sabato 28 gennaio 2012

ET TERRA MOTA EST : Ci si potranno mettere 10, 15, 20 anni. Ovvero “Diem perdidi “

ET TERRA MOTA EST  :  Ci si potranno mettere 10, 15, 20 anni. Ovvero  “Diem perdidi  “


Sono passati quasi tre anni dal sisma che il 6 aprile 2009 ha distrutto L'Aquila, ma nel centro storico della città la ricostruzione non è ancora partita. Proprio per accelerare l'inizio degli interventi e integrare le iniziative volte allo sviluppo del capoluogo abruzzese,  il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha conferito al ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, l'incarico di attivare un tavolo, cui contribuiranno in modo specifico, Antonio Catricalà e le strutture della presidenza del Consiglio, i ministri interessati e la ragioneria generale dello Stato. Lo ha reso noto la presidenza del Consiglio.

E proprio oggi il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, ha presentato il piano di ricostruzione, strumento tecnico e di programmazione della rinascita del centro storico del capoluogo di regione abruzzese, che prevede oltre 5 miliardi per gli interventi all'Aquila e nelle sue frazioni.

Un documento più volte fonte di polemiche, perché sollecitato dalla struttura commissariale, dal ministero dell'Economia, dalla Protezione civile e anche di recente dal presidente del Consiglio, Mario Monti. In particolare, si tratta di un programma da 3,5 miliardi per L'Aquila e oltre 1,5 per le frazioni. È articolato in quattro grandi sezioni: le linee di indirizzo strategico, lo stralcio per il capoluogo, quello per le frazioni e quello per i progetti strategici futuri. La chiave sono gli interventi "diretti", quelli conformi all'attuale piano regolatore del capoluogo, risalente al 1975 che, per l'amministrazione, potrebbero partire subito, anche se oggi è stato lanciato l'allarme sulla filiera tecnica.


Secondo le tappe enunciate dall'assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano nella conferenza stampa di oggi, già giovedì 2 febbraio il piano sarà al vaglio della seconda commissione consiliare (Territorio); poi sarà presentato brevemente alle dieci circoscrizioni; quindi il passaggio in Consiglio comunale.

Seguiranno le consultazioni previste dal nuovo regolamento sulla partecipazione, con 15 giorni per fare osservazioni dopo la pubblicazione. Un altro passaggio in Consiglio suggellerà l'approvazione definitiva. Stimolato dai cronisti sulla possibilità di avere un piano esecutivo prima dell'estate, Di Stefano ha risposto: "Credo di si, anche se abbiamo le elezioni, un intermezzo da considerare". Il 6 e 7 maggio, infatti, nel capoluogo si vota per il rinnovo del Consiglio comunale. Una buona parte di operatività, comunque, il piano la prende con l'adozione". Ancora prima dell'intesa con la struttura commissariale, secondo Di Stefano "la semplice approvazione del piano potrà consentire la presentazione dei progetti, almeno di quelli che non vanno in variante di Prg". L'intesa, infatti, "dovrebbe essere stipulata in mezzo tra l'approvazione e l'adozione, dice il decreto 3, però, secondo una recente nota della struttura tecnica di missione, ora l'intesa sta a valle di tutto".

"Il rischio che L'Aquila sia una Pompei moderna non esiste, ma bisogna capire quali saranno i tempi. Ci si potranno mettere 10, 15, 20 anni, a seconda di quanto saranno bravi soprattutto i comuni, ma sul fatto che si ricostruirà non c'è ombra di dubbio". Lo ha affermato il presidente della Regione Abruzzo e commissario delegato per la ricostruzione, Gianni Chiodi. "Qualcuno ha fatto credere agli aquilani che la ricostruzione sarebbe avvenuta in tempi brevi - ha aggiunto Chiodi - invece ci vorrà molto tempo. Quello che manca all'Aquila è la serenità. Per ricostruire ci vogliono coloro che diffondono e alimentano speranze. Siamo di fronte a normative non più emergenziali. Gli appalti richiedono tempi lunghi". Il presidente si è poi soffermato sulla ricostruzione del centro storico: "ribadisco che solo oggi sembrerebbe che il Comune dell'Aquila abbia reso noto il piano di ricostruzione - ha detto il presidente -. D'altronde è una legge voluta da noi ad imporlo. È il ministero dell'Economia a richiederci i piani di ricostruzione, così da poter elaborare una stima dei costi".
Che cosa aggiungere all’articolo di Piera Matteucci ? Dunque a conti fatti nella vita di un aquilano  l’attesa è di dieci, quindici , venti anni per riavere una abitazione, una scuola, un posto di lavoro ,un ufficio pubblico . Tempi biblici in  rapportoi appunto al tempo di una vita specialmente se le persone che aspettano sono già anziani.
Alternative ?   Forse meno chiacchiere, liti, personalismi  e chi ha più ne metta ? Dobbiamo esclamare allora con gli antichi latini “ diem perdidi “(Ho perduto la giornata )  parole che Svetonio attribuisce a Tito ,imperatore romano  che fu detto delizia del genere umano  il quale, avendo trascorso una giornata  senza trovar l’occasione  di largire qualche beneficio , avrebbe preferita la storica frase.

Fonte :  PIERA MATTEUCCI  (27 gennaio 2012) La Repubblica

Eremo Via vado di sole , L’Aquila,  sabato  28 gennaio 2011

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