lunedì 19 aprile 2010

SILLABARI 10 : RICOSTRUZIONE

SILLABARI : RICOSTRUZIONE



Ricostruzione: l’equivalente di un anno di dolore, macerie e proteste.Ma anche di speranza e voglia di ricominciare. Diecimila fiaccole la notte del 6 aprile per non dimenticare ma anche per trovare da quel ricordo la forza di andare avanti . Avanti tra ventimila palazzi danneggiati nel centro storico , avanti al lavoro per i prossimi dieci anni stando ad alcune stime .Cinquantamila aquilani ancora senza le loro case con ospitalità a carico dello Stato. 4.500 cantieri autorizzati ma ancora fermi per problemi burocratici. Diciannove newtown costruite a tempo di record . 184 inchieste giudiziarie avviate di cui almeno 150 potrebbero essere archiviate.

Scrive Paolo Viana:”Perché l’Aquila torni a volare servono almeno 297 milioni di euro. Tanto costerà riparare le case meno danneggiate e ripopolare almeno in parte la città devastata un anno fa dal terremoto. A fornirci questa stima, con quella punta di ritrosia che ben s’addice a un grand commis dei Lavori pubblici, è Gaetano Fontana, cui il Governatore dell’Abruzzo, Gianni Chiodi, neocommissario dell’emergenza terremoto, ha affidato la macchina della ricostruzione. « Non chiedetemi quanto costeranno le case B e C – premette –. Posso solo dire che i lavori per renderle agibili ammontano in media a 45.000 euro » . E siccome al primo aprile le pratiche già autorizzate erano 6.600, il conto è presto fatto. Al preventivo, tuttavia, mancano – oltre agli immobili E ( i più danneggiati, 500.000 euro per ricostruirne uno) e a tutti i centri storici, per intervenire sui quali sono appena uscite le linee guida – 2000 pratiche in attesa di completare l’iter, un numero imprecisato di appartamenti i cui proprietari non si sono ancora fatti vivi e le B e C degli altri 56 comuni del cratere.

Ciò detto, la ricostruzione leggera sconta mesi di ritardo e Fontana si trova a gestire scelte « altrui » , cioè assunte dalla Protezione civile e dagli enti locali, che ora mostrano la corda. Solo nel capoluogo, ad esempio, per ottenere il rimborso dei lavori ( totale per la prima casa, 20% in meno e tetto di 80.000 euro per le altre) ogni progetto deve passare il vaglio di una filiera composta da Fintecna e da due consorzi di ingegneria, Reluis e Cineas: sui loro tavoli la ricostruzione leggera diventa pesantissima.”

L’Ordine degli ingegneri dell’Aquila parla di ' meccanismo infernale': i progetti sono smembrati e affidati a centinaia di consulenti in giro per l’Italia e mentre negli altri comuni del cratere questo esame avviene negli uffici tecnici ( con costi inferiori) qui i contenziosi fioccano. « La verità – ribatte Riccardo Campagna del Cineas – e che c’è il via libera definitivo per più di seimila pratiche e i ritardi dipendono dai professionisti che non rispondono alle nostre richieste di chiarimento »

Ma non è l’unico guazzabuglio. Prendiamo le fibre di carbonio: si usano per impacchettare pilastri e travi di cemento armato, per renderle antisismiche; in Umbria, nel ’ 97, quand’erano il non plus ultra della tecnologia, costavano 1.245 euro al metro quadrato. Nel definire i rimborsi della ricostruzione aquilana, qualche generoso funzionario regionale ha confermato quel prezzo, incurante del fatto che in tredici anni il valore fosse sceso a 300 euro. Il Cineas l’ha denunciato, il Comune ha deciso di non pagare più questo prodotto quattro volte tanto ed è scoppiato il finimondo: pratiche bloccate e accuse al vetriolo tra Regione e Comune.
Paolo De Santis, presidente degli ingegneri aquilani, avverte che «le fibre di carbonio non sono l’unico pasticcio. Nel prezzario della Regione mancano i valori degli isolatori sismici; sono datati quelli del materiale per il contenimento energetico e degli infissi esterni, dei materiali fonoassorbenti e per la coibentazione; per non dire delle nuove tecnologie per il calcestruzzo... » .

« Pensano di affidare a ogni professionista la determinazione del prezzo, ma se fra qualche anno un magistrato chiedesse perché sullo stesso infisso sono stati applicati due valori, cosa succederebbe?

Fin qui le perplessità dunque di questo avvio di lavori . Ma qual è la situazione un anno dopo il terremoto.Dopo il sisma del 6 aprile di magnitudo 5,9 della scala Richter ( con 308 vittime e 1.600 feriti) 67.459 aquilani sono stati assistiti dalla Protezione Civile: 35.690 sistemati in 200 tendopoli ; 31.769 in hotel o case private. Nel giro di pochi giorni a l’Aquila sono arrivati 17.000 volontari. Un anno dopo sono ancora 4.300 le persone ancora negli alberghi (sulla costa abruzzese o a L’Aquila) più 622 negli appartamenti del complesso della Scuola della Guardia di Finanza di Coppito . 19.000 aquilani sono stati sistemati nelle abitazioni del Piano Case. Le tendopoli sono state chiuse a dicembre.

80.000 i sopralluogi effettuati per verificare le condizioni di sicurezza dei fabbricati in Abruzzo; 32,1% gli edifici risultati inagibili del totale. Agibili 52,00%. Parzialmente o temporaneamente inagibili il 15.9%. Tre milioni e cinquecentomila metri cubi di macerie ancora nel centro storico di L’Aquila. Diciannove come si diceva le new town per ridare un tetto alle persone rimaste senza casa dopo il terremoto.4.449 dunque il nuovi appartamenti costruiti Possono ospitare 15.000 persone sono costati 792 milioni. 1.800 sono le villette realizzate in legno già costruite che ospitano 3.300 persone ( su 8.500 previste). Costo : 230 milioni. Sono 32 le scuole realizzate in Abruzzo per sostituire quelle distrutte dal terremoto o danneggiate. Costo 81 milioni. La Procura della Repubblica di L’Aquila ha inviato fino ad oggi 30 avvisi di garanzia.

Sono 4.950 le opere d’arte salvate e messe in sicurezze da chiese e palazzi gravemente danneggiati. Statue dipinti , sculture , oggetti sacri e liturgici sono stati recuperati tra le macerie dai vigili del fuoco , dalle Soprintendenze, dalle forze dell’ordine e dai 350 volontari di Legambiente.

Ma è una lettera del Sindaco di L’Aquila al Commissario regionale che quantifica le somme già impegnate secondo le varie OO.PP.CC.MM. : 6 milioni di euro per contribuire alle spese di traslochi e deposito dei mobili per le case inagibili; 47 milioni di euro per gli indennizzi alle attività produttive bloccate dal sisma; 40 milioni di euro per il contributo per i beni privati danneggiati o distrutti ; 15 milioni di euro per indennizzi e contributi per le attività sociali, culturali e religiose; 30 milioni di euro per il contributo alle imprese che hanno completato immobili destinati agli sfollati; 35 milioni di euro per contributi ai privati che hanno ristrutturato immobili per riaffittarli ai propri inquilini o per metterli nel mercato degli affitti; 3 milioni e 300 mila euro per pagare i proprietari che hhano dato abitazioni in affitto; 120 milioni di euro per i puntellamenti ,demolizioni ed opere di messa in sicurezza ( di cui 40 milioni urgentissimi), non essendoci più denari in cassa; 25 milioni di euro per contributi alle case “A” per esito di agibilità; 60 milioni di euro per lavori alle case “B” e “C” con esito di agibilità; 108 milioni per contributi autonoma sistemazione per un totale di 489.300.000 euro.

A fronte il 14 aprile il presidente della Giunta regionale Gianni Chiodi nonché Commissario al terremoto ha affermato in una conferenza stampa sul recupero della Chiesa di Santa Maria Paganica che i soldi per la ricostruzione ci sono : 4 miliardi di euro in tutto, due dei quali della Cassa Depositi e prestiti che attendono di essere spesi.

Le foto sono di Daniele Aloisi

Eremo di Via vado di sole ,L’Aquila, venerdì 16 aprile 2010

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