lunedì 5 settembre 2011

BIBLIOFOLLIA : Autore & Editore


BIBLIOFOLLIA : Autore & Editore

C’è stato un tempo, può osservare un lettore non adolescente, in cui " le scelte delle case editrici erano operazioni di alto profilo e a volte perfino di "culto". Se si va in cerca di un saggio che illustri l'era di cui parliamo, eccolo qui. S'intitola Giorgio Bassani editore letterato. L'hanno scritto Gian Carlo Ferretti e Stefano Guerriero (Manni editore). Bassani è un interprete ideale di quella vicenda e di quei tempi. Non è tuttavia il solo. Non a caso il libro, nella parte scritta da Ferretti, è una sorta di biografia a due facce: la seconda appartiene a un altro esemplare della genia dei letterati-editori: Elio Vittorini. Sulla metà del secolo scorso questa coppia di scrittori -interpretava gli umori più drasticamente separati della critiça militante in Italia.

Non conta che le case editrici cui approdarono, Feltrinelli ed Einaudi, erano entrambe di sinistra e che essi, prima o in contemporanea con 1'attività editoriale "di macchina" , avessero animato due riviste influenti: Bassani Botteghe Oscure e Vittorini Il Menabo. Fra di loro, le analogie si fermano qui, e cominciano le differenze. Quanto Vittorini era ingordo, pronto ad afferrare qualsiasi sintomo di novità si manifestasse nelle lettere di mezzo mondo, così Bassani era o diceva di essere tradizionalista, allergico ad ogni ubbia sperimentale, legato semmai a una corrente datata, il decadentismo europeo. A rendere inconciliabili le vedute della coppia era soprattutto la diffidenza con cui il romanziere ferrarese contemplava «la nebulosa neorealìstica» allora in voga e tale da figurare tra le passioni, magari provvisorie, del collega siciliano.

Benché a tratti minuzioso fino alla vertigine, il saggio di Ferretti non manca di vivacità. Vi si riversa la contesa fra due modi di concepire la letteratura e i suoi legami con la vita civile, dando origine ad episodi che allora parvero veementi. Parlo,ad esempio, della polemica sul Gattopardo,

la scoperta di maggior successo di Bassani: un libro che pare fosse sfuggito a Vittorini. Il quale, forse anche per questo, continuò a non considerarlo un capolavoro. Un altro casus belli, stavolta fra Bassani e il suo "patron" Giangiacomo Feltrinelli, fu rappresentato dal "Gruppo '63", un sodalizio di quei giovani della neo-avanguardia che scesero in campo contro Bassani ricevendone risposte molto acri. Feltrinelli, quei giovani li prediligeva. Il contrasto fra lui e lo scrittore ne causò l'uscita dalla casa editrice.

Anche nella seconda parte del libro, redatta da Guerriero e centrata soprattutto sui libri stranieri di cui Bassani promosse la pubblicazione, si ricostruisce uno scontro fra intellettuali. L'origine fu il rifiuto di Bassani di pubblicare nella sua collana feltrinelliana i Fratelli d'Italia di Alberto Arbasino. Ne conservo, per quello che vale, precisa memoria. Trovo nelle stesse pagine una frase che invece non ricordavo; confidata dall' autore delle "Storie ferraresi" ad Andrea Barbato per L'Espresso: «La letteratura», vi si legge, «è qualcosa che si sente alla prima cucchiaiata». Una frase rapida e tagliente, di quelle con cui l'autore delle Cinque storie ferraresi usava rispondere a chi provava a contraddirlo.

Nello Ajello Bassani Vittorini Quando gli editori erano letterati La Repubblica 3 agosto 2o11

Eremo Via vado di sole, L'Aquila, lunedì 5 settembre 2011

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