo, tuttavia ricordo benissimo cosa accadde: cercavo un tema fantasticooriginale dopo aver cominciato a spedire la mia eroina in fondo alla tana di unconiglio. E andai avanti, senza avere la minima idea di cosa sarebbe accadutoin seguito».
Oxford, 1862: il giovane docente di matematica CharlesDodgson navigava in barca sull’Isis, un tratto del Tamigi, insieme alle trefiglie del prof. Liddell, grecista e decano della sua facoltà, e al reverendoDuckworth. In quel «pomeriggio dorato» Dodgson – come raccontò egli stesso –avrebbe inventato una «fiaba», Alice’s Adventures Underground, che poiavrebbe messo per iscritto e regalato a una delle tre sorelle, la piccola AliceLiddell, che all’epoca della gita in barca aveva 10 anni. Lo straordinario manoscrittoillustrato è ancora oggi custodito alla Britis
Ma come aveva conosciuto Alice ?

«Sono andato nel pomeriggio sino alla casa del decano perfotografare la cattedrale ma i tentativi sono falliti. Le tre bambine sonorimaste quasi sempre in giardino e siamo diventati ottimi amici. Abbiamoprovato a raggrupparle in primo piano ma erano troppo impazienti per restare inposa. Segno questa data con un sassolino bianco».E’ l’esplicita confessione diun incontro fortunato.Carroll che ama la fotografia incontra Alice , una delle tre sorelle Liddell e conlei annoda un rapporto importante. Tanto che continua nei mesi edanni successivi a ritrarla in molte pose e al ei invia lettere fino a quandoper volontà dei genitori questa corrispondenza e anche questo rapporto siinterrompe .

Alice Liddell,  nel1880  sposò a Londra Reginald Hargreaves,un giocatore di cricket dal quale ebbe tre figli. Rimasta vedova e costretta adaffrontare gravi problemi economici, si vide costretta a vendere all’asta il manoscrittoche in quel Natale del 1864 Carroll le aveva regalato . Era il 1928 e ne ricavòuna somma enorme (15.400 sterline),

In libreria i festeggiamenti sonoiniziati ad Ottobre 2014, quando MacMillan hapresentato due nuovissime edizioni, una di Alice el’altra dello Specchio. Entrambi i titoli contengono stampea colori delle illustrazioni di JohnMacfarlane, le stesse che vennero commissionate per accompagnarel’uscita della prima vera edizione per bambini (1927).Le prefazioni ai librisono rispettivamente di Hilary McKay (per il Paese delleMeraviglie) e di Philip Ardagh (per lo Specchio).
Perché, come si diceva la favola di Alice e del suo viaggio sotto terra rappresenta un punto fermo ormai nellaletteratura per l’infanzia?Perché come scrive GiuliaElena Vigoni in http://www.instoria.it/home/carroll_alice_paese_meraviglie_analisi_I.htm  “Dickens in Oliver Twist si era impegnato arendere il più realisticamente possibile le deplorevoli condizioni in cui ibambini erano costretti a lavorare; Emily Bronte con Wuthering Heightssi era cimentata con un romanzo tra il romantico e il vittoriano senza venirmeno ai dettami imposti dalla propria epoca; Oscar Wilde aveva criticato lasuperficialità dell’aristocrazia vittoriana, i valori morali ormai decaduti inun’epoca in cui tutto ruotava attorno all’apparenza, alla bellezza, alle mode,al denaro… perché Carroll andò cosi controcorrente?
A ben vedere Alicein wonderland proprio come Oliver Twist, non è solo una favola perbambini: in questo romanzo convergono gran parte delle ideologie del XIX secoloma è anche precursore di alcune teorie del secolo scorso. Sogno e realtà,maschere e inconscio, spazio e tempo, tutto confluisce in una delle favole piùamate dai bambini dal 1865 ad oggi.”

All’inizio della storia Alice accede a un mondo infero consumando del cibomagico. In questo altrove ogni legge dell’esperienza comune è sospesa e labambina se ne accorge con paura e smarrimento: le parole perdono i significaticonsueti, i dialoghi si avvolgono su se stessi, il flusso del tempo è abolito(“sono sempre le cinque!“, annuncia il Cappellaio matto);la stessa identità di Alice, di conseguenza, è messa in dubbio:”Povera me!Quante stranezze oggi! Pensare che ieri tutto era come al solito. Fossicambiata io durante la notte? Fammi pensare: ero la stessa stamattina quando misono alzata? Quasi quasi mi sembra di essermi sentita un po’ diversa. Ma se nonsono la stessa, la domanda è: “‘Chi mai sarò?’ [Who in the world am I?]Ah, eccolo, il grande interrogativo!” E si mise a passare mentalmente inrassegna tutte le bambine della sua età che conosceva, per vedere se per casosi fosse mutata in una di loro.
Scrive Pietro  Citati che l’unica grande legge che regge il mondo di Alice èquella della Metamorfosi, con il suo dissolvere ogni cosa nella potenzialitàdell’essere. Una metamorfosi che  è qui il motore  di molte trasformazioni tra cui quellaprincipale: quella linguistica . Il termine di paragone è la pregressaconoscenza rispetto alle cose del mondo, il “qui e adesso” rispetto a quel cheè il contesto di provenienza.  Alicestessa si avvale delle mutazioni degli altri  e vede cambiare se stessa: Evviva, sono ametà dell’opera! Però, tutti questi cambiamenti fan girare la testa, non si samai quello che si diventa da un momento all’altro!

Il viaggio di Alice è  un viaggio di  ricerca. Alla ricerca della propria identità.Ogni personaggio che si oppone ad Alice è anche la proiezione di una parte dise stessa.Non a caso qui Alice interroga e si interroga per conoscere . Lentamente affiora nella suamente e nella sua coscienza la consapevolezza dell’essere che però, guarda casosi appalesa con una caduta all’indietro. Il Paese delle meraviglie è per Aliceil luogo dove vede la contemporaneità delle proprie sedimentazioni e delleproprie variazioni.
La storia narrata da Carroll è sostanzialmente una storia di  formazione e di crescita. Alice attraversaesperienze, nel mondo delle meraviglie, che mettono in crisi e in discussionetutte le sue precedenti esperienze: Mettono in crisi il suo concetto di normalità (“ma cos’è per noi la normalità?”).

La caduta verso il centro dellaterra,nella sua irrealtà metafisica , non è un precipitare . Seppureirreale ci accosta al “come se “ chediventa quindi la strada che faemergere contenuti repressi. Emersioneche si avvale della legge del motto dispirito,degli inconsci giochi di parole ,la manipolazione delle parole stesse .

Il motivo per cui il racconto di  Alice nel paese dellemeraviglie viene gradito da oltre 150 anni da tutti i bambini è perché essi vedono e riconoscono in Aliceuno spirito a loro affine.
 Nel mondo di Alice  non ci si può fidare di niente e di nessuno: ii personaggi sono bizzarri,parlano come se giocassero con le parole .Laspazialità è sovvertita , il corpo di Alice cresce e rimpicciolisce, causandolenon pochi problemi.I colori non sono piùquelli che sembrano le rose sono bianche ma vengono dipinte di rosso.E infineanche gli animali e i fiori  parlano.scortesi, presuntuosi e arrabbiati.
Ma Alice non perde mai le sue maniere educate, la sua completasincerità (tipica dei bambini) e la sua sanità mentale, sebbene ripeta dicontinuo: “Il modo in cui tutti litigano tra loro… Sarebbe abbastanza per farmiimpazzire!”.

La storia di Aliceha ancora per noi significato e insteressea distanza di oltre un secolo e mezzo da quando venne scritta? Sicuramente .PerchéAlice sembra dirci come scrive Licia Ambu in “Alice nel paese della metamorfosi “ su http://www.griseldaonline.it/:”Ci vuole una statura per ogni cosa, sembra volerci dire la bambina,quando lamenta i suoi sette centimetri di statura di fronte ad un brucorisentito, poiché sette centimetri sono precisamente anche la sua altezza.Questo sforzo dialogico continuo con il mondo alimenta il parlare con il suoio, quasi a metter in scena quella profonda convinzione che è in leidell’essere due persone. Elogiarsi o punirsi, fino al tentativo di tornare quelche era sempre stata. Necessità di avere un controllo su ciò che accade, pervolgerlo a proprio vantaggio, il tentativo perpetuo di gestire il meccanismo.“Chisei tu?” disse il Bruco.
“Io… ora come ora non saprei, signore”, rispose Alice alquanto timidamente,
“al massimo potrei dirle chi ero quando mi sono alzata stamattina, ma daallora c’è stata
una tale baraonda di cambiamenti.”


Va ricordato in questa breve nota  cheanche nell’arte   Alice ha  affascinato molti pittori e poetispecialmente i surrealisti . Gli artisti hanno continuato a trarre ispirazionedalle avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie  affrontando e traducendo in immagini e colori  temi  molto attraenti per la ricerca artisticacontemporanea: il viaggio dall’infanzia all’età adulta; i rapporti tralinguaggio, significato e “nonsense”; le relazioni tra la dimensione dell’osservatoree l’ambiente che lo circonda, tra le diverse prospettive e la tensione trapercezione e realtà.


Eremo Rocca S.Stefano  mercoledì 5 agosto 2015




In una notte spopolata di stelle


In una notte spopolata di stelle
vidi grappoli, neve tabacco, fili di metallo,
vapor acqueo, granelli di sabbia
colonne, templi, tetti, fili sparsi
figure superbe di pietre e polvere.
Là dove non arrivavano gli occhi
immaginai il mondo
là dove si fermava la luce
vidi le lune conversare con il tempo
dell'universo.
Là dove Orfeo suonava per stringere
per sempre al suo petto, premio e gioia
dell'amore passato nel buio dell'inferno,
come un respiro attraverso le galassie
del profondo universo
vidi Ofelia
ed era la stessa notte spopolata di stelle
che nevicava sulla città.