lunedì 3 marzo 2014

Allegro funerale re carnevalea S.Demetrio ne’Vestini

Allegro funerale re carnevalea  S.Demetrio ne’Vestini 

Il sole del primo pomeriggio  di un marzo atmosfericamente un po’matto,quasi come quei “ marzi “ d’altri tempi ,illumina la scena.  Il palcoscenico è quello della piazza di S. Demetrione’ Vestini.La scena è la rappresentazione dell’”allegro funerale di Carnevale“ organizzato dalla Pro Loco con il patrocinio della Confcommercio e con laconsulenza scientifica  del prof.Vincenzo Battista. Una piazza che conserva i segni del tempo e degli avvenimenti, delle storie  singole e collettive. Fino a quelli delrecente terremoto  che li ha dispersi,travisandoli. In quel senso di catastrofe e di incombente pericolo che da sempresono stati la linfa,la circolazione sanguigna del corpo e della vita  identitariadella comunità paesana. Raccolti andati a male, intemperie procellose con leravare e i danni al territorio, guerre, morbi,fame, liti ,hanno tenuto il filonegativo dell’esistere individuale e di gruppo. Un filo dipanato  in un volgere di accadimenti  che sono di ieri  ma anche di oggi ,che vivono nellacontemporaneità proprio nella categoria dell’accadere   ,quello che non cambia niente o cambiatutto. Perchè il mondo di dentro delle persone e quello di fuori  che all’apparenza appare immobile,  taciturno ,esile, in realtà cambia,inesorabilmente. E inesorabilmente prorompe. Pur se dovuto ai pericoli,allesofferenze , ai dolori ,è anche specchio di impegno, attività lavorativa,ricerca delle condizioni per stare e far stare meglio al mondo.
Bene ha fatto la Pro loco  di S. Demetrio ne’Vestini  a recuperare tutti questi segni. In modosingolare se vogliamo. Ma non tanto. Organizzando  nella domenica di carnevale appunto un“Allegro funerale di re Carnevale”.Proprio per stare all’interno di quei segni dicui si parlava. Per restituire alla vita di tutti i giorni ,quella tappa ciclica che è la festa del carnevale,che insieme a nascite, matrimoni, morti e alle feste della religiosità popolare e dell’attività del lavoro,ne  esprimono il senso più profondo. Unacorale rappresentazione quella del funerale carnascialesco che fa rivivere  una particolare tradizione del paese di S.Demetrio, ricostruita attraverso la tradizione orale e la memoria delle personepiù anziane. Che con i loro saperi hanno riprodotto dei manufatti  come,per esempio, il fantoccio di re carnevale. In una fattura che fa  della manualità un’espressione altissima  appunto di saperi condivisi. Unfantoccio  che dopo l’uso  per la festa di carnevale veniva riutilizzatonei campi come spaventapasseri,affermando così il suo valore apotropaico.
Una festa ,quella di carnevale,che fa  da cerniera  tra la festa di S. Antonio del porcello  e la Quaresima.. L’annuncio della finedell’inverno  e per questo la possibilitàdi stravolgere per un attimo  ogni cosa.Se la vita appunto di rinnova  va tuttobuttato all’aria perché torni a depositarsi in un altro modo .Con la stranacertezza che comunque  tutto torneràuguale a prima  e con l’altrettanta “certa“ speranza che l’inversione di ruoli per un istante  può essere il germe di un cambiamento.
Uno stravolgimento che liberadalle ansie e dai dolori ,affidando a re carnevale e alla sua sorte  anche, per esempio , i debiti.
In una economia di sussistenzache era quella contadina dell’Ottocento e della prima metà del Novecento ( fino alla  grande emigrazione  e al boom economico del dopoguerra che hannosegnato  l’abbandono delle campagnee  assegnato alla terra   un valore irrisorio  e quindi la fine del mondo contadino) ,idebiti contratti per far fronte all’inverno risultavano un macigno per le famiglie. Così quel peso si  affidava al re carnevale  perché lo portasse lontano, nell’al di làdell’al di qua .Sperando che l’al di là fosse migliore dell’al di qua  e potesse pietosamente risarcire  quanto veniva tolto spesso dai soprusi, dauna ingiusta giustizia terrena,  da unacondizione disarmata di  sopravvivenza.
Il recupero dunque di unatradizione “esigente” che la Pro Loco haarricchito  anche con l’attualità di unconcorso  per maschere individuali (cinque partecipanti ) e di gruppo ( dieci gruppi ).Tutte premiate proprio persottolineare lo spirito di carnevale ma anche l’impegno che le singole persone, le scolaresche e le loro insegnanti ,igruppi di amici, hanno messo  per questoappuntamento  fortunatamente sotto ilsole di marzo.
Una ricostruzione del carnevalefatta dunque insieme alla Pro Loco dall’intera comunità del paese che fuori da ogni protagonismo dice l’importanza della sua identità. Che si esprime in punti di forza edeccellenze  che sicuramentel’Amministrazione Comunale  e la Pro Loco ,appunto, sapranno valorizzare. Acominciare  dalla storia della famigliaCappelli  e del suo ruolo nella vitaeconomica e sociale di S. Demetrio ne’Vestini fino  al recupero del valore  del pane come elemento nutritivo e  simbolico passando attraverso il ciclo delgrano, con l’accento sulla storia di una qualità di grano selezionato e  denominato proprio “Cappelli”.( ValterMarcone   ) valtermarcone@hotmail.it     valtermarcone  osservatoriodiconfineblogspot.it








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