giovedì 30 settembre 2010

OVIDIANA : Metamorfosi

OVIDIANA :Metamorfosi


Le Metamorfosi appunti per la storia di un mito letterario Di Maria Rosaria Buccaro mariarosaria.buccaro@libero.it docente di Italiano e Latino presso il Liceo Scientifico Statale "Tito Lucrezio Caro" di Napoli - mariarosaria.buccaro@libero.it

Da Spiderman all’incredibile Hulk, a Superman, il mondo dei fumetti e del cinema ci hanno abituati a personaggi che si trasformano in super-eroi, lasciando un aspetto spesso comune per una dimensione eccezionale.

Nel mondo letterario il tema della metamorfosi, tra l’altro, è stato trattato da Stevenson in Lo strano caso del Dr Jekill e Mr Hyde e da Kafka nelle Metamorfosi, ma già nell’antichità il motivo della trasformazione (vivissimo nella mitologia classica) è presente nella letteratura e nell’arte.

La Metamorfosi, (dal greco metā + morfé, "cambiamento di forma e di aspetto"), connaturata alle più antiche manifestazioni religiose e culturali dell’umanità, compare già nell’Odissea (c. X), quando la maga Circe trasforma i compagni di Ulisse in porci. Ulisse si sottrae all’incantesimo grazie ad una pianta (il moly) offertagli da Ermes, e riuscirà ad indurre la maga a trasformare i suoi compagni in esseri umani.

Nella mitologia greca spesso sono gli dèi a cambiare forma: Giove si muta in toro per rapire Europa, in cigno per Leda e in pioggia d’oro per Danae; nel mondo umano esiste la metamorfosi ed è sempre una manifestazione dell’agire divino. In Esiodo (e successori) essa avviene attraverso un intervento divino, per ristabilire un ordine violato dall’uomo:
  • l’uomo commette un errore,
  • cessa di essere quello che era,
  • diviene altro (animale, pianta…),
  • prende una forma che ricorderà per sempre l’avvenimento che ha provocato la trasformazione.

Un esempio può essere Aracne, la tessitrice che, dettasi più abile di Minerva, viene trasformata in un ragno che tesse incessantemente la sua tela.

Altri miti spiegano con la metamorfosi l’origine dei fiori o di alcune stelle. Questi racconti sono detti eziologici, in quanto spiegano le cause (áition = "causa") ed hanno sicuramente alla base una visione pitagorica, che considera la vita come forza che pervade ogni evento e ogni forma e in cui tutti gli elementi si confondono, trasformandosi l’uno nell’altro (metempsicosi). Nella letteratura latina il tema delle metamorfosi è sviluppato nelle Metamorfosi di Ovidio (età augustea) e in Le metamorfosi o L’asino d’oro di Apuleio (età imperiale), ma il motivo è presente anche in Virgilio, quando Enea, in fuga da Troia, approda in Tracia, ove da un ramo spezzato vedrà stillare

gocce di sangue: si tratta di Polidoro, figlio di Priamo, che è stato lì colpito dalle frecce e al suo posto è nato un arbusto spinoso (Eneide, 3, 13ss.).

Tale motivo sarà ripreso da Dante nel XIII canto dell’Inferno, nell’episodio di Pier della Vigna, funzionario di Federico II, suicidatosi in carcere perché accusato falsamente di tradimento (La divina commedia, Inferno, 13, 1ss.).

Come si è detto, Ovidio dedica al tema della trasformazione l’opera in esametri Metamorfosi, all’interno della quale sono raccolte storie indipendenti, accomunate dalla stessa cornice. Il concetto stesso di metamorfosi, come chiave di interpretazione della realtà, viene espressa nella parte conclusiva dell’opera dal filosofo greco Pitagora, a cui si deve la dottrina della metempsicosi, secondo cui le anime, immortali, dopo la morte trasmigrano in corpi animali o vegetali. Ovidio attribuisce a Pitagora queste parole (15, 165-70): "Tutto si muta, nulla perisce. Libero si muove lo spirito, da là viene qua e da qua a là; da corpi ferini esso trasmigra in corpi umani, così come da noi in quelli ferini; e come la malleabile cera prende la forma di figure novelle, né rimane quale essa fu, né mantiene l’aspetto medesimo, ma tuttavia essa è sempre la medesima".


Ovidio opera un’innovazione: sostituisce alla pura e semplice raccolta di materiali, un’analisi psicologica del personaggio, descrivendo tutta la gamma delle sensazioni che questi prova nei primi momenti in cui si accorge di essere diventato un’altra cosa, di avere acquisito un’altra forma, perdendo la sua natura e il suo aspetto, ma conservando l’antica mens e il sentire di essere umano.

Il primo dato che Ovidio mette in risalto in queste situazioni è l’angosciante perdita della parola, che è il tratto più caratterizzante dell’uomo, al quale resta solo il gesto.

A differenza di Virgilio, i personaggi di Ovidio non sono eroi fondatori della res Romana, consapevoli del compito politico e morale che essi devono assolvere, ma personaggi immersi in avventure sentimentali: ricordiamo Dafne, la bellissima ninfa amata da Apollo, che, per sfuggire al dio che la insegue, supplica il padre di aiutarla; così viene trasformata in alloro. Ecco che dalla mobilità della corsa l’autore cidescrive minuziosamente l’ immobilità della pianta in cui la ninfa si trasforma. Gian Lorenzo Bernini trasfuse nel marmo la dinamicità del racconto ovidiano, mentre G. Battista Tiepolo lo fece sulla tela (Metamorfosi 1, 525ss.). Mentre in Ovidio la metamorfosi è un punto di arrivo, ed è irreversibile, nell’opera di Apuleio la trasformazione di Lucio in asino, nel romanzo Le Metamorfosi o Asino d’oro, è il punto di partenza di una serie di eventi che culmineranno nelle ripresa dell’aspetto umano. Lucio, recatosi in Tessaglia, regione notoriamente collegata a pratiche magiche, assiste alla trasformazione in uccello della maga Panfila. Spinto dalla curiosità chiede a Fotide, ancella di Panfila, un unguento per diventare anche lui un volatile. Ma per uno scambio involontario di vasetti Lucio prende le sembianze di un asino, pur mantenendo l’intelligenza umana. Di qui ha inizio una serie di peripezie che avranno termine solo quando Lucio-Asino riuscirà a cibarsi delle rose della dea Iside e a riconquistare le fattezze umane. Apuleio rielabora il concetto di trasformazione, facendogli acquisire il valore di un’allegoria di tutta la vicenda umana e di un’esperienza iniziatica: colpa, coscienza della colpa, espiazione e redenzione si attuano attraverso il percorso di iniziazione a una nuova realtà religiosa.


Nel racconto di Apuleio il rito dell’iniziazione consta di tre fasi: la separazione dell’iniziando dall’ambiente circostante (viaggio compiuto da Lucio), fase di solitudine (periodo trascorso sotto forma di asino), reinserimento nel contesto sociale (recupero di Lucio dell’aspetto umano). Apuleio, con vivo realismo, descrive la metamorfosi di Lucio (Metamorfosi 3, 24-25).

Tale vicenda, presente anche nella letteratura greca, con i racconti di Lucio di Patre e di Luciano di Samosata, ha fornito lo spunto al narratore Collodi, pseudonimo di Carlo Lorenzini (1826-1890) per raccontare la metamorfosi di Pinocchio da burattino a ciuchino. Pinocchio, insieme all’amico Lucignolo si reca nel paese dei Balocchi, "patria" dei bambini refrattari alla scuola, ma qui li attende una amara sorpresa (Le avventure di Pinocchio, capp. 31-32).

Il protagonista del racconto lungo La metamorfosi (Die Verwandlung), pubblicato nel 1916, Gregor Samsa, si sveglia una mattina trasformato in enorme scarafaggio e, senza meravigliarsi della sua nuova quanto strana condizione, inizia una vita da parassita fra le mura domestiche, lasciandosi alla fine morire di fame. Kafka utilizza come ambiente lo stesso in cui vive la propria famiglia, estendendo poi la sua critica alla società praghese dei primi anni del XX secolo, i cui valori dominanti sono quelli del successo e del guadagno. Emerge prepotentemente anche la forte rivalità del protagonista nei confronti del padre, esponente di quel mondo borghese ipocrita e perbenista rispetto al quale lo scrittore si sente irrimediabilmente diverso. L’alienazione dell’individuo dal suo io più vero e profondo emerge dall’analisi cruda e spietata del sistema capitalistico.

Il motivo della metamorfosi rappresenta la regressione al mondo delle paure infantili, per l’incapacità di affrontare una realtà adulta. Ne scaturisce la necessità di rintanarsi (un altro motivo presente nelle opere kafkiane è quello della "tana", die Höhle) e di chiudersi in un mondo tutto personale, nel quale ritrovare un impossibile sollievo e la negata serenità, ossia l’identità del soggetto per sempre perduta.

Bibliografia

Baldi G., Dal testo alla storia, dalla storia al testo, 3/2, Milano, Paravia, 2002, pp. 21 ss.

Bettini M., Le orecchie di Ermes. Studi di antropologia e letterature classiche, Torino, Einaudi 2000.

Marini N., Barabini A., Latino sotto esame, Milano, Signorelli, 2003.

Valenti R., Lupus in fabula. Trasformazioni narrative di un mito in "Bollettino di Studi latini", 11 (1981), pp. 3ss.

Valenti R., De Vivo A., Textus, Firenze, La Nuova Italia, 2003.

Eremo Via vado di sole, L'Aquila, giovedì 30 settembre 2010


ET TERRA MOTA EST : Le parole del terremoto

ET TERRA MOTA EST :LE PAROLE DEL TERREMOTO


Ernesto Cassirer considera il simbolo come il fondamento e la condizione del conoscere umano , al punto di voler sostituire la nota e accreditata definizione dell’uomo come “animal rationale “ con quella di “animal symbolicum”.

Al linguaggio Cassirer ha dedicato molta attenzione perché rappresenta la più importante attività di conoscenza che si attua attraverso simboli . La parola , il vocabolo e un vero e proprio simbolo, perché il complesso fonico è portatore di un significato che non vi inerisce naturalmente, ma vi è assunto insieme ( è questo il valore etimologico di “ simbolo”),per l’esigenza funzionale dell’esprimere : tale esigenza viene consacrata come necessità nel sistema , cioè nella lingua ,la quale rappresenta obiettivamente la continuità e, al tempo stesso, l’alterità del singolo parlante. Ma anche al di fuori del linguaggio ,il simbolo si manifesta condizione del comunicare. Basti pensare al linguaggio matematico . in cui una lettera , un semplice grafico semplicissimo può essere assunto a significare nozioni estremamente complesse. Oppure ricordare Dante che , volendo rappresentare fantasticamente un suo itinerario spirituale , non aveva altra possibilità ( a meno di fare un trattato filosofico ), se non procedere sulla via del linguaggio simbolico.

Platone nel tener conto del carattere operativo del segno, aveva già posto però la questione relativa al dubbio circa il valore di verità da attribuire alla parola , al segno linguistico in rapporto alla cosa che designa . Nel Cratilo conclude che la verità è nelle cose e non nelle parole. Anche se è ammissibile che il nome ha una verità, non naturale ma di ordine storico , in quanto serva a distinguere, per intesa , quel certo oggetto, quella nozione, quel momento attivo del reale.

Nel dialogo platonico la dialettica del discorso si impernia sul nome di uno dei presenti,Ermogene : da una parte si dice che quel nome è falso perché Ermogene non è affatto il figlio del dio Hermes, come il nome in effetti significa (“stirpe, prole di Hermes”), e non si giustifica nemmeno in senso traslato , poiché Ermogene non possiede nessuno di quegli attributi particolari, l’eloquenza o l’abilità nel commercio o nelle frodi , che sono le caratteristiche del dio. Ma, dall’altra parte se ne afferma la verità , poiché Ermogene , quando è chiamato con tale nome risponde , e tutti lo indicano con esso. Ciò attesta che il nome è verace, nonostante sia imposto per un atto arbitrario senza riferimento alcuno alle qualità naturali della persona . Poiché la società dunque accetta il nome , quasi come una legittima convenzione, ,il nome con di per sé non ha alcun legame con il reale assume pieno valore di designazione.

Platone prende così una posizione. Successivamente Aristotele dopo aver affermato la convenzionalità del nome indaga il problema del rapporto tra il segno linguistico e le cose dette, e pone i fondamenti della logica classica. La discussione sulla veridicità del nome non finisce con loro tanto che si è protratta a lungo nei secoli.

Abbiamo scomodato Cassirer, Platone, Aristotele e tra poco anche Franco La Cecla per domandarci , alla luce delle loro affermazione e dei loro studi : che cosa fa che un oggetto designato con un nome diventi un simbolo? Perché alcuni oggetti ce la fanno ed altri no ? Sono le domande che si pone appunto Franco La Cecla che scrive :” Perché il fiocchetto rosso che simboleggia la lotta all’Aids è diventato universalmente un segno di speranza.! Perché la kefia palestinese è diventato un segno di resistenza e lotta che ha scavalcato i confini della questione palestinese? … Perché le camicie rosse di Garibaldi sono diventato un simbolo del Risorgimento ?” Risponde La Cecla “è proprio l’accessibilità, la semplicità e soprattutto l’anonimità dell’oggetto scelto a farlo diventare di uso comune. Ma è anche il messaggio forte che ci sta dietro . Le maschere di Neda indossate dai resistenti a Teheran sono un simbolo forte perché ricordano il sacrificio di una ragazza di fronte ad un regime spietato…”

E dunque tutto questo discorso per arrivare a porci ancora una domanda che ci interessa più da vicino: che significa la parola terremoto per i terremotati e quali sono le parole appunto del terremoto.

 Anche per il terremoto dunque simboli e parole assumono un grande significato . Pensiamo per esempio a quello che ha significato e significa la “carriola” assurta a simbolo della protesta della città per la mancata rimozione delle macerie dal centro storico ad un anno e passa dalla scossa del 6 aprile 2009.

Quando dunque parliamo di terremoto usiamo dire “ sisma”, nome snob e fuori da ogni comprensione immediata seppure pieno di riferimenti scientifici che però non tutti hanno , poi “terremoto “ che è più vicino ad un certo linguaggio giornalistico che usa però anche incondizionatamente il termine “sisma.” E poi allocuzioni come “porca miseria che schicchera “ fino a “’nculo a zieta” oppure “ha rifatto” o l’affermazione “l’hai sentito” o alcuni appellativi che ognuno si sceglie dal proprio lessico familiare , personale, degli amici e del mondo del lavoro .

Dal giorno del terremoto sono entrati nell’uso comune parole come “dicomac” che in realtà è un sigla che sta ad indicare una struttura o più strutture tra loro coordinate della Protezione civile e poi “map” che sta per moduli abitativi provvisori e “musp” che sta per moduli uso scolastico provvisorio e “mep” che sta per moduli ecclesiastici provvisori.

La città poi è diventata mobile e provvisoria così diciamo “abito alla piastra numero cinque , secondo piano “ che è poi un primo modo di indicare un luogo di residenza, indicazione che si completa con Bazzano , Coppito uno, due, o tre di quelle che sono le “new town” del così detto progetto C.A.S.E. che sta per una filastrocca ahimè dai misteri dolorosi per alcuni , gaudiosi per altri ma sempre via crucis è.



Il terremoto ha poi portato ad una scrupolosa conoscenza delle lettere dell’alfabeto , le prime lettere A.B.C. Le prime lettere dell’alfabeto che indicano la gravità deldanno di un edificio. C’è poi un salto e si arriva a F che è la designazione di abitazioni con gravi danni strutturali o insiriti in un comparto edilizio che ha avuto gravi strutturali.

Ci sono poi le parole della protesta e degli slogan per le manifestazioni svoltesi durante questi mesi a sostegno di una ricostruzione che tarda a decollare. E ancora le parole della politica dietro alle quali ci perderemmo in queste brevi considerazioni ma che fa conto di riferire : ricostruzione, inchieste penali e giornalistiche , riprendiamoci la città, s.o.s.. E le parole della gente comune : quando tornerò ad abitare nella mia casa, quanto tempo sono stato nella tendopoli ,protezione civile , G otto e via dicendo.


Intanto al 28 settembre la situazione della popolazione è la seguente :

Report su popolazione assistita al 28 Settembre 2010

Tipo di assistenza Area Totale persone

Contributo di autonoma sistemazione beneficiari residenti nel Comune

dell'Aquila al 06/04/09 25.687

Progetto C.A.S.E. 1 19 aree nel territorio aquilano 14.288

MAP (moduli abitativi provvisori) 21 frazioni del Comune dell'Aquila 2.704

Affitti fondo immobiliare2 Comune di L'Aquila 798

Affitti concordati con DPC3 Comune di L'Aquila 916

Totale persone in case antisismiche e affitto 18.706

Strutture ricettive

Provincia di L'Aquila 1.880

Provincia di Teramo 611

Provincia di Chieti 56

Provincia di Pescara 223

Fuori regione 12


Totale persone in strutture ricettive 2.782

Strutture di permanenza temporanea

L'Aquila - Caserma Guardia Finanza 381

L'Aquila - Caserma Campomizzi 85

Totale persone in strutture di permanenza temporanea 466

Totale persone assistite e alloggiate 47.641

In totale, sono rilevate 25.687 persone beneficiarie del contributo di autonoma sistemazione,

18.706 persone alloggiate tra Progetto C.A.S.E., MAP e affitto, 2.782 persone in strutture ricettive

e 466 nelle caserme a L’Aquila.

COMUNI DEL CRATERE*

Contributo di autonoma sistemazione 3.533

Affitti concordati con DPC3 434

MAP (moduli abitativi provvisori) 4.044

Altre strutture comunali 65

TOTALE PERSONE 8.076

* I dati, ad oggi, sono relativi ai 55 Comuni del cratere che li hanno forniti.

Questo l’elenco dei Comuni: Acciano, Arsita, Barete, Barisciano, Bugnara, Bussi sul Tirino, Cagnano

Amiterno, Campotosto, Capestrano, Capitignano, Caporciano, Carapelle Calvisio, Castelli, Castel

del Monte, Castel di Ieri, Castel Vecchio Calvisio, Castel Vecchio Subequo, Civitella Casanova,

Cocullo, Collarmele, Colledara, Cugnoli, Fagnano Alto, Fano Adriano, Fontecchio, Fossa, Gagliano

Aterno, Goriano Sicoli, Lucoli, Montereale, Montorio al Vomano, Montello di Bertona, Navelli,

Ocre, Ofena, Ovindoli, Penna Sant’Andrea, Pietracamela, Pizzoli, Poggio Picenze, Popoli, Prata

d’Ansidonia, Rocca di Cambio, Rocca di Mezzo, San Pio delle Camere, San Demetrio ne’ Vestini,

Santo Stefano di Sessanio, Sant’Eusanio Forconese, Scoppito, Tione degli Abruzzi, Tornimparte,

Torre de’ Passeri, Tossicia, Villa Santa Lucia degli Abruzzi, Villa Sant’Angelo.

(Si ricorda che in totale i Comuni del cratere sono 57, incluso il Comune dell’Aquila)

1Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili: 185 edifici (4.449 alloggi) realizzati su 19 aree del Comune dell’Aquila.

2Abitazioni acquistate dal Fondo immobiliare AQ e concesse in affitto (oneri a carico dello Stato, con fondi trasferiti al Commissario

e poi al Comune di L’Aquila).

3Abitazioni in affitto con contratto concordato con Protezione Civile (oneri a carico dello Stato, con fondi trasferiti al Commissario e

poi al Comune).

Totale persone assistite nel Comune di L’Aquila e nei Comuni del cratere 55.717

Le foto sono di Laura Tarantino

Eremo Via vado di sole , L’Aquila,giovedì 30 settembre 2010



mercoledì 29 settembre 2010

EDITORIALI : La fabbrica delle parole

EDITORIALI : LA FABBRICA DELLE PAROLE

Tante battute pochi fatti

LA STAGIONE DELLE PAROLE IN LIBERTA'

Che la sigla SPQR, nel cui nome i nostri antenati portarono il diritto e la civiltà nel mondo allora conosciuto, potesse essere letta anche «sono porci questi romani», è una di quelle battute sciocchine che ogni italiano apprende alle elementari, e per questo non fanno neppure più ridere. Non a caso compare in quel condensato di luoghi comuni sull'Italia - la pizza, il gesticolare, il «dolce far niente» - che è la mezz'ora girata tra Roma e Napoli del film «Mangia prega ama». Ma una battuta che sulla bocca di un bambino o di Luca Argentero,attore formatosi al Grande Fratello, lascia il tempo che trova, è invece desolante in bocca a un ministro del governo della Repubblica, leader del secondo partito della maggioranza. Anche perché pronunciata mentre Napolitano è a Parigi a parlare di Cavour e unificazione nazionale (si possono immaginare i commenti in Francia, dove lo Stato è una cosa seria). E perché il governo e la maggioranza appaiono da mesi paralizzati in una sterile guerra interna; senza che nell'opposizione prenda corpo un'alternativa credibile.


La politica industriale, i provvedimenti anticrisi, le infrastrutture sono fermi. In compenso, la fabbrica delle parole produce a ritmi da tigre asiatica. L'unico ministro che tace da oltre quattro mesi è il ministro dello Sviluppo economico; che non c'è. Da sempre la Lega ci ha abituati all'estremismo verbale. Le pallottole che costano 300 lire, i magistrati sulla sedia a rotelle cui «raddrizzare la schiena», i neri «bingobongo», l'uso improprio del tricolore, le battutacce contro i compatrioti di Roma e del Sud: Bossi gode da sempre di una licenza di parola, o meglio di insulto, con la giustificazione dell'efficacia popolaresca. Una delle sue armi è proprio usare il linguaggio da bar e farne linguaggio pubblico. Ma ora la Lega ha fatto scuola. Lo provano gli esponenti di destra e di sinistra che si paragonano reciprocamente a Stalin e a Hitler, con sprezzo del ridicolo e anche del rispetto dovuto ai milioni di vittime (tra cui migliaia di italiani) di quei criminali. E lo provano l'escalation verbale di quest'estate, la protervia con cui alcuni berlusconiani si sono gettati nella caccia a Fini, l'irresponsabilità con cui alcuni finiani hanno accusato senza prove Berlusconi di aver fatto o lasciato fare un dossier falso. Ormai ci siamo quasi assuefatti: come se la volgarità e la fatuità passassero come acqua sul marmo.

Non è così. Tutto questo accade in un Paese che ha già sperimentato come le parole possano diventare pietre, e piombo. Accadde agli slogan dei cortei rossi dei primi Anni 70 - la «giustizia proletaria», il «processo popolare» -, divenuti alla fine del decennio una sanguinosa realtà. La storia non si ripete mai due volte, e i paragoni con il passato sono sempre impossibili. Ma questo non significa che le parole a vanvera non abbiano, anche stavolta, un prezzo. L'esuberanza linguistica della politica italiana non corrobora un periodo di crescita economica e di coesione sociale. Avvelena ulteriormente una stagione difficile, in cui gli imprenditori (in particolare i piccoli) sono spesso lasciati soli dal governo nel mezzo di una crisi tutt'altro che finita; e in cui il disagio sociale spesso non trova rappresentanza in un'opposizione divisa e percorsa da suggestioni populiste. Si dice che il Pil non basti a indicare il progresso di un Paese. Se lo sostituissimo con un misuratore di parole, l'Italia di oggi sarebbe ricchissima. Ma non è così che si fanno crescere l'economia e la società.

Aldo Cazzullo Il Corriere della sera 28 settembre 2010

Eremo Via vado di sole , L'Aquila, mercoledì 29 settembre 2010





INCIPIT : Centuria

INCIPIT : Centuria


Centuria è il titolo di un’opera di Giorgio Manganelli che nel risvolto di copertina dice : “ Il presente volumetto racchiude in breve spazio una vasta e amena biblioteca; esso infatti raccoglie cento romanzi fiume, ma così lavorati in modi anamorfici, da apparire al lettore frettoloso testi di poche e scarne righe. Dunque, ambisce ad essere un prodigio della scienza contemporanea alleata alla retorica, recente ritrovamento delle locali Università Libricino sterminato , insomma; a leggere il quale il lettore dovrà porre in opera le astuzie che già conosce, e forse altre apprenderne: giochi di luce che consentono di leggere tra le righe , sotto le righe, tra le due facce di un foglio , nei luoghi dove si appartano capitoli elegantemente scabrosi , pagine di nobile efferatezza e dignitoso esibizionismo , lì depositate per vereconda pietà di infanti e canuti. A ben vedere, il buon lettore vi troverà tutto quello che gli serve per una vita di letture rilegate : minute descrizioni di case della Georgia , dove sorelle destinate a diventare rivali hanno trascorso un’adolescenza prima ignara poi torbida ; ambagi sessuali , passionali e carnali , minutamente dialogate; memorabili conversioni di anime travagliate; virili addii, femminesca costanza , inflazioni, tumulti plebei ,balenanti apparizioni di eroi dal sorriso mite e terribile; persecuzioni, evasioni e dietro una vocale che non nomino , in tralice si potrà scorgere una tavola rotonda sui diritti dell’Uomo”.

E’ certo un invito al lettore a leggere tra le righe , sotto le righe , tra le due facce di un foglio e via dicendo . Ma proviamo a prendere questo invito dalla parte dello scrittore, di chi scrive , di chi tenta di gettare sulla carta delle trame, delle descrizioni, delle storie . Ciascuno di noi ci ha provato almeno una volta. Ebbene allora partiamo dalle storie di Manganelli e consideriamole un INCIPIT. Appunto un inizio . Come lo stesso Manganelli dice nel suo Discorso dell’ombra e dello stemma: “ Quel che sto scrivendo - libro ? - ha la rara qualità di poter procedere in qualunque direzione ; e talora penso che questo sia modo di gioia,talora divaricato dolore. Divaricato: refuso; scrivo male a macchina ma ‘ divaricato dolore’ non mi spiace, anche se mi da il sospetto che la macchina abbia nascostamente letto troppi poeti neoclassici. …”

Un INCIPIT dunque dal quale la storia può prendere qualunque direzione o la descrizione può affrontare giochi di luce che consentono di scrivere tra le righe , dotto le righe, tra le due facce di un foglio.

E proprio per cominciare dunque ricopio qui l’incipit numero cento di Centuria che conclude le storie di quel volumetto ma le apre in realtà all’infinito come cento può diventare elevato all’ennesima potenza. Sotto il titolo incipit , ma lo segnalerò di volta in volta voglio riportare anche le storie quattordici, quarantanove, settantacinque, ottanta pubblicate in Centuria per passare poi ad altri incipit che mi sembreranno interessanti, avvincenti, significativi, repellenti in una parola degni di poter essere continuato da me e da voi che leggete. Ognuno per proprio conto . Se poi troviamo un mezzo per condividerle queste storie penso ne verrà fuori una unica storia , picola o grande che sia ma una storia della storia e poi ancora una storia della storia e ancora….

Ma leggiamo la numero cento : “ Uno scrittore scrive un libro attorno ad uno scrittore che scrive due libri, attorno a due scrittori, uno dei quali scrive perché ama la verità ed un altro perché ad essa è indifferente . Da questi due scrittori vengono scritti complessivamente ventidue libri nei quali si parla di ventidue scrittori, alcuni dei quali mentono ma non sanno di mentire , altri mentono sapendolo , altri cercano la verità sapendo di non poterla trovare , altri credono di averla trovata , altri ancora credevano di averla trovata ma cominciano a dubitarne. I ventidue scrittori producono complessivamente trecentoquarantaquattro libri , nei quali si parla di cinquecentonove scrittori giacchè in più di un libro uno scrittore sposa una scrittrice ed hanno tra tre e sei figli, tutti scrittori , meno uno che lavora in banca e viene ucciso in una rapina , e poi si scopre che a casa stava scoprendo un bellissimo romanzo su uno scrittore che va in banca e viene ucciso in una rapina ; il rapinatore in realtà è figlio dello scrittor protagonista di un altro romanzo , ed ha cambiato romanzo perché gli era intollerabile continuare a vivere insieme a suo padre , autore di romanzi sulla decadenza della borghesia , e in particolare di una saga familiare , nella quale figura anche un giovane discendente di un romanziere autore di una saga sulla decadenza della borghesia , il quale discendente fugge di casa e diventa rapinatore , e in un assalto ad una banca uccide un banchiere , che era in realtà uno scrittore ,non solo, ma anche un suo fratello che aveva sbagliato romanzo e cercava con raccomandazioni di farsi cambiare romanzo.

I cinquecentonove scrittori scrivono ottomiladue romanzi nei quali figurano dodicimila scrittori in cifra tonda i quali scrivono ottantaseimila volumi , nei quali si trova un unico scrittore un ballbuziente maniacale e depresso , che scrive un unico libro attorno ad uno scrittore , ma decide di non finirlo, gli fissa un appuntamento , e lo uccide , determinando una reazione per cui muoiono i dodicimila,i cinquecentonove, i ventidue, i due e l’unico autore iniziale , che ha così raggiunto l’obiettivo di scoprire , grazie ai suoi intermediari , l’unico scrittore necessario, la cui fine è la fine di tutti gli scrittori , compreso lui, lo scrittore autore di tutti gli scrittori.”

Che brivido a leggere tutto d’un fiato questo romanzo o questo incipit del romanzo degli scrittori. Sembra la ricapitolazione dell’intera storia della letteratura dell’umanità. Ah, scherzavo su non prendete questa esagerazione per ….Forza allora … si continua

Eremo Via vado di sole ,L’Aquila mercoledì 29 settembre 2010



CARTULARIO 2010 Gennaio - Giugno


Cartulario 2010 Gennaio – Giugno

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NOVEMBRE 2009

25.11.09 Scrivere su un blog ?

DICEMBRE 2009

26.12.2009 Osservatorio di confine 1 :

L’osservazione

26.12.2009 Osservatorio di confine 2 :

Il confine

GENNAIO 2010

02.01.2010 Agosto vive di grilli. Poesie.

02.01.2010 Uno sguardo verde d’erba . Poesie.

05.01.2010 SILLABARI : Introduzione e presentazione

05.01.2010 SILLABARI : Natale

06.01.2010 FRATELLI D’ITALIA : Un paese in fiamme

08.01.2010 STORIE E VOCI DAL SILNZIO :

Ho incontrato un poeta fanciullo

13.01.2010 Dormo sempre davanti alla tivù accesa. Poesie.

13.01.2010 Lessico Famigliare . Poesie

FEBBRAIO 2010

04.02.2010 STORIE E VOCI DAL SILENZIO :

Storie di calzolai e di un alchimista di fagioli

04.02.2010 A cantare “ Lu Sant’Antonie”

04.02.2010 Per il giorno della memoria :27 gennaio

04.02.2010 Giovanni Titta Rosa

04.02.2010 SILLABARI : Felicità

04.02.2010 ANIMALI VERI ANIMALI IMMAGINARI

L’allodola

04.02.2010 SILLABARI : Battesimo

04.02.2010 Varianti extravaganti . Poesie.

08.02.2010 SILLABARI : Acquario

08.02.2010 Un poco del tuo dono. Prestiti e restituzioni. Poesie

08.02.2010 Vittorio Clemente

08.02.2010 DIARIO DI UN TERREMOTO . Diario per certi versi prosa

e per certi versi poesia : 02.06.2009

19.02.2010 Pianto per Sasha

19.02.2010 DIARIO DI UN TERREMOTO Diario per certi versi prosa

e per certi versi poesia : 03.06.2009

19.02.2010 SILLABARI : L’Annunciata

19.02.2010 GRAFFITI : Cicatrice

20.02.2010 DIARIO DI UN TERREMOTO : Diario per certi versi prosa

e per certi versi poesia : 5 e 6 giugno 2009

20.02.2010 STORIE E VOCI DAL SILENZIO : Giustizia: dimezzare

I detenuti invece di raddoppiare le carceri

20.02.2010 STORIE E VOCI DAL SILENZIO : C’è spazio per il perdono

Nel processo penale ?

22.02.2010 STORIE E VOCI DAL SILENZIO : Giustizia minorile : dalla

rieducazione alla responsabilizzazione alla conciliazione o

mediazione penale

22.02.2010 GRAFFITI : Irrisorio

22.02.2010 GRAFFITI : Res Pubblica

22.02.2010 GRAFFITI : Esperimento

22.02.2010 GRAFFITI : Nemesi

MARZO 2010

01.03.2010 SILLABARI : Macerie

03.03.2010 Inverno al prato della valle. Poesie.

04.03.2010 ANIMALI VERI ANIMALI IMMAGINARI : Ernestina

05.03.2010 STORIE E VOCI DAL SILENZIO : Il ragazzo cavallo

06.03.2010 DIARIO DI UN TERREMOTO . Poesie per certi versi prosa

e per certi versi poesia 7-8 e 9 aprile 2009

09.03.2010 SILLABARI : Esperienza

10.03.2010 AD HOC : Ricominciare

13.03.2010 DIARIO DI UN TERREMOTO . Poesie per certi versi prosa

e per certi versi poesia : 10-11 e 12 giugno 2009

13.03.2010 SILLABARI : Stalking

15.03.2010 ANIMALI VERI ANIMALI IMMAGINARI : Il cane

18.03.2010 SILLABARI : Grammatica, edilizia e carriole

20.03.2010 Il cielo sopra L’Aquila. Poesie

23.03.2010 DIARIO DI UN TERREMOTO , Poesie per certi versi prosa

e per certi versi poesia : 13-14-15 e 16 giugno 2010

25.03.2010 GRAFFITI : Diversità

26.03.2010 DIARIO DI UN TERREMOTO . Poesie per certi versi prosa

e per certi versi poesia :20-21 e 22 giugno 2009

27.03.2010 AD HOC : Le quattro notti della salvezza

31.03.2010 HISTORICA : Giuseppe Ballei

APRILE 2010

01.04.2010 DIARIO DI UN TERREMOTO : Poesie per certi versi prosa

e per certi versi poesia : 23-24 e 25 giugno 2009

01.04.2010 GRAFFITI : Lavoro

01.04.2010 GRAFFITI : Iattaria

02.04.2010 OVIDIANA : La Medea di Ovidio

03.04.2010 Cantata d’autore : Stabat Mater

05.04.2010 ET TERRA MOTA EST : Itinerario aquilano attraverso

gruppi, associazioni , voci parlanti e sparlanti

06.04.2010 DIARIO DI UN TERREMOTO : Poesie per certi versi prosa

e per certi versi poesia : 6 aprile 2010

10.04.2010 STORIE E VOCI DAL SILENZIO : la 180

11.04.2010 OVIDIANA : La nostalgia del paesaggio della Valle

Peligna nelle opere dell’esilio del poeta Ovidio

15.04.2010 AD HOC : Cinema e territorio

16.04.2010 Artisti in cammino Onlus

23.04.2010 DIARIO DI UN TERREMOTO . Poesie per certi versi prosa

e per certi versi poesia 1-2-e 3 luglio 2009

24.04.2010 COLORARE I COLORI : Azzurro

25.04.2010 SETTIMO GIORNO : Il popolo di Dio

27.04.2010 BIBLIOFOLLIA : Il lettore innamorato

28.04.2010 EDITORIALI : Una politica staccata dalla realtà

28.04.2010 HISTORICA : Giovanni Quatrario

30.04.2010 HISTORICA : Luigi Di Ruscio . Le streghe s’arrotano

la dentiera . Prima parte

MAGGIO 2010

03.05.2010 AD HOC . Carriole e domande

03.05.2010 SILLABARI : Dramma

03.05.2010 GRAFFITI Bloggando e cyberando

07.05.2010 EDITORIALI : Cade in borsa anche lo Stato

10.05.2010 SILLABARI : Ingordigia

10.05.2010 SILLABARI : Guerra

10.05.2010 SETTIMO GIORNO : Un comandamento nuovo

10.05.2010 GRAMSCIANA : Festa della mamma

10.05.2010 AD HOC .Terremoto e lavoro

10.05.2010 GRAFFITI : La storia si ripete

11.05.2010 BIBLIOFOLLIA : Frequentatori indesiderabili

di biblioteche

13.05.2010 La montagna di Filippo Crudele

14.05.2010 Il mondo alla rovescia

14.05.2010 BIBLIOFOLLIA : Un ladro bibliofilo

15.05.2010 EDITORIALI : La trama nascosta della corruzione

16.05.2010 SETTIMO GIORNO : Tenere desta la speranza

18.05.2010 DIARIO DI UN TERREMOTO. Poesie per certi versi prosa

e per certi versi poesia 4-5 e 6 luglio

18.05.2010 DIARIO DI UN TERREMOTO. Poesie per certi versi prosa

e per certi versi poesia 7-8 e 9 luglio

19.05.2010 BIBLIOFOLLIA : Una benedizione papale

20.05.2010 Perso in un vuoto di memoria

20.05.2010 Un’esperienza di circoli del cinema

22.05.2010 COLORARE I COLORI : Verde

24.05.2010 EDITORIALI : Un passo alla volta

26.05.2010 S. Domenico a Cocullo

26.05.2010 SETTIMO GIORNO : Venne all’improvviso dal cielo

un fragore

26.05.2010 GRAFFITI : Un fiasco colossale

28.05.2010 ANIMALI VERI ANIMALI IMMAGINARI : Il lupo

e l’agnello

29.05.2010 GRAFFITI : Regolarità e varietà

30.05.2010 BIBLIOFOLLIA

30.05.2010 CANZONIERE

GIUGNO 2010

01.06.2010 CANZONIERE . Francesco Guccini: Dio è morto

02.06.2010 SETTIMO GIORNO : Dio comunione e amore

02.06.2010 DIARIO DI UN TERREMOTO : Poesie per certi versi prosa

E per certi versi poesia: 10- 11 e 12 luglio 2010

03.06.2010 SILLABARI . Calendario Valvense

03.06.2010 Premio SDOCC. Premio Fabio Masala

05.06.2010 BIBLIOFOLLIA : Storie di mistificazioni e truffe

06.06.2010 FRATELLI D’ITALIA . Giorgio Amendola

07.06.2010 SETTIMO GIORNO . Il pane degli angeli

08.06.2010 AD HOC. Macerie : bluff, confusione e demagogia

10.06.2010 STORIE E VOCI DAL SILENZIO . Massimo Lely

Parte prima

10.06.2010 DI GIORNO IN GIORNO . VERSI D’ALTRI ED ALTRI VERSI .

Railways hall

10.06.2010 DI GIORNO IN GIORNO . VERSI D?ALTRI ED ALTRI VERSI

I giusti

11.06.2010 STORIE E VOCI DAL SILENZIO : Massimo Lely

Parte seconda

12.06.2010 BIBLIOFOLLIA : Tanto per gradire in entrambi i casi

12.06.2010 HISTORICA : La banda di Introdacqua . Parte prima

13.06.2010 SETTIMO GIORNO : Misericordia e amore

13.06.2010 OVIDIANA : Filomene e Bauci . L’accoglienza dello straniero

Parte prima

14.06.2010 AD HOC. Quello che non fece il terremoto

14.06.2010 DIARIO DI UN TERREMOTO . Poesie per certi versi in prosa

e per certi versi in poesia : 13- 14 e 15 luglio 2009

14.06.2010 HISTORICA : La banda musicale di Introdacqua. Parte seconda

17.06.2010 AD HOC . Ad una città anemizzata si chiede il sangue

17.06.2010 OVIDIANA . Filomene e Bauci . Parte seconda

18.06.2010 AD HOC . I soliti provvedimenti ad hoc

19.06.2010 BIBLIOFOLLIA . Libri tragici

21.06.2010 FRATELLI D’ITALIA . Come farla franca per violenze sessuali

23.06.2010 ET TERRA MOTA EST . Due terremoti

23.06.2010 Settembre compagno di nebbie. Poesie

24.06.2010 EDITORIALI : I giornalisti scoprirono le macerie di L’Aquila

24.06.2010 FRATELLI D’ITALIA . Andare in giro con le manette

24.06.2010 SILLABARI : Va pensiero

26.06.2010 Il fischio nella voce . Poesie

28.06.2010 EDITORIALI . Necessità di un colpo di ali

28.06.2010 GRAFFITI . Povertà

28.06.2010 DI GIORNO IN GIORNO. VERSI D’ALTRI E ALTRI VERSI



INDICE PER TEMI E RUBRICHE

05.01.2010 SILLABARI : Introduzione e presentazione

05.01.2010 SILLABARI : Natale

04.02.2010 SILLABARI : Felicità

04.02.2010 SILLABARI : Battesimo

08.02.2010 SILLABARI : Acquario

19.02.2010 SILLABARI : L’Annunciata

01.03.2010 SILLABARI : Macerie

09.03.2010 SILLABARI : Esperienza

13.03.2010 SILLABARI : Stalking

18.03.2010 SILLABARI : Grammatica, edilizia e carriole

03.05.2010 SILLABARI : Dramma

10.05.2010 SILLABARI : Ingordigia

10.05.2010 SILLABARI : Guerra

03.06.2010 SILLABARI . Calendario Valvense

24.06.2010 SILLABARI : Va pensiero

06.01.2010 FRATELLI D’ITALIA : Un paese in fiamme

06.06.2010 FRATELLI D’ITALIA . Giorgio Amendola

21.06.2010 FRATELLI D’ITALIA . Come farla franca per violenze sessuali

24.06.2010 FRATELLI D’ITALIA . Andare in giro con le manette

08.01.2010 STORIE E VOCI DAL SILENZIO :

Ho incontrato un poeta fanciullo

04.02.2010 STORIE E VOCI DAL SILENZIO :

Storie di calzolai e di un alchimista di fagioli

20.02.2010 STORIE E VOCI DAL SILENZIO : Giustizia: dimezzare

I detenuti invece di raddoppiare le carceri

20.02.2010 STORIE E VOCI DAL SILENZIO : C’è spazio per il perdono

Nel processo penale ?

22.02.2010 STORIE E VOCI DAL SILENZIO : Giustizia minorile : dalla

rieducazione alla responsabilizzazione alla conciliazione o

mediazione penale

05.03.2010 STORIE E VOCI DAL SILENZIO : Il ragazzo cavallo

10.04.2010 STORIE E VOCI DAL SILENZIO : la 180

10.06.2010 STORIE E VOCI DAL SILENZIO . Massimo Lely

Parte prima

11.06.2010 STORIE E VOCI DAL SILENZIO : Massimo Lely

Parte seconda

04.02.2010 ANIMALI VERI ANIMALI IMMAGINARI

L’allodola

04.03.2010 ANIMALI VERI ANIMALI IMMAGINARI : Ernestina

15.03.2010 ANIMALI VERI ANIMALI IMMAGINARI : Il cane

28.05.2010 ANIMALI VERI ANIMALI IMMAGINARI : Il lupo

e l’agnello

08.02.2010 DIARIO DI UN TERREMOTO . Diario per certi versi prosa

e per certi versi poesia : 02.06.2009

19.02.2010 DIARIO DI UN TERREMOTO Diario per certi versi prosa

e per certi versi poesia : 03.06.2009

23.03.2010 DIARIO DI UN TERREMOTO , Poesie per certi versi prosa

e per certi versi poesia : 13-14-15 e 16 giugno 2010

26.03.2010 DIARIO DI UN TERREMOTO . Poesie per certi versi prosa

e per certi versi poesia :20-21 e 22 giugno 2009

01.04.2010 DIARIO DI UN TERREMOTO : Poesie per certi versi prosa

e per certi versi poesia : 23-24 e 25 giugno 2009

06.04.2010 DIARIO DI UN TERREMOTO : Poesie per certi versi prosa

e per certi versi poesia : 6 aprile 2010

23.04.2010 DIARIO DI UN TERREMOTO . Poesie per certi versi prosa

e per certi versi poesia 1-2-e 3 luglio 2009

18.05.2010 DIARIO DI UN TERREMOTO. Poesie per certi versi prosa

e per certi versi poesia 4-5 e 6 luglio

18.05.2010 DIARIO DI UN TERREMOTO. Poesie per certi versi prosa

e per certi versi poesia 7-8 e 9 luglio

14.06.2010 DIARIO DI UN TERREMOTO . Poesie per certi versi in prosa

e per certi versi in poesia : 13- 14 e 15 luglio 2009

19.02.2010 GRAFFITI : Cicatrice

22.02.2010 GRAFFITI : Irrisorio

22.02.2010 GRAFFITI : Res Pubblica

22.02.2010 GRAFFITI : Esperimento

22.02.2010 GRAFFITI : Nemesi

25.03.2010 GRAFFITI : Diversità

01.04.2010 GRAFFITI : Lavoro

01.04.2010 GRAFFITI : Iattaria

03.05.2010 GRAFFITI Bloggando e cyberando

10.05.2010 GRAFFITI : La storia si ripete

26.05.2010 GRAFFITI : Un fiasco colossale

29.05.2010 GRAFFITI : Regolarità e varietà

28.06.2010 GRAFFITI . Povertà

10.03.2010 AD HOC : Ricominciare

27.03.2010 AD HOC : Le quattro notti della salvezza

15.04.2010 AD HOC : Cinema e territorio

03.05.2010 AD HOC . Carriole e domande

10.05.2010 AD HOC .Terremoto e lavoro

08.06.2010 AD HOC. Macerie : bluff, confusione e demagogia

14.06.2010 AD HOC. Quello che non fece il terremoto

17.06.2010 AD HOC . Ad una città anemizzata si chiede il sangue

18.06.2010 AD HOC . I soliti provvedimenti ad hoc

31.03.2010 HISTORICA : Giuseppe Ballei

28.04.2010 HISTORICA : Giovanni Quatrario

30.04.2010 HISTORICA : Luigi Di Ruscio . Le streghe s’arrotano

la dentiera . Prima parte

12.06.2010 HISTORICA : La banda di Introdacqua . Parte prima

14.06.2010 HISTORICA : La banda musicale di Introdacqua. Parte seconda

02.04.2010 OVIDIANA : La Medea di Ovidio

11.04.2010 OVIDIANA : La nostalgia del paesaggio della Valle

Peligna nelle opere dell’esilio del poeta Ovidio

13.06.2010 OVIDIANA : Filomene e Bauci . L’accoglienza dello straniero

Parte prima

17.06.2010 OVIDIANA . Filomene e Bauci . Parte seconda

05.04.2010 ET TERRA MOTA EST : Itinerario aquilano attraverso

gruppi, associazioni , voci parlanti e sparlanti

23.06.2010 ET TERRA MOTA EST . Due terremoti

25.04.2010 SETTIMO GIORNO : Il popolo di Dio

10.05.2010 SETTIMO GIORNO : Un comandamento nuovo

16.05.2010 SETTIMO GIORNO : Tenere desta la speranza

26.05.2010 SETTIMO GIORNO : Venne all’improvviso dal cielo

un fragore

02.06.2010 SETTIMO GIORNO : Dio comunione e amore

07.06.2010 SETTIMO GIORNO . Il pane degli angeli

13.06.2010 SETTIMO GIORNO : Misericordia e amore

07.05.2010 EDITORIALI : Cade in borsa anche lo Stato

15.05.2010 EDITORIALI : La trama nascosta della corruzione

24.05.2010 EDITORIALI : Un passo alla volta

24.06.2010 EDITORIALI : I giornalisti scoprirono le macerie di L’Aquila

28.06.2010 EDITORIALI . Necessità di un colpo di ali

11.05.2010 BIBLIOFOLLIA : Frequentatori indesiderabili

di biblioteche

14.05.2010 BIBLIOFOLLIA : Un ladro bibliofilo

19.05.2010 BIBLIOFOLLIA : Una benedizione papale

24.04.2010 COLORARE I COLORI : Azzurro

22.05.2010 COLORARE I COLORI : Verde

01.06.2010 CANZONIERE . Francesco Guccini: Dio è morto

POESIE

02.01.2010 Agosto vive di grilli. Poesie.

02.01.2010 Uno sguardo verde d’erba . Poesie

13.01.2010 Dormo sempre davanti alla tivù accesa. Poesie.

13.01.2010 Lessico Famigliare . Poesie

04.02.2010 Varianti extravaganti . Poesie

08.02.2010 Un poco del tuo dono. Prestiti e restituzioni. Poesie

03.03.2010 Inverno al prato della valle. Poesie.

20.03.2010 Il cielo sopra L’Aquila. Poesie

23.06.2010 Settembre compagno di nebbie. Poesie

26.06.2010 Il fischio nella voce . Poesie

RACCONTI

03.04.2010 Cantata d’autore : Stabat Mater

14.05.2010 Il mondo alla rovescia

20.05.2010 Perso in un vuoto di memoria



Cartulario è l'elenco di tutti i post pubblicati nel primo semestre 2010 sulle note del profilo di Facebook e sul blog http://osservatoriodiconfine.blogspot.com/


Eremo Via vado di sole , L'Aquila, mercoledì 29 settembre 2010



martedì 28 settembre 2010

CANZONIERE : Risaie e mondine

CANZONIERE : Risaie e mondine

1.

O care mamme

O care mamme, apriteli le porte,

le vostre figlie, le vostre figlie,

o care mamme apriteli le porte ,

le vostre figlie gh’è drè rivà

le vostre figlie gh’è drè rivà.

Arriveremo al sabato sera

con la bandiera

in sul vapor.

E se ‘l vapor al va e se ‘l camìa

l’è l’alegria

dei mondaris.

Quando saremo alla Stazion Centrale

ad abbracciare

i nostri genitor.

Li abbracceremo e poi li stringeremo

con tanta gioia

nei nostri cuor.

O care mamme, siam tutte rovinate

dalle zanzare,

dai moscerin

e dai fapresti e scarfolin,

e dai fapresti e scarfolin.

2.

O cara mamma, vienimi incontra

O cara mamma ,vienimi incontra,

che ho tante cose da raccontare

che nel parlare mi fan tremare,

la brutta vita che ho passà.

La brutta vita che ho passato

Là sul trapianto e nella monda;

la mia bella faccia rotonda

come prima non la vedrai più.

Alla mattina quei moscerini

che ci succhiavano tutto quel sangue

e a mezzogiorno quel brutto sole

che ci faceva abbrustolir.

A mezzogiorno fagioli e riso

e alla sera riso e fagioli

e quel pane non naturale

che l’appetito ci fa mancar.

E alle nove la ritirata

e alle dieci c’è l’ispezione ,

l’ispezione del padrone : tutte in branda a riposar.

3.

L’amarezza delle mondine

Quando saremo a Reggio Emilia

al mè mùrus al sarà in piassa:

“Bella mia , sei arrivata?

Bella mia sei arrivata?”

Quando saremo a Reggio Emilia

al mè murùs el sarà in passa:

“Bella mia , sei arrivata?

Dimmi un po’ come la va”

“Di salute la mi va bene,

le borsette quasi vuote

e di cuor siam malcontente

d’aver tanto lavorà”.

Quando saremo a Reggio Emilia

i creditùr iv’agnarà incuntra:

“Mundarìs, fòra la bursa,

ca vuruma a ves pagà”.

( O care mamme. Canzone di repertorio di Giovanna Daffini. Il testo è tratto dall’opuscolo allegato al LP Una voce, un paese in cui è pubblicata l’incisione originale della canzone.

O Cara mamma, vienimi incontra. Canzone di risaia che utilizza moduli musicali propri di alcuni canti della prima guerra mondiale Il regista De Santis la utilizzò in parte per la colonna sonora di “Riso amaro” del 1949. Raccolta nelle campagne di Garbagna (Novara ) da Lionello Gennero.

Una versione su 78 giri è conservata presso l’Istituto Ernesto De Martino di Milano.

L’amarezza delle mondine. Sono strofette apprese in Piemonte dalla Daffini che così le volle intitolare. Testo e musica furono pubblicati sulla rivista Il nuovo canzoniere italiano.)

Eremo Via vado di sole , L’Aquila ,martedì 28 settembre 2010



lunedì 27 settembre 2010

FRATELLI D'ITALIA : Il signor Nettuno


FRATELLI D’ITALIA : Il signor Nettuno

Antonio Gramsci nelle sue note sul lorianismo pubblicate nel volume einaudiano “ Gli intellettuali e l’organizzazione della cultura “ riferisce della novella raccontata dal barbiere nei primi capitoli della seconda parte del Don Chisciotte che parla di un “ pazzo che ricorre al vescovo per essere liberato dal manicomio, sostenendo, in una lettera assennatissima, di essere savio e quindi tenuto arbitrariamente segregato dal mondo; dell’arcivescovo che invia un suo fiduciario che si convince di avere a che fare realmente con un sano di mente , finchè nel congedarsi del presunto savio dai suoi amici del manicomio , non avviene la catastrofe. Un pazzo, che dice di essere Giove,minaccia che se l’amico se ne andrà, egli non farà più piovere sulla terra , e l’amico, temendo che l’inviato del vescovo si spaurica dice : - Non si spaventi , perché se il signor Giove non farà più piovere , io che sono Nettuno ,troverò ben modo di rimediare.- “

Gramsci conclude che ci sono scrittori che, in uno e in molti istanti della loro attività scientifica, hanno dimostrato di essere il signor Nettuno.

Ho cercato se c’è qualche signor Nettuno anche nella politica italiana contemporanea e ne ho trovati due , mi sembra, in Fraz Kafka che con Gramsci e Cervantes leggo spesso .

IL TIMONIERE (1920)

(da Racconti . Durante la costruzione della muraglia cinese)

“Non sono forse timoniere? “esclamai. “Tu?” domandò un uomo scuro , alto di statura ,passandosi una mano sugli occhi come per scacciare un sogno. Ero stato al timone nella notte buia, il fioco fanale sopra la mia testa , e ora era venuto costui e voleva spingermi da parte. E poiché non cedevo, mi puntò un piede sul petto e mi premette lentamente a terra , mentre mi tenevo ancora attaccato ai raggi della ruota e nel cadere la ribaltai. L’uomo però la prese ,la rimise al suo posto e mi cacciò via. Io mi ritrovai subito, corsi al boccaporto che dava nella sala dell’equipaggio e gridai :”Marinai! Compagni . Venite subito! Un forestiero mi ha cacciato via dal timone!.”

Essi vennero lentamente montando la scala della nave, pezzi d’uomini stanchi e barcollanti.”non sono io il timoniere?” domandai

Essi approvarono con un cenno , ma avevano occhi soltanto per il forestiero , gli si misero iontorno a semicerchio e quando egli ordinò “Non disturbatemi!” si raccolsero, mi fecero un cenno e ridiscesero la scaletta. Che razza di gente! Chissà se pensano o soltanto ciabattano stupidamente sopra la terra?

LA TROTTOLA ( 1920)

(da Racconti . Durante la costruzione della muraglia cinese)

Un filosofo si tratteneva sempre dove c’erano bambini a giocare. E quando vedeva un ragazzo con una trottola, si metteva subito in agguato. Non appena la trottola girava, il filosofo la inseguiva per prenderla. Che i bambini facessero chiasso e cercassero di allontanarlo dal loro giocattolo non gli importava ; se riusciva a prendere la trottola , mentre ancora girava era felice , ma solo un istante, poi la buttava via e se ne andava. Credeva infatti che la conoscenza di ogni inezia , dunque anche, ad esempio, di una trottola che gira , fosse sufficiente per conoscere l’universale. Perciò non si occupava dei grandi problemi ; gli pareva antieconomico.

Conoscendo realmente la minima inezia , è come conoscere tutto; perciò si occupava soltanto della trottola girante. E ogni qual volta si facevano i preparativi per farla girare , aveva la speranza che vi sarebbe riuscito , e quando la trottola girava , mentre la rincorreva ansimando , la speranza gli diventava certezza ,ma poi quando si trovava in mano quello stupido pezzo di legno si sentiva male e le grida dei bambini che fino a qual momento non aveva udito e ora invece gli colpivano improvvisamente le orecchie ,lo facevano fuggire , sicchè andava barcollando come una trottola sotto una frusta maldestra .

(Lorianismo è per Gramsci “alcuni aspetti deteriori e bizzarri della mentalità di un gruppo di intellettuali italiani e quindi della cultura nazionale ( disorganicità, assenza di spirito critico sistematico , trascuratezza nello svolgimento dell’attività scientifica , assenza di centralizzazione culturale , mollezza e indulgenza etica nel campo dell’attività scientifico-culturale ecc. , non adeguatamente combattute e rigidamente colpite : quindi irresponsabilità verso la formazione della cultura nazionale ) che possono essere (appunto) descritti soto il titolo comprensivo di lorianismo.


Eremo Via vado di sole, L’Aquila ,Luned' 27 settembre 2010




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COPIA INCOLLA : La principessa degli stracci

COPIA INCOLLA : La principessa degli stracci

(la Venere degli stracci di Michelamgelo Pistoletto )


Vorrei abitare in un film tipo “ tenera è la notte” e incontrare Abe North, compositore alcolizzato, meraviglioso, triste e divertente. Nelle sue espressioni quotidiane, ma divino nella musica.

Vorrei camminare in quegli spartiti ma la mia storia è come la storia di alcuni oggetti: l’ombrello, la bicicletta , la caffettiera che sopravvivono ai tempi in cui sono stati creati. Come loro anch’io resisto all’epoca in cui sono nato e mi sono spinto pericolosamente in anni estranei dove forse non c’è più posto.

Io so che c’è in giro una buffa ignoranza , che è poi una bellezza fuori luogo , l’ignoranza di tutti quelli che pensano e si sentono moderni perché tra non molto saremo tutti antichi.

Io sono antico. Il Novecento è ormai un museo e se ti aggiri in quel mezzo secolo che è parte della mia vita scopri cose che non avresti mai pensato esistessero o fossero degne di considerazione, o solo comunque interessanti allo sguardo. Ci si dovrebbero portare intere scolaresche perché è questo l’unico modo per aiutarli a crescere . Vedere operai che salgono sui ponteggi e poi cadono , sentire le pallottole che vanno a rincorrere le bottiglie molotov, correre con le bandire sulle piazze , ancora pane e lavoro e le loro lotte e le loro canzoni , dono del popolo americano, andare al mare con la lambretta e salire ai paesi di montagna con la cinquecento che tira come una bestia , incontrare ancora greggi di pecore e borghesi impegnati nei tornei di canasta o di bocce ma anche sugli spalti di enormi campi sportivi per la partita di calcio una volta solo della domenica e le casalinghe in cerca dei punti della Mira Lanza.

I ragazzi la smetterebbero di cercare quello che è nuovo perché è nuovo .

E poi i vecchi. Portate i vecchi in quel grande museo che è il Novecento perché è il modo giusto di andarsene , un buon modo di salutare . Io come me ne andrò, come saluterò? Ma non è ancora tempo. Per questo mi fermo a riflettere , ora che il mio Novecento è appena passato, perché ogni epoca è un groviglio di abitudini , mode, speranze, simboli destinati a cambiare, a volte a svanire.

Lo so che anche i morti erano allora vivi. E mi soprendo ad esternare una certa vanità. Una specie di senso di superiorità verso i tempi nuovi speculare allo schermo di chi sorride di qualcuno soltanto perché è stato sorpassato dalla storia.

A volte mi sembra di intessere un colloquio immaginario con un’ombra. La principessa degli stracci. Ella mi dice sovente : “ Sono stata qui prima d’ora . Ho visto questa stanza e ho camminato su questi pavimenti. Vivevo sola prima di conoscerti. E ho visto il tuo stendardo sventolare sulle piazze dei paese ma l’amore non è una marcia vittoriosa : è un alleluia freddo e impastato. Io ti aspettavo e quante volte ho detto alla tua giovinezza sono qua ma..”

Voi che leggete dunque dimenticate le mille volte che avete sentito dire che l’amore vince , che l’amore trionfa , che l’amore ti permette. Anche questo, si anche questo. Ma l’amore del mio secolo è stato un brivido inspiegabile di quell’amore che è come far fuori qualcuno che ti ha superato. E ho atteso la principessa degli stracci per un altro amore. Non è arrivato né l’amore né la principessa degli stracci.

Questo terribile modo di combattere la lotta politica , di combattere per acquisire un posto di lavoro , per difendere un interesse , per procurarsi un guadagno ha ucciso l’amore. L’amore che portava la principessa degli stracci.

E se non sei d’accordo, se non fai parte di quella cricca , se vuoi essere e rimanere onesto nel peggiore dei casi diranno0 che sei gay : il che non è vero. Però se lo dicessero a me non lo considererei negativo , perché non me ne importa nulla. Poi io sono felice, a dire il vero , di interpretare cento ruoli di gay in fila se fossero delle buone parti della vita.

Ah la vita e le sue parti in commedia. Ah la vita.

Le cronache, le favole, le distorsioni inevitabili grazie alle quali conosciamo la realtàà poi sanno parlare di noi come la verità non sa fare.

Quando riscopriamo ancora vivi gli eventi impolverati dagli anni nella soffitta , li guardiamo spesso con un misto di nostalgia, incertezza, stupore.

Ci domandiamo perché tra vecchi ricordi e antiche passioni , perché stiamo ancora lì. E non sappiamo dare una risposta credibile. Ci sorprendiamo a pensare che la verità non ci appartiene e le menzogne e i malintesi , le cantonate della cronaca sono tutto fuorché un’illusione. Allora ci disperiamo perché volevamo essere un’altra cosa e invece siamo quello che siamo.

Allora cosa è che ci porta ad interessarci di qualcosa? Che cosa ci porta a tralasciarla? Nella vita ci nutriamo di icone che però utilizziamo a nostro consumo, uso e abuso. Il confine tra concreto e fantastico si fa sfumato.

La coerenza inganna? Usare gli aggettivi in modo casuale porta ad un risultato: Grandi effetti poca verità. Enfatizzare l’ambivalenza però come valore positivo. Positivo come l’ortodossia ma anche la dissonanza perché il mondo è complesso e ha bisogno di entrambe le cose.

In questi pensieri ho visto una donna . Ella mi ha detto che ha vissuto qui tanto tempo ma io l’aspetto che torni ancora perché ora mi trova qui.

La principessa degli stracci. Solo lei è capace di avvolgersi i capelli in una vecchia sciarpa rossa e non sembrare uscita da un campo profughi ma dalle mani di un stilista o di un pittore naif.

A strapiombo nel futuro mi è sembrato di averla già incontrata in un mese di agosto che ricordo di qualche anno fa. A quel mese di agosto, specchio di confronti e confessioni. Agosto che racconta di noi meglio di ogni altro mese: agosto che è appena passato e che guardo da questo mese di settembre. Ho visto una donna d’agosto. E’ la principessa degli stracci ch’io attendo per dare un volto e un significato. Lo so che poi vorrei appiccicarla alle stelle cadenti e vederla correre per la Via Lattea e io correre con lei .

Questo brano è il copia-incolla di frasi prese in prestito da pagine di riviste, quotidiani e qualche altra pagina. scritta e stampata che mi è capitata per le mani. Non so nemmeno attribuire le singole citazioni tanto è spezzettato il copia - incolla . Probabilmente in questo modo è nato qualcosa di completamente diverso dai contesti dai quali le frasi sono state estrapolate. Questo è un esperimento che ho intenzione di continuare magari copiando pezzi più estesi da altri scritti così da metterli assieme essendo in grado di citarne la fonte . In un altro post ho esaminato più a lungo questa ipotesi del copia –incolla.

Tutto ispirato guardando la “Venere degli stracci” di Michelangelo Pistoletto .


Eremo Via vado di sole , L’Aquila ,lunedì 27 settembre 2010