venerdì 20 gennaio 2012

L’ultimo esilio – poesie -

L’ultimo esilio – poesie  -

1.
E’ quello che raccontiamo
per tutta una vita
lucidato come posate d’argento
ora brilla. E’ lieve
nell’orizzonte delle cose ultime
si pone a domandare .
D'altronde dove noi ce ne andiamo ?
Sguardi sinceri ti rendono
più bella  ed è stato come immaginare
un ballo  dal battito di ali
nei tuoi occhi.
Immaginaria incredibilmente immaginaria
sembra essere la vita
ma la vita è la vita
e le parlo di tutto ciò che vuole
tanto sotto le costellazioni
dorme una rosa bianca
con la sua vita spruzzata di sole.
E canta come una invenzione
di Dio  nella pelle sutpita
dall’abbraccio  del rosso purpureo.
Quando la vita non mi guarda
cerco la sua immagine
nel mondo e vedo solo
un chiodo senza il quadro appeso.
Chissà dove quel rigattiere
l’avrà poggiato , chissà dove.

2.
Il segno della festa
è un’altra festa ,
il ballo in tondo
le voci attraverso l’azzurro ,
la voglia del sole
le novità per le strade
del mondo
i gesti degli alberi, delle case
degli animali.
E poi sentire lo scoppio  in corpo
e le scintille sfavillanti
che accecavano ogni cosa .
La festa
la festa  sì della vita
tutta
la festa nel tempo, lavato dal tempo
è il segno di un’altra festa.


3.
Il cielo tra le case
nell’azzurro sbocciante
tenero e arrendevole
e lungo lungo come una striscia
d’ombra morbida,
morbida e spalmata
nel grigio stinto
e senza fisionomia
di quelle case che non riescono
ad essere raggiunte dall’azzurro.
Senza fisionomia di muri,
di pietre, di porte ,di portoni,
di grate e tende.
Il cielo  tra le case
chinato ad ascoltare
le nostre parole sulle strade ,
di nascosto
aggobbite e stagnanti
per grandi macigni di sillabe
legate ai piedi come  sassi
da secoli enormi
ingombrati di storia
di storia ingombrati.
Il cielo tra le case ,
il sapore dell’acqua e del vino;
ricordo tra le case
la sola bambina vestita di bianco
rannicchiata ora nel mio cuore
a chiedere un ricordo.
Un ricordo dove specchiare
gli occhi che volevo 
guardare
spolverati di eco dissolte
nel cielo tra le case .

4.
Sogno in segreto
di mangiare nel bagno  un sapone
cremoso
e di baciare ombre grandi
come mammelle
prese di nascosto  al grigio perla
dei muri ora di seta della città.
E così che farei pubblicità alle metafore
d’una storia futura  minacciata dalla fine
della città avvenuta .
Per cercare gli gnomi  nel mondo
dei libri per bambini
è utile sognare  una notte popolata
di stelle
anche se poi vedo solo
un angelo della solitudine
con le mani di bimbo
seduto a cavalcioni di un architrave
crollata nella grande navata .
Sfiora con le  grandi ali
di piume di gallina
da lassù un tendone-fondale
tra le teste di cartapesta
e le fontane di gesso .
Ed è una pennellata divina ,
quella che creò  l’affresco del  mondo ,
che ha scarso successo ora nel ricreare
la città . La città  che dentro e fuori
è tutta uguale . Uguale dentro e fuori
malgrado la pubblicità.

5.
Mi sono accorto di non avere i soldi
per farmi risuolare le scarpe,
mi è venuto un naso da gran beone
ed eppure sono astemio ;
la mia voce grida da qualche parte
non scocciatemi ,
ma solo da qualche parte;
giacchette di fustagno,scarpe scalcagnate
è un look di prima qualità.
Libri,gente, elefanti  di pezza,polvere,
pazzi e pazzie,carcerati e ladri ,
vecchie sceme e rompiscatole,
può essere questo tutta una vita.
Una prostata vigliacca e ostinata,
gocciolante ,
insieme all’anima  rubata e mangiata
a bocconi
è tutto , tutta la consapevolezza
che non i soldi
per fari altri soldi .

Eremo Via vado di sole, L'Aquila, venerdì 20 gennaio 2012

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