lunedì 8 luglio 2013

LETTERA DALL’EREMO : La fecondità delle tenebre


LETTERA DALL’EREMO :  La fecondità delle tenebre



Scrive Antonio Mancuso  in La pauradella modernità, “la Repubblica” del 6 luglio 2013 a proposito dell’enciclica  Lumen fidei “ Luce della fede”
“…Alcune delle pagine più bellesono quelle dedicate alla relazione tra verità e amore, laddove la
Lumen fidei afferma che “sel’amore ha bisogno della verità, anche la verità ha bisogno
dell’amore”, e che “amore everità non si possono separare”. E ancora: “Senza amore, la verità
diventa fredda, impersonale... Laverità che cerchiamo, quella che offre significato ai nostri passi,
ci illumina quando siamo toccatidall’amore”. Penso che il senso della vita cristiana risieda
esattamente in queste parole chedestituiscono il freddo primato della dottrina e sanno ritrasmettere
al meglio il senso evangelicodella verità. Penso altresì che se la dottrina cattolica a livello di prassi
sacramentale (vedi sacramentinegati ai divorziati risposati), di etica sessuale e soprattutto di
bioetica considerasse sempre laportata di queste parole arriverebbe a rivedere molte posizioni
dottrinali attuali che oggiappaiono veramente fredde e impersonali….”
Dopo aver affrontato altrequestioni Mancuso  conclude in parte :
“….Ma il limite più grave del testo papale riguarda lateologia spirituale. L’enciclica infatti, insistendo così tanto sulla lucedella fede e sulla sua capacità di spiegazione, finisce per ignorare abbastanzaclamorosamente che l’esperienza spirituale cristiana si conclude non con laluce ma con le tenebre, come attesta la comune testimonianza della misticadell’oriente e dell’occidente cristiano, parlando di “notteoscura”, di “silenzio”, di ingresso nella “nube della non conoscenza”, esottolineando la necessità di andare al di là della dimensione intellettuale.Proprio in questo ignorare la fecondità delle tenebre, del non-sapere, delvuoto, del silenzio, risiede il grande limite della teologia ratzingeriana edel suo intellettualismo, che questo testo firmato da papa Francesco, comefosse un sigillo, riproduce in toto.Rimane da spiegare perché il papa venutodalla fine del mondo l’abbia fatto proprio senza veramente “ritoccarlo” con ilsuo carisma umano e spirituale…

Eremo Rocca S. Stefano lunedì 8 luglio 2013





Nessun commento:

Posta un commento