venerdì 8 giugno 2012

BIBLIOFOLLIA : ANCORA SULLA LETTURA CONTINUA DEL DON CHISCIOTTE . SMETTERE DI SCRIVERE ??

BIBLIOFOLLIA  :  ANCORA SULLA LETTURA CONTINUA DEL DON CHISCIOTTE . SMETTERE DI SCRIVERE  ??

La lettura  ad alta voce dei prini capitoli del Don Chisciotte tenutasi il 7 giugno u.s. mi ha sollecitato una serie di riflessioni  circa  la necessità di mettere di scrivere perchè tutto, tutto nel Dop0n Chisciotte è stato detto . Ma tutto è stato dettp ? Una domanda che mi sono fatto quando nel post precedente ho affermato che solo due romanzia andavano salvati dalla catastrofe cosmica : il Don Chisciotte e il Moby Dik. E' una affermazione forse azzardata e allo stesso tempo personale, del tutto personale.
E allora  ho trtovato questo contributo  sul tema dello smettere di scrivere  che riporto di seguito. Va completato ,ma come ?
Chi vuol essere Rosario Girondo? Chi vuol essere Pierre Menard? E chi è disposto a togliersi di mezzo con una sacrosanta motivazione? Ecco di che cosa si tratta: di smettere di scrivere.
Girondo è un personaggio dello scrittore spagnolo Enrique Vila-Matas, è ossessionato dal futuro della Letteratura, vuole salvarla (ma salvarla da cosa? La letteratura può salvare e può essere salvata? Si raccomandano risposte), e a questo scopo compulsa un diario personale nel quale scandaglia fittiziamente i diari privati dei suoi scrittori preferiti. Ma Girondo, nel libro stesso, che s’intitola «Il mal di Montano», è a sua volta un personaggio dietro il quale si cela un narratore di professione.
Pierre Menard è il signore che in un breve racconto di «Finzioni» di Jorge Luis Borges, intende riscrivere in versione novecentesca un capolavoro del Seicento, il «Don Chisciotte della Mancia» di Cervantes, finendo per ricopiarlo alla perfezione, pur credendo di avere apportato sostanziali modifiche.
Matteo Galiazzo, invece, è uno scrittore anagraficamente e geograficamente più vicino a noi di quanto non lo siano Cervantes e Borges, uno scrittore che ha volontariamente smesso di pubblicare (e, forse, ma nessuno lo sa, volontariamente smesso di scrivere), e che è, almeno dalle mie parti, molto citato e considerato dai suoi colleghi con maggiore ammirazione di quei due hidalgo della penna, nella forma inalterabile di una domanda che due scrittori incontratisi per caso sotto un portico, per la strada, finiscono inevitabilmente per farsi, con un sussurro: “Non è che per caso sei finito in Zona Galiazzo?”
  1. In questo Stato, oggi come oggi, scrivere letteratura ombelicale o poesia è un atto irresponsabile (
  2. Tutte le storie sono state già scritte, e meglio, in un modo o in un altro (
  3. Leggere, oggi come oggi, è non soltanto un atto più nutriente dello scrivere, ma anche più sovversivo (
  4. Ho incontrato il vero Pierre Menard dal panettiere e mi ha ingiunto di tacere sulla carta (
  5. Ci sono troppi cattivi scrittori e cattivi poeti in circolazione per pensare di non essere uno di loro (
  6. Durante una lezione di scrittura creativa ben remunerata ho improvvisamente smarrito il filo del discorso, ho incominciato a ridere a crepapelle e non sono più riuscito a smettere (
  7. I generi stanno soccombendo, oggi come oggi, alla oggettiva realtà: la fantascienza è sorpassata, il canto lirico è stonato, il romanzo giallo è ghettizzato, il bildungsroman è inadeguato ai tempi, eccetera… (
  8. (E il romanzo storico?) (
  9. Ho incontrato il vero Rosario Girondo dal panettiere e mi ha ingiunto di ritornare dentro la sua opera (
  10. La funzione sociale dell’opera è stata neutralizzata (
  11. Il valore letterario di un’opera è stato saldato ai valori di scambio umani e editoriali (
  12. Le motivazioni Orwell e Shakespeare, le motivazioni Petrarca e Samuel Beckett, i diari di Kafka (
  13. Tutte le storie scritte si trovano nella musica, senza spargimento di autodichiarazioni (
  14. Ho incontrato Matteo Galiazzo su facebook e mi ha chiesto di cosa diavolo stessi parlando (
  15. Dentro le storie ci sono le frasi e le frasi sono sempre in odore di estetica (
  16. (E le storie per bambini?) (
  17. Detesto la letteratura ammiccante, detesto la letteratura saccente, detesto la letteratura inutile (essendo incapace personalmente di produrne di utile) (
  18. La letteratura cosiddetta utile dovrebbe essere in odore di autoespulsione (e fare altro) (ma non lo fa) (
  19. Ogni volta che trovo una buona storia da raccontare, finalmente, finalmente, mi domando: “Perché?” (
Eremo Via vado di sole, L'Aquila venerdì 8 giugno 2012

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