martedì 20 settembre 2011

SILLABARI : Fanulloni

SILLABARI : Fanulloni

“Fannulloni”, il libro-inchiesta di David Perluigi pubblicato da Newton Compton Editori a fine ottobre dice molto: trattasi di un bestiario, di un florilegio che raccoglie, come si legge in copertina, “tutti i privilegi dei dipendenti pubblici a spese dei contribuenti”. Con stile sobrio, preciso e mai banale, l’autore racconta alcuni storie emblematiche di quello che fu il Bel Paese al fine di analizzare le indennità speciali, i premi produzione, i generosi scatti pensionistici, i benefit di lusso e i ridicoli controlli di cui gode la “casta” di chi lavora negli enti pubblici.

In altre parole, un viaggio dell’orrore negli esosi diritti di una classe ingiustamente privilegiata che ogni anno pesa come un macigno nella spesa dello Stato e irride con fare beffardo non solo i colleghi con etica adamantina (per fortuna ancora ci sono), ma anche quei lavoratori che, senza alcun diritto riconosciuto, pagano le tasse nonostante stipendi da fame. Gli argomenti trattati? Solo qualche esempio spulciando nell’indice dei capitoli: i pensionamenti del Senato, la legge 104 benedetta dai fannulloni, il manuale del perfetto assenteista, gli “inossidabili” forestali, lo scandalo dei lirici, il buono pasto e il bonus orario, camici bianchi ai Caraibi e lo stipendificio Rai.


Il libro di David Perluigi, d’altro canto, rappresenta anche un primo, severo giudizio nei confronti della lotta agli sprechi intrapresa da Renato Brunetta. Ecco, se ci fosse un lettore ideale per il lavoro del giornalista de Il Fatto Quotidiano, quello sarebbe proprio lui: il ministro per la Pubblica Amministrazione, nonché il politico che ha promesso una rivoluzione, ma che ora – magari dopo aver letto “Fannulloni” – sarà costretto a fare i conti con una mentalità dura a morire nel paese dei furbi autorizzati.

Infatti dice Brunetta :

Nel quinquennio 2008-13 la correzione dei conti pubblici dovuta alla riforma Brunetta contribuirà all’azione di risanamento per 62 miliardi di euro complessivi. Il numero di dipendenti pubblici, già ridotto di 70mila unità in due anni, continuerà a diminuire fino a un taglio complessivo di 300mila addetti entro il 2012.

Questo calo dell’occupazione (pari all’8,4 per cento) significa un aumento medio di produttività del 2 per cento circa.

Con il ministro Brunetta la caccia ai fannulloni è aperta: i dipendenti statali non potranno più fare i comodi loro e se verranno beccati senza far nulla potranno anche essere licenziati. Non c’è che dire, le premesse e le promesse sono ottime, ma David Pierluigi, grazie a questa inchiesta, ci ha spiega to che abuso e deregolamentazione all’interno degli enti pubblici sono ormai la norma.

Solo che sembra UNA BALLA MASTODONTICA perché più personale invecchia e non viene sostituito produce meno, ne sanno qualcosa nella sanità che personale anziano non vuole più fare i turni di notte e sta a casa ammalato perché non ci sono assunzione di personale infermieristico giovane. Vada a casa insieme al suo governo e la produttività dello stato salirà.

Ecco la biografia di David Perluigi che compare nel suo blog sul sito de Il Fatto Quotidiano

“Sono nato a Roma nel 1973, nel 1999 ho cominciato a collaborare con L'Espresso e per i quotidiani Il Manifesto e Il Messaggero, poi nel 2000 sono entrato a Radio Capital dove per due anni mi sono occupato di inchieste e del contenitore mattutino 'il caffè di Radio Capital' e con Alessandro Sortino di 'Scandali al sole'. Nel 2003 il passaggio a Radio Rai Uno dove ho lavorato al programma 'Italia, istruzioni per l'uso' con Emanuela Falcetti. Nel 2004 ho conosciuto Franca Leosini per collaborare alla parte giornalistica dei programmi di Rai Tre 'Ombre sul Giallo' e 'Storie maledette'. Nel 2007 ho lavorato alla prima edizione su Rai Tre di 'W l'Italia diretta' con Riccardo Iacona. Ho realizzato con Dina Lauricella per Report (Rai Tre) la goodnews: 'La ruota di scorta', poi nel 2007 sono stato uno degli inviati per i programmi de La7: 'Exit', 'Exit files' ed 'Effetto domino'. Da giugno del 2010 sono approdato alla redazione web de Il Fatto Quotidiano”.

da www.ilfattoquotidiano.it

L’INTERVISTA CON L'AUTORE

Lunedì scorso i Nas di Taranto hanno arrestato 26 dipendenti (medici, infermieri, tecnici e addetti alle pulizie) della Asl di Brindisi, accusati di truffa aggravata e continuata al Servizio Sanitario Nazionale: facevano timbrare il cartellino a colleghi compiacenti per poi assentarsi dal posto di lavoro e dedicarsi ai loro comodi. Uno spot formidabile per la lotta ai fannulloni intrapresa dal ministro Brunetta… A che punto siamo?

I dati in mano a Brunetta dicono che la sua azione ha prodotto un taglio del 35% delle assenze per malattia. Ma non ci sono dati sulla produttività dei dipendenti pubblici e l’azione del ministro si concentra solo sugli enti centrali (i ministeri, ndr), con molta meno forza invece su quelli locali, che raggruppano il 50% dei circa 3 milioni e mezzo di impiegati. Tanto per intenderci, quelli che lavorano negli uffici comunali, provinciali, nelle Asl, quelli con i quali il cittadino ha a che fare settimanalmente. Ecco, ad esempio, negli uffici pubblici locali non sono mai arrivati i famosi tornelli e così non si riesce mai a capire chi sia effettivamente sul posto di lavoro.

Oltre che un’inchiesta a puntate, il tuo libro è un florilegio dei modi di gabbare la cosa pubblica. Tra tante storie di malaffare e cattiva amministrazione, nella tua ricerca in giro per la penisola hai trovato esempi che contraddicono e smentiscono la cultura dei fannulloni? Insomma: è davvero tutto così marcio?

No, ho conosciuto medici che nonostante abbiano la possibilità di lavorare anche per il privato, dedicano anima e corpo al servizio ospedaliero pubblico. Per lavoro, inoltre, mi sono occupato delle scorte formate da carabinieri e polizia; agenti che finiscono quasi sempre per fare giornate di straordinario pagate con ritardi incredibili e in condizioni durissime, spesso ore e ore al freddo o sotto il sole cocente ad aspettare. Chi ha arrestato ad esempio il boss mafioso Salvatore Lo Piccolo, dopo ore di appostamenti giorno e notte è stato pagato un anno dopo e solo dopo essere sceso in piazza.

Nel tuo lavoro, giocoforza sei entrato in contatto con chi subisce le conseguenze del “fare-fannullone”. Tra la gente comune c’è più rabbia o scoramento? Voglia di cambiare o assuefazione?

Assuefazione e rassegnazione: il “fannullonismo” è divenuto un costume italico radicato nelle teste dei cittadini.

Dopo un viaggio del genere e tanti anni di giornalismo d’inchiesta, sei ancora in grado di scandalizzarti per la dilagante cultura del disservizio che vige in Italia?

Sì sempre, l’operazione all’Asl di Brindisi, dove i medici erano negli ambulatori privati a scapito del lavoro nel pubblico - facendo così allungare le liste di attesa per visite ed esami medici - non può non indignare tutti; ma lo stesso vale per il cancelliere del tribunale o il magistrato che, non recandosi al lavoro, allunga i tempi della giustizia.

Secondo te, l’informazione italiana in quale misura contribuisce a combattere questo malcostume?

Oggi l’informazione è meno garantista e ci sono importanti trasmissioni d’inchiesta, come ad esempio “Exit” o “Report”, che, con una puntata dal titolo “Gli intoccabili”, ha fatto storia sui dipendenti pubblici. Insomma, questo tipo di inchieste tv hanno fatto emergere il fenomeno e lo hanno fatto conoscere alla grande massa, raccontando il marcio della Pubblica Amministrazione.

Eremo Via vado di sole, L'Aquila, martedì 2o settembre 2011

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