lunedì 11 marzo 2013

LETTERE DALL'EREMO : NUOVO PAPA - NUOVA CHIESA


LETTERE DALL'EREMO  :  NUOVO PAPA - NUOVA CHIESA


E’ stato Henri de Saint-Simon a scrivere uno dei progetti più radicali e innovativi per il rinnovamento della Chiesa. Un libro-testamento che l’autore non poté completare a causa della morte avvenuta il 19 maggio 1825. Il libro col titolo “Nuovo Cristianesimo” uscì qualche mese dopo. Si tratta di un dialogo tra un innovatore e un conservatore. Ed è l’innovatore che, dichiarando di credere nell’origine divina del Cristianesimo, ne propone una nuova organizzazione fondata sul principio: “tutti gli uomini devono comportarsi gli uni verso gli altri come fratelli”. A questo principio dovranno attenersi le istituzioni temporali e spirituali per “il benessere della classe più povera”.

Alla luce di questo principio, Saint-Simon lancia un attacco ai cattolici e ai protestanti, accusandoli di essere eretici per essersi allontanati dall’insegnamento di Cristo. Nei confronti del papa scrive: “Io sfido il papa, che si dice cristiano, che pretende di essere infallibile, che prende il titolo di vicario di Gesù Cristo, a rispondere alla accuse d’eresia che io muovo contro la Chiesa Cattolica”. Ed elenca: l’insegnamento “vizioso” degli uomini della gerarchia cattolica, la loro “ignoranza”, la “cattiva educazione dei seminaristi”, “la condotta contraria agli interessi della classe indigente”, “la creazione di istituzioni diametralmente opposte allo spirito del Cristianesimo come l’Inquisizione”, ecc.

Anche nei confronti di Lutero, Saint-Simon afferma che aveva fatto bene a denunciare il comportamento di papa Leone X, “rendendo un servizio di capitale importanza alla civiltà”, ma la sua riforma si era bloccata. “Il vero Cristianesimo – scrive Saint Simon – deve rendere gli uomini felici, non solo nel cielo, ma anche sulla terra… Il fine generale da prospettare agli uomini è il miglioramento dell’esistenza morale e fisica della classe più numerosa”.

Il libro di Saint-Simon ottenne grande successo, tanto da divenire un libro-programma per gli utopisti. Karl Marx, pur criticando l’utopismo, riprende alcune linee-guida di Saint-Simon, come il concetto dello “sfruttamento dell’uomo sull’uomo” e, soprattutto, lo slogan di stampo saint-simoniano, come principio-guida nella nuova società senza classi: “Ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni”.

In Italia, il momento decisivo nei rapporti Chiesa/Stato è l’epoca del Risorgimento. L’elezione a pontefice di Pio IX aveva portato un’aria primaverile nella chiesa, tanto che Antonio Rosmini si sentì incoraggiato, nel 1846, a pubblicare l’opera “Delle cinque piaghe della Santa Chiesa”, in cui auspicava la fine del potere temporale e un ritorno alla Chiesa primitiva. L’ottimismo di Rosmini durò poco. Il suo libro fu proibito e messo all’Indice. Antonio Rosmini, qualche secolo dopo, è stato dichiarato beato dalla Chiesa!

Anche oggi, marzo 2013, sta deflagrando l’appello al rinnovamento della Chiesa. Come se il gesto “rivoluzionario” delle dimissioni di Benedetto XVI avesse lanciato la sfida. Le parole di Benedetto XVI nell’abbandonare la cattedra di Pietro e quelle del suo coetaneo-confratello, Carlo Maria Martini, non lasciano dubbi: «La Chiesa deve riconoscere i propri errori e deve percorrere un cammino radicale di cambiamento, cominciando dal Papa e dai vescovi.»

Di fronte al fallimento della linea teologico-pastorale e alla grave questione morale sollevata dagli scandali nella chiesa, col gesto delle dimissioni Benedetto XVI si volge alla figura di fra Pietro da Morrone-Celestino V, mettendo in crisi la struttura di potere della Chiesa.
Perché è il potere la radice di ogni male, mentre l’esempio più significativo di Cristo è la scelta della “spoliazione” da ogni potere: “Cristo… spogliò (ekénosen) se stesso, assumendo la condizione di servo”. (Lettera di San Paolo ai Filippesi 2,6-8).
È la “kénosi”, parola derivante dal verbo greco “ekénosen”, che significa appunto “spogliarsi, svuotarsi, privarsi”. Cristo rinuncia all’ “onnipotenza” divina e sceglie la “debolezza” umana.
Solo una radicale riforma, con le linee-guida della trasparenza e del servizio, potrebbe riportare la Chiesa al suo primitivo candore, mediante:
- la soppressione dello Stato Città del Vaticano,
- l’eliminazione della Segreteria di Stato,
- l’abolizione delle Congregazioni pontificie e delle nunziature apostoliche,
- le diocesi “ridotte” a comunità autogestite,
- l’elezione dei vescovi dai rappresentanti delle comunità locali,
- l’abolizione dei seminari e l’ordinazione del clero senza il vincolo del celibato,
- l’abolizione dei Concordati
- ecc. ecc.
Tornare alla formula delle prime comunità cristiane (Atti capp. 2-3) dovrebbe essere il programma pastorale. Se la Chiesa, secondo l’immagine di Cristo, deve essere come il lievito nella massa, il lievito è destinato a scomparire, ad essere invisibile, quando è integrato pienamente nella massa, modificandone la sostanza. Con una Chiesa-lievito il Mondo-massa avrebbe il sapore del pane appena sfornato. Un pane fraternamente condiviso tra tutti gli uomini.Mario Setta

Eremo Rocca S.Stefano ,lunedì 11 marzo 2013

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