giovedì 4 luglio 2013

STORIE E VOCI DAL SILENZIO : Violeta Parra Una chitarra centocanzoni( II )



STORIE E VOCI DAL SILENZIO : Violeta Parra Una chitarra centocanzoni( II )



AL CENTRO DELL’INGIUSTIZIA
Cile confina al nord con il Perù
e con il Capo Horn confina al sud.
S’innalza verso oriente la cordigliera
e a occidente risplende la costiera,
la costiera.

Al centro stanno le valli coi lor splendori
dove crescono in fretta i lavoratori.
Ogni famiglia conta molti bambini
nella miseria vivono in case comuni,
in case comuni.

Chiaro che alcuni vivono ben sistemati,
ma a scapito del sangue degli sgozzati.
Davanti allo stemma più arrogante
l’agricoltura pone le sue domande,
le sue domande.

Ci vendon le patate nazioni varie
mentre sono del Cile originarie;
davanti alla bandiera dei tre colori
pongon molti problemi i minatori,
i minatori.

Produce il minatore
del buon denaro
ma per il portafoglio
dello straniero,
esuberante industria dove lavorano
per pochissimi soldi molte signore,
molte signore,
e son costrette a farlo, perché al marito
non gli basta la paga del mese andato.
Per non sentir la spina del dolore
nella notte stellata levo un clamore,
levo un clamore.

Bella sembra la patria
signor turista
però non le han mostrato
le callampitas.
Mentre spendon milioni
in un momento,
di fame muore la gente,
che è un portento,
che è un portento.
Molto denaro in parchi
municipali
e la miseria è grande
negli ospedali.

Proprio nell’Alameda de
las Delicias
il Cile confina col centro
dell’ingiustizia.


Violeta Parra
Violeta del Carmen Parra Sandoval (San Carlos, 4 ottobre1917 – Santiago del Cile, 5 febbraio 1967) è stata una cantante, poetessa epittrice cilena. A Violeta Parra si deve un’importante opera di recupero ediffusione della tradizione popolare del Cile, opera proseguita poi dal movimentodella Nueva Canción Chilena. Nelle sue canzoni sono sempre presenti la denunciae la protesta per le ingiustizie sociali.

La storia di Violeta che ha fatto delle sue fragilità,la suaforza viene raccontata in un film che sece nelle sale il 4 luglio
Per la meticolosa attenzione ai dettagli, per la delicatezza e allo stessotempo efficacia della narrazione, per le straordinarie interpretazioni, per ilpathos e l’empatia che una volta finito il film chi sta seduto dall’altra partedello schermo prova. Andrès Wood è riuscito a trasmetteretutto questo. Il regista ha fatto sua la storia di Violeta Parra,artista cilena vissuta a cavallo del Novecento, creando un lavorocinematografico dal forte impatto emotivo.

Violeta Parra went to heaven è infatti il racconto dellavita di Violeta, ispirato all’opera letteraria omonima scritta dal figlio, AngelParra. In un percorso narrativo che va dall’infanzia sin alla mortedell’artista, il regista riesce a cogliere le sfumature psicologiche di questadonna così fragile, che ha dedicato la sua vita all’amore. Amore per la vita,amore per la musica, amore per i deboli, amori per la poesia, amore per ilproprio Paese, amore per la pittura.

Un artista che ha dato tutta se stessa per gli altri, tanto da essereconsumata dalle ripetute delusioni che la vita le ha ricambiato. Uno sguardoatipico, forte e poco romanzato è quello che ci regala Wood, che vuole donareal mondo intero la storia di una grande donna che è stata davvero importanteper il Cile, sia per cultura che per le lotte portate avanti. In una realtà chevede situazioni e sentimenti precari, incerti e senza valori, Violeta ha decisodi lasciare questo mondo all’età di 50 anni, dopo  - tra le altresoddisfazioni – essere stata la prima donna ad esporre un’opera al Louvre diParigi. Ma lei era così, molto meno attenta ai riconoscimenti materiali diquanto chiunque altro potesse pensare.

Meravigliosamente interpretata da Francisca Gàvilan,Violeta si rifugiava dai dispiaceri della vita soprattutto nella musica,protagonista del film e colonna sonora. Andrès Wood dirige un film commovente edisarmante, così come disarmante è quanto questa donna creda nella speranza.Una speranza che si dice “ultima a morire”, ma che a volte, purtroppo,muore. E in tutto questo “Gracias a la vida”, come canta nel suotestamento musicale.

“Gracias a la vida, que me ha dado tanto. Me ha dado la risa y me hadado el llanto así yo distingo dicha de quebranto, los dos materiales queforman mi canto”.


Eremo Rocca S. Stefano giovedì 4 luglio 2013





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