lunedì 21 novembre 2011

VISIONI : Uno stornello a voce piena

VISIONI  :   Uno stornello a voce piena

Non è l’acqua che fa il mare. Non sono le parole che fanno una poesia. Non è la chiesa che fa la fede. Non è  il palcoscenico che fa il teatro  .Non sono  i mattoni  e le pietre che fanno una città.

E dunque il viaggio attraverso una città distrutta dal terremoto  non va alla ricerca delle pietre  e dei mattoni ma va alla ricerca di chi  aveva quelle pietre e quei mattoni come parte integrante della sua vita.

Ma in questa ricerca  che cosa è più importante il viaggio  o il raggiungimento della meta  fissata per il viaggio? Probabilmente entrambi perché un viaggio senza meta è girovagare . Un girovagare non inutile  che però permette forse di affermare che a volte  il viaggio è più importante  della meta.  E quindi non fa niente  se non si raggiunge la meta.

L’importante è fare il viaggio. Così la penso. In questo avventuroso cammino  in cui tra poesie e canzoni , storie di poesie e storie  di canzoni  “ uno stornello a voce piena “ ,nell’ultimo  silenzio del cuore,nell’ultimo pianto negli occhi  e nell’ultimo riso,  si fa sentire come cosa  prelibata .

Ecco allora il viaggio attraverso mesi di  parole, di retorica, di  rabbia e di dolore. Un viaggio tra i mattoni delle pareti delle case cadute  che restano lì . Un viaggio che inizia da cose ridicole e assurde

L’Aquila 9 Giugno 2009

Che te ne fai di una canzone
Quando ti manca il cuore per cantarla,
quando ti manca anche se c’è,
per essere un poco poco retorici,
il sole e tra i mattoni delle pareti cadute
                                               della tua casa
non trovi più ne requie, né riposo.

E tutto perché  dopo il terremoto
ognuno vuole essere qualcuno
compreso i politici in prima fila.

Ridicolo ridicolo e assurdo assurdo.
Perché o terremoto ( vocativo) non hai cancellato
oltre alle case, alle chiese , ai portici
                                   di L’Aquila
anche la supponenza e la stupidità,la perfidia
e il disinteresse che è l’interesse alla rovescia?

Dicerie di un poeta inedito ? Millantate invettive!
Prendetemi a sassate se sbaglio
sassi di fiume quelli belli grandi
e bianchi e levigati e profumati
com’è profumato il pane.

La notte in questo secondo mese
                                                dal terremoto
si sentono ancora abbaiare i cani
povere bestie affamate e inselvatichite
sembrano voci  uscite
da transistori  con doppie casse
dalle dimensioni  di un frigo
                                   anzi di due frigo
a causa della così detta stereofonia.
E non si sente nient’altro  anche durante il giorno.

Solo la passione doveva lasciare in piedi
                                   il terremoto
per svegliare la mente il cuore e l’anima
“ di coloro che sono intrappolati in edifici
                                               in fiamme
e non fanno alcuno sforzo per sfuggire
finchè non termina il loro programma televisivo
                                               preferito
Silvio a Porta a Porta:”

C’è anche un altro mondo oltre quello del terremoto e dei terremotati . Oggi ci ho pensato.Oggi sta per il 10 giugno 2009


Sovente parliamo con i morti
e di tanto in tanto gli diciamo pure:
“ adesso che i vostri problemi sono finiti
e il mondo non vi pesa più sulla schiena
aiutate quelli che dietro avete lasciati
a non darsi  più pena  non solo di soldi
                                               e di debiti”:
Noi vi parliamo davanti  alle credenze
alle cucine con le foto di Caterina, Francesco,
Daniele ,Anna e Margherita o davanti
agli specchi del comò dove si affacciano
volti cari e qualche volta sconosciuti,
ma sempre ben pettinati e con la gravata
sulla camicia bianca stirata alla perfezione.
Venite a trovarci in sogno qualche volta,
così possiamo parlare più a lungo
come quando andavamo alle feste
di piazza a sentire  il concerto della banda
                                   di Pacentro
o a ballare sull’aia di Tione, mangiando
lupini salati e noccioline americane
ancora più salate e dicevamo, ci fanno
male alla pressione,fanno male
                                   ai vecchi  e ai giovani.
Venite a trovarci creature asciugate
                                               dall’esilio ,
madri che siete diventate sorte,
per voi quante lacrime abbiamo ancora dentro
voi che sparite nelle febbre del risveglio,
voi che appartenete ora al sonno
                                               ora alla veglia
e ai guanciali  ingialliti dal sudore
                                               delle mani,
a voi come melodia colata via
sui vetri della finestra davanti
                                    ad un cielo azzurro,
a voi noi apparteniamo
e per questo sovente torniamo a parlarvi.
E con chi altri sennò.

Eremo Via vado di sole, L'Aquila, lunedì 21 novembre 2011

Nessun commento:

Posta un commento