lunedì 19 aprile 2010

VICO SPEZZATO : TRE POESIE

VICO SPEZZATO : TRE POESIE


1.
Nella mia casa tra i tetti
e gli sguardi ormai muti
delle finestre,tra vasi di gerani
e pennacchi di camomilla e basilico,
sui muri antichi
di pietre scalcinate e di sole
che avanza a guadagnare
della bella stagione il tempo;
nella mia casa tra balconi
dove canta il merlo ed abbaiano
i cani a festeggiare la sera,
un contrabbasso ripete
le sue note monotone
e tu signorina ottantenne
dallo sguardo cieco
sull’ultimo ricamo d’un tempo
ormai trascorso
come i lunedì e i venerdì
e le domeniche tu aspetti
dell’orologio del campanile
il suono. Ora sono
come te , aspetto d’invecchiare
e morire nella mia casa tra i tetti.

2.

Sono venuto a trovarvi
ed è come se mi avessero detto:
sono partiti per Roma,
Palermo o Venezia;
ora lo so, siete morti
ma siete altrove
anch’io sarò altrove.
Dove si va da morti :
da morti si va sotto l’ombra
della collina e lungo il fiume,
al sole del prato ,sui campanili
e tra la gente;
così tu non sei ora più sola
tra i suoni e le luci
tra le voci e gli sguardi;
la solitudine della tua casa
nel vicolo silenzioso
dove risuona la voce del contrabbasso
e canta il merlo
è ora la mia solitudine.
Dove si va da morti :
se vengo da te
è come guardare oltre le foglie
del platano tra luce e non luce
pedalando e non pedalando
in bicicletta; se vengo da te
è come andare
in un quieto pomeriggio di sole
con un passaporto per la sera,
una sera di aprile
odorosa e fresca come te.

3.

E mi presenterò davanti a te
con questa mia valigia
che uso da una vita
per il viaggio in treno
L’Aquila –Sulmona e viceversa
una valigia di cartone
muta e strappata
con le serrature inservibili
legata con un pezzo di spago
con una cinta dismessa.
Non mi chiedere che porto
nella valigia. Nella valigia
io non saprò allora che cercare :
quante volte l’ho aperta
e all’ultimo momento
non ho avuto più tempo
per togliere e aggiungere,
per guardare dentro e fuori.

Ci portavo un giorno
tanto tempo fa
il cielo dove volano
di Caldarelli i gabbiani
e il suono del vento
e la tempesta addolcita
dell’amore . Ora non so
che ci porto ora e tu
non mi chiedere, non mi chiedere
che ci porto ora .



Eremo di Via vado di sole , L’Aquila, sabato 17 aprile 2010

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