mercoledì 28 ottobre 2015

SILLABARI : Tempo




Io non credo che il tempo possa mai, in alcun modo, tiranneggiare nessuno. Il tempo non ha nulla a che vedere con le persone; ha invece tutto a che vedere con il valore delle persone, che è il valore da esse prodotto. Cercherò di spiegare il mio punto di vista usando l'economia e la contabilità come linguaggio. Il tempo è il solo valore che esiste, perchè è la sola moneta unitaria con la quale si paga tutto il resto, la moneta che comprende e determina il valore di tutte le altre. Puoi non accorgertene se invece di cercare di fare delle contabilità globali, fai una serie sterminata di bilanci parziali: così come il contabile vede separatamente ciascuna voce del piano dei conti e non i trasferimenti di prima nota, i "dare" e "avere" che intercorrono tra un conto e l'altro; o così così come l'amministratore di una società attiva non si preoccupa del disastro del gruppo a cui appartiene e del bilancio consolidato. E puoi non accorgertene se tieni fuori dai tuoi conti e dai tuoi progetti i cosiddetti costi di opportunità. Questo è un problema che affligge la grande maggioranza degli uomini, ma che proprio in italia si fa problema sistemico: l'assoluta mancanza di visione del tempo, la non percezione del collegamento tra tutti i fatti e le probabilità della vita di un organismo sociale in un bilancio unico. In questa visione, la pazienza di cui parli, è tempo investito: una cosa del tutto diversa dal tempo sprecato di cui parli subito dopo. Come per qualsiasi transazione, il massimo valore di un'acquisizione deriva dal massimo rapporto tra beneficio e investimento. Questo significa agire sull'investimento, riducendolo per incrementare il valore della transazione. Poichè l'investimento è il tempo, si tratta di non sprecare il tempo, ridurlo al minimo possibile a parità di beneficio. Ora torniamo alla cultura. Poichè ogni acquisizione della mente ha valore soltanto all'atto della produzione, il beneficio si valuta in termini di produttività - o, per tornare al linguaggio consueto, la conoscenza che non produce cambiamento non soltanto non è cultura, ma non ha alcun valore. E la produttività si paga, di nuovo, con il tempo. Se pensi al gatto di Schroedinger capisci facilmente quello che intendo: finchè la scatola resta chiusa, la vita del gatto non esiste. Quando la apri, il gatto è morto oppure vivo e produce cambiamento nella realtà. Ma il gatto di Schroedinger è UN solo gatto in UNA sola scatola. Per aprire una serie di scatole e incrementare la quantità di gatti vivi, devi usare il tempo. E per usare il tempo, per agire sulla società, per trasformare la conoscenza in cultura... il tempo non devi mai averlo sprecato.
Enrico Penco

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