domenica 9 marzo 2014

SILLABARI Amore e poesia

SILLABARI  Amore e poesia



Anche se in questi ultimi anni lo si è fatto piuttosto spesso, è semprescabroso trattare il tema * amore '. perché c'è di mezzo il corpo oltre allo 'spirito ', e a quanto pare col corpo, malgrado tutte le rivalutazioni eriappropriazioni, continuiamo a non avere molta confidenza.
È un'impresa da sconsiderati, anche perché l'amore è un fenomeno cheosservato dall'interno, ossia dal punto di vista di chi ama, presenta aspettiassolutamente 'non rilevabili all'osservazione esterna; .il che significa cheil materiale di documentazione più attendibile e significativo ci può veniresolo da quel punto di vista privilegiato. Ora, se è vero che si tratta diun'esperienza che abbiamo fatto tutti, non è meno vero che una volta che nesiamo fuori, diciamo pure negli intervalli visto che 'siamo tutti recidivi, cisuccede non dico di rimuovere ma certamente di mutilare e alterare il ricordodi quell'esperienza, secondo i me-diocri bisogni e disegni del ' senno di poi '.Un mio paziente diceva che in genere noi viviamo 'la brutta copia della nostravita, tranne 'che quando amiamo: perché in quel caso la brutta copia lascriviamo dopo.
Per fortuna c'è un'altra categoria di ' sconsiderati ' che da almenoventisette secoli si è assunta il compito di abolire lo scarto tra esperienza ericordo: i poeti. Certo per dargli credito in questo senso non bisognacoltivare l'immagine del poeta come visionario, e nemmeno come veggente nelsenso paranormale del termine, ma quella del poeta come esperto nell'arte difermare e calare in parole 'l'ineffabile, o meglio ciò che fino a quel momentoappariva tale; capace perciò di offrirci, a distanza magari di millenni, unasorta di ' presa diretta ', coinvolgente 'e drammatica ma anche straordinariamenteilluminante.
A me beato sembra come un dio l'uomo che siede a tè dinanzi,
ed ode da vicino le tue dolci parole
ed il tuo dolce riso amoroso. E subito nel petto sbigottisce il miocuore:
se io ti vedo solo un istante, subito la miavoce si spegne.
Mi si spezza la lingua, ed una fiamma sottile mi trascorre per lemembra,
ed io non vedo nulla più con gli occhi; romban gli orecchi.
Freddo sudor m'inonda, ed un tremore tutta mi prende,
e più verde dell'erba io sono, e non mi sembra esser lontana dalla miamorte...
In questo ' carme lirico ' di Saffo ci sono quasi tutti gli aspetti che citroveremo a trattare nel corso delle nostre riflessioni sull'amore. In primoluogo c'è un'adesione immediata, che è una caratteristica fondamentaledell'esperienza amorosa: un sentirsi, di fronte alla persona che si ama, senzaalcuna possibilità di resistere, un dire di sì a tutto quello che vediamodavanti a noi, privi di qualsiasi atteggiamento critico. La persona di cui ciinnamoriamo ci cattura con una immediatezza che non troviamo in nessun'altraesperienza. È come se fossimo in uno stato ipnotico, nel quale la persona chesuscita in noi la condizione ipnotica ci comunica qualcosa che forse abbiamosempre so-spettato di poter conoscere, di poter godere ed afferrare. Lacaratteristica fondamentale è dunque un'immediata « partecipazione all'altro »,con un carattere che potremmo definire compulsivo: il nostro 'investimentoamoroso ci spinge coattivamente in una precisa direziono. Fiatone parlavaaddirittura di « delirio divino », che è la dimensione dell'estasi. Ricordiamole prime parole del frammento di Saffo: « A me beato sembra come un dio l'uomoche siede a tè dinanzi... ». Di fronte all'amato l'amante prova un 'senso diincredibile pienezza e, contemporaneamente, ha la sensazione di aver vissutofino a quel momento in una condizione di privazione. La funzione dell'amore èproprio quella di riempire un vuoto nella nostra esistenza e questa possibilitàè testimoniata dalla sensazione di turbamento che ci provoca la vista dellapersona amata. È un turbamento particolarissimo, che implica uno spostamento diforze all'interno del nostro vissuto esistenziale. C'è qualcosa che si muove,qualcosa che non è altro che il poter catturare, il poter estrarre dall'altrouna dimensione che permette di andare a coprire quel senso di vuoto che hacaratterizzato la nostra esistenza fino a quel momento. La nostra esperienzasembra dirci che è qualcosa di esterno a catturare noi, qualcosa verso cui vail nostro sguardo, ma la verità è che l'esperienza amorosa vive di ciò cheaccade in noi. Guardare l'oggetto del nostro amore significa ricevere qualcosa.Quello che io vedo ha significato perché evoca e muove all'interno di me stessodelle dimensioni importanti. Si può anche dire che, da un certo punto di vista,l'altro non può essere classificabile perché si 'implicherebbe la conoscenzadell'altro: nell'esperienza amorosa c'è qualcosa di incomprensibile. Per tuttala durata dell'amore i! nostro tentativo di porci di fronte a questo oggettopieno di mistero e di fascino è in realtà il tentativo di farlo uscire da ciòche non è chiaro. Io rimango innamorato fino a quando l'altro non è afferrabilenella mia dimensione spirituale. C'è qualcosa che mi spinge a interrogarmi sulsignificato di quel volto. L'amato diventa così una figura che spinge allaricerca di una mia verità interiore. E qui tocchiamo un elemento essenziale:
la persona che amo, sulla quale riverso tutta la mia energia, diventa quellache possiamo chiamare la trasparenza del mondo (1). Questo è secondo me uno deifenomeni più belli della dimensione amorosa che, attraverso questa esperienzadella trasparenza del mondo, ci permette di capire veramente la realtà esterna,lo sono tagliato completamente fuori dagli altri, sono tagliato fuori dal mondodello spirito e delle cose, se non ho vissuto almeno una volta 'l'esperienzadella dimensione amorosa. Infatti, attraversando questa dimensione, si illuminadi significato qual-siasi aspetto dell'esistenza, sia fisica che psichica:
ciò avviene solo a condizione che io sia « rapito » da un personaggio chenon riesco a inquadrare e che, come un pensiero dominante, orientaincessantemente nella sua direzione la mia vita psichica. L'oggetto d'amore piùbello è quello che non si riesce a definire, « l'oscuro oggetto del desiderio»: esso non si lascia ridurre, esaurire o banalizzare nel rapporto. La nostracapacità di mantenere viva un'esperienza d'amore sia nel riuscire a rendere continuamentenuova l'esperienza proprio grazie a quell'arricchimento interiore che ci haconsentito il rapporto stesso. La vitalità che noi sentiamo quando amiamoderiva dal fatto che attingiamo nuove forze che ci spingono, rispettoall'altro, in una dimensione diversa da quella usuale in cui siamo quando nonamiamo. Ecco perché amare è così « stressante ». Da un certo punto di vistaamare è un autentico lavoro psicologico. II più impegnativo che esista, proprioperché esso fa scattare in noi una nuova possibilità di conoscenza del mondo.Allora, se si vive per venti o trenta anni in un clima di mancanza d'amore, nelmomento in cui si incontra questa dimensione si deve imparare di nuovo aconoscere un mondo che sembrava ormai familiare e d'un tratto ha assunto unafisionomia diversa. Questa diversità è dovuta al fatto che il catturaredall'altro una dimensione che mi mancava ha reso me diverso, e ora i mieistessi occhi 'sono diversi, la mia stessa capacità di vivere quell'esperienza èdiventata diversa.
« E subito nel petto / sbigottisce il mio cuore: se io ti vedo / solo unistante, subito la mia voce si spegne ». « Solo un istante » e « subito »:questa immediatezza, questa fulmineità nel cambiare radicalmente la mia interavisione della realtà è un'altra caratteristica dell'esperienza amorosa. C'è'come un ritmo del desiderio che prende a pulsare dentro di noi e la personache abbiamo accanto acquista un significato mutevole e sfuggente, in quantocambia la nostra dimensione interna — perché acquisisce forza dall'altro —'etale cambiamento diventa uno stimolo a capire di più. Tutto questo però avvienecon dei ritmi particolari, il 'nostro desiderio è scandito dalla presenzadell'altro. E in questo momento, poiché entra in scena il desiderio, il corpoprende il sopravvento. Quando guardiamo gli occhi della persona che amiamo,quando contempliamo l'altro, in realtà cerchiamo di riconoscere segni che forseabbiamo già conosciuto nel nostro passato e, se non li riconosciamo, cerchiamodi dare a quel volto un nuovo significato; e dare al volto dell'altro un nuovo'significato vuoi dire fare entrare nell'esperienza amorosa la dimensionecorporea.
Saffo ci dice « ... la mia voce si spegno »: noi veniamo turbati daldesiderio, e con la voce è l'intera realtà che si spezza. Anche questo è unaspetto peculiare dell'esperienza amorosa: la realtà esterna così vistosa eingombrante fino a questo momento, si defila e scompare, e al suo posto, comecambia la scena su un palcoscenico girevole, si insedia una realtà fantastica,un nuovo universo al centro del quale stanno le due persone coinvolte in quelrapporto amoroso.
Dal loro punto di vista quell'universo è l'unico plausibile; ma solo da quelpunto di vista, come c'è un solo punto dal quale ognuno delle due braccia di quell'immensopronao della basilica di San Pietro che è il colonnato del Bernini apparecomposta da un'unica fila di 32 colonne anziché da 32 file di quattro colonneciascuna. Per tutti gli altri, per tutti quelli che ovviamente non possonovedere 'le cose da quell'angolazione così particolare il mondo di coloro che siamano è aberrante e inesplicabile. E questa è l'inevitabile violenza a cui ciesponiamo nel momento in cui siamo rapiti dalla dimensione amorosa. Ma in fondoè bene che 'almeno l'amore ci 'costringa a fare anche solo una volta nella vitaquesta salutare esperienza di non essere più in sintonia con gli altri, eperciò di non riuscire a comunicare — se non con il linguaggio dell'arte, dellapoesia, che coi suoi misteriosi poteri al-chemici riesce a trasformare inparole l'ineffabile.(...)

Ed ecco perché quella realtà l'abbiamo vissuta, finché è durata, comequalcosa di definitivo, di perenne. Quando si è attraversata un'esperienzad'amore fino alla fine, che ci sia o no una fine, sappiamo che il senso delladimensione amorosa si accompagna al senso dell'eternità. Nessuno può amarepensando che quell'amore finisca, nessuno può amare pensando di morire o chequella esperienza sia limitata nel tempo. Se si vuole fare l'esperienzadell'infinito psichico, di una dimensione che trascenda i limiti della nostraesistenza, si deve fare l'esperienza della dimensione amorosa. In quel momentonoi perdiamo H senso della realtà. Ma è un bene che sia così, noi dobbiamo perderlo.È per questo, del resto, che spesso gli altri si coalizzano contro di noi:perché siamo «e persi » per la loro realtà, abbiamo disertato, siamo passatiarmi e bagagli a una realtà diversa, « straniera » per loro, incomprensibile eperciò temibile.
« Mi si spezza la lingua, ed una fiamma / sottile mi trascorre per le membra». L'amore è caratterizzato da un'alterazione del nostro rapporto con larealtà; ma cosa significa in termini psicologici essere « alterati »? Significache l'assetto psichico di cui eravamo portatori fino a un momento fa haesaurito la sua funzione: non avremmo potuto calarci in una situazione d'amorese questo assetto psichico non avesse consentito la possibilitàdell'alterazione. Le persone sagge sanno che bisogna aspettare che si compiaquesta esperienza perché atteggiamenti apparentemente rigidi possanodissolversi come neve al sole. Con l'amore cambia tutto, ma il cambiamentomaggiore è nel nostro modo di sentire le cose della vita, noi vediamo con occhidiversi.
Una persona attenta e sensibile riesce sempre ad accorgersi sel'interlocutore si trova in una dimensione d'amore, perché chi è immerso inquesta dimensione ha una tendenza particolare: la tendenza a considerarel'oggetto d'amore come fonte di felicità infinita. Quando nella 'nostraesistenza ci troviamo a vivere un'esperienza nella quale una persona esterna anoi diventa la fonte della nostra felicità, noi siamo certamente in unaesperienza-limite. Quando io mi rendo conto che la mia felicità passaattraverso l'altro e mi abbandono con generosità nelle sue braccia, allora,come dicono i versi di Saffo, sono colto dalla paura perché mi sono messo nellemani di un altro. Si è detto spesso che la possibilità di resistere al mondo èin ragione diretta della capacità di autonomia; ma è innegabile che laconoscenza del mondo passi attraverso questo identificare nell'altro la fontedella propria felicità. È vero che mettersi nelle mani degli altri può recaresofferenze altrettanto intense della felicità che ci si aspetta, ma si trattain ogni caso di un'esperienza che va fatta e ricercata.
Avvicinandoci maggiormente agli aspetti psicologici dell'esperienzadell'innamoramento, possiamo dire che essa trascende il desiderio sessuale. Neimomenti m cui si ha la percezione di perdere l'altro si dicono di solito, e conestrema sincerità, frasi che rivelano che siamo pronti anche a escluderel'intimità fisica pur di non rinunciare ad un « oggetto » che sentiamo come lafonte insostituibile della nostra felicità. Sono questi i momenti in cui lasessualità sembra trascendere o addirittura rinnegare se stessa.
Violenza dell'Eros Aldo Carotenuto, Roma

Eremo Rocca s. Stefano domenica 9 marzo 2014






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