venerdì 25 dicembre 2015

SILLABARI : Sobrietà





"In una società spesso ebbra di consumo e di piacere, di abbondanza e lusso, di apparenza e narcisismo - ha dettoPapa Francesco nella omelia della S.Messa di Natale  -, Lui ci chiama a un comportamento sobrio, cioè semplice, equilibrato, lineare, capace di cogliere e vivere l'essenziale". In un mondo "che troppe volte è duro con il peccatore e molle con il peccato, c'è bisogno di coltivare un forte senso della giustizia, del ricercare e mettere in pratica la volontà di Dio". "Dentro una cultura dell'indifferenza, che finisce non di rado per essere spietata - ha esortato -, il nostro stile di vita sia invece colmo di pietà, di empatia, di compassione, di misericordia, attinte ogni giorno dal pozzo della preghiera".
Ma già la Centesimus Annus, 36  aveva detto : “È necessaria ed urgente una grande opera educativa e culturale, la quale comprenda l’educazione dei consumatori ad un uso responsabile del loro potere di scelta, E necessario adoperarsi per costruire stili di vita, nei quali la ricerca del bello, del vero e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siano gli elementi che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi e degli investimenti (...). La scelta di investire in un luogo piuttosto che in un altro, in un settore produttivo piuttosto che in un altro, è sempre una. scelta morale e culturale”
In realtà   “Sobrio" è il contrario di “Ebrius” . Cioè, il suo significato etimologico originale è negativo (“s” privativa!), come la parola "Sleale", o la parola "Scontento". Ebrius vuol dire ebbro, inzuppato, inebriato, esaltato, ubriaco, avvinazzato, agitato, su di giri, fuori le righe, s-regolato, fuori controllo, s-misurato. La nostra è una società ebbra di consumi, di piaceri, di cose materiali, è una società dell'abbondanza, dell’apparenza, del narcisismo che i sociologi definiscono anche affluente, edonista, opulenta ecc.
 Sobrio, invece, è chi vive in modo in-nocente (che non nuoce), cioè equilibrato, misurato, entro i limiti. Per questo la sobrietà è uno stile di vita "sostenibile", ossia capace di futuro. È il passaggio dal modello di vita del cow-boy (che nel Far West deve continuamente “predare”) al modello di vita dell'astronauta (che deve invece essenzializzare tutte le risorse per affrontare il viaggio di andata e ritorno). Ecco perché “È sostenibile solo uno stile di vita più democratico. Può avere forme diversificate. Non livellante, poiché anche con una certa spesa in beni si può vivere con un proprio stile originale. Ma è fraterno, perché nessuno si arricchisce alle spalle degli altri. Ed è libero dalla dipendenza dai beni materiali, perché non si ha mai/a sensazione pressante, che il proprio valore dipenda da essi e che non si deve spendere sempre di più solo perché ci sono persone che hanno d più” (Schernhom G., Che cosa è uno stile di vita capace di futuro, (sostenibile)?, in Volontari e terzo mondo, n. 4, 1999, 66-67).
 Lo stile di vita improntato alla sobrietà restituisce all’uomo “quell’atteggiamento disinteressato, gratuito, estetico che nasce dallo stupore per l’essere e per la bellezza, il quale fa leggere nelle cose visibili il messaggio del Dio invisibile che le ha create” (Centesimus Annus, 37).
Scrive   Antonio Nanni in  http://www.vicariatusurbis.org/SettoreOvest/caritasovest/Nanni.htmPrudenza, giustizia, fortezza e temperanza. Così una volta si imparava dal catechismo. Poi è venuto il tempo dell’oblio e anche per le virtù “cardinali’ è diventato difficile sopravvivere. Noi siamo convinti che oggi sia possibile rilanciare la “temperanza’ nella forma aggiornata della sobrietà e in questo senso essa potrebbe diventare un banco di prova per tutta la comunità cristiana.
 La temperanza “è la virtù morale che modera l’attrattiva dei piaceri e rende capaci di equilibrio nell‘uso dei beni del creato" recita il Catechismo. La temperanza, con il suo richiamo alla moderazione e alla sobrietà, costituisce una sorta di scudo protettivo di fronte alle tentazioni della ricchezza ottenuta con ogni mezzo e suggerisce il giusto distacco dai beni materiali, mezzi di investimento per lo sviluppo e non già fine in sé.
 La temperanza è la virtù dell‘equilibrio e del senso della misura, della capacità di resistere, rinunciare, di "mescolare" (l’acqua con il vino, ad esempio), e perfino di “tagliare’, di affinare (si pensi al temperino). Chi agisce nella temperanza non è smodato, eccessivo, ingordo, s-regolato, ma è persona semplice ed essenziale in tutto, perché sa ridurre, recuperare, riciclare, riparare, ricominciare.
 La sobrietà è, in questo senso, la virtù del futuro, il nuovo nome della temperanza; è un bene relazionale, una qualità della relazione: con se stessi (identità/sobrietà); con gli altri (alterità/sobrietà); con le cose (consumo/estetica della sobrietà). Ma non possiamo dimenticare che la sobrietà esprime anche il modo di vivere e di vedere il mondo con lo sguardo dei poveri e proprio per questo è una scelta economica e politica.
 AA.VV. Nuovi stili di vita nel tempo della globalizzazione, Fond. Apostolicam Actuositatem, Roma 2002
 AA.VV., Abitare il limite, Atti del 370 Convegno di CEM Mondialità (dicembre 1998)
 AA.VV., Dacci oggi il nostro pane, EMI, Bologna 2002
 ACLI (a cura), Umanizzare 1 ‘economia, La sfida della globalizzazione, Monti, Saronno (VA), 2000
 AA.VV., Invito alla sobrietà felice, EMI, Bologna 2000
 BAKER C., Ozio, lentezza e nostalgia, EMI, Bologna 2000
 BATTISTELLA G., I nuovi stili di vita, EMI, Bologna 1996
 BECK U., Che cos’è la globalizzazione. Rischi e prospettive della società planetaria, Carocci, Roma 2000
 H. DALY-G. COBB, Un economia per il bene comune, RED, Como 1994
 FABRIS R., La scelta dei poveri nella Bibbia, Borla, Roma 1989
 J.L. LA VILLE, L ‘economia solidale, Bollati Boringhieri, Torino 1998
 LEVI A., Il sapore della sobrietà, Servitium, Sotto il Monte (BG), 1998
 G. MARTIRANI, La civiltà della tenerezza. Nuovi stili di vita per il terzo millennio, Paolinei, Milano 1997
 A. NANNI, Economia leggera, EMI, Bologna 1997
 NICORA A.,       La virtù cristiana della sobrietà, Lettera pastorale, Diocesi di Verona, Queriniana, Brescia 1996
 PETRELLA R., Il bene comune. Elogio della solidarietà, Diabasis, Reggio Emilia 1997
 PIPER J., La temperanza, Morcelliana, Brescia - Milano 2001
 VALER A., Bilanci di giustizia, Famiglie in rete per consumi leggeri, EMI, Bologna 1999
 VOLP[B;; MELONI F., (a cura di), Vivere con la porta aperta; Edb, Bol6~a 1997
 WUPPERTAL INSTITUT,                Futuro sostenibile. Riconversione ecologica, Nord-Sud, Nuovi stili di vita, EMI, Bologna 1999 (III ed.)
In particolare per saperne di più su sobrietà leggere  il testo pubblicato da il  Centro nuovo modello di sviluppo  che è un centro di documentazione che si occupa di squilibri sociali e ambientali a livello internazionale, con l’obiettivo di indicare le iniziative concrete che ciascuno può assumere, a partire dalla propria quotidianità, per opporsi ai meccanismi che generano ingiustizia e malsviluppo. Una sezione del Centro svolge attività di ricerca sul comportamento sociale ed ambientale delle imprese con l’obiettivo di fornire informazioni ai consumatori tramite guide cartacee e siti internet. Particolarmente sviluppata anche la riflessione su temi come la decrescita e l’economia stazionaria. Feltrinelli ha pubblicato due titoli legati al lavoro di questo istituto, entrambi scritti da Francesco Gesualdi: Sobrietà (2005; UE 2010) e Le catene del debito (2013).
Di che parla Sobrietà  .Parla dei cambiamenti del clima, le guerre per il petrolio, la scarsità d'acqua, ci ricordano che stiamo consumando e producendo oltre la capacità del pianeta. Eppure metà della popolazione mondiale non ha ancora assaporato il gusto della dignità umana: non mangia a sufficienza, non va a scuola, non si cura. Il collasso ambientale procede di pari passo con quello sociale. L'unico modo per fermarli entrambi è che il Nord opulento accetti di ridurre e rallentare. Ma non è facile. Se abbandoniamo l'economia della crescita come garantiremo lavoro, scuola, sanità e sicurezza sociale per tutti? Questo libro indica delle vie per coniugare sobrietà, piena occupazione e benessere sociale. La vera sfida del XXI secolo.
Chi è Francesco Gesualdi? .Già allievo di don Milani, è fondatore e coordinatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Vecchiano (Pisa), che si propone di ricercare nuove formule economiche capaci di garantire a tutti la soddisfazione dei bisogni fondamentali. Coordinatore di numerose campagne di pressione, è tra i fondatori insieme ad Alex Zanotelli di Rete Lilliput. Fra le opere più significative del Centro e di Gesualdi si possono citare Lettera ad un consumatore del Nord (Emi, 1994), Manuale per un consumo responsabile (Feltrinelli, 1999), Guida al consumo critico (Emi, 2003), Sobrietà. Dallo spreco di pochi ai diritti per tutti (Feltrinelli, 2005), Il mercante d’acqua (Feltrinelli, 2007), L’altra via. Dalla crescita al benvivere, programma per un’economia della sazietà (Terre di Mezzo, 2009), I mercanti della notizia. Guida al controllo dell’informazione in Italia (Dissensi, 2011), Le catene del debito (Feltrinelli, 2013) e, nella collana digitale Zoom, L’economia del bene comune (Feltrinelli, 2013).

Eremo Rocca Santo Stefano venerdì 25 dicembre 2015



Nessun commento:

Posta un commento