domenica 15 aprile 2012

ANIMALI VERI ANIMALI IMMAGINARI : Gli animali fantastici di Ermanno Cavazzoni

ANIMALI VERI ANIMALI IMMAGINARI   : Gli animali fantastici di Ermanno Cavazzoni



L’ultimo libro di Ermanno Cavazzoni, Guida agli animali fantastici, finalista al premio Chiara, più che una raccolta si potrebbe definirlo un itinerario originale che ripropone un repertorio di animali più o meno fantastici alla maniera degli antichi bestiari.
Un’ironia giocosa pervade il testo che propone una classificazione di animali a partire da autorevoli fonti di autori classici: da Plinio a Licino Muciano, da Eliano a Luciano di Samòsata, ad Aristotele .
Ritroviamo, quindi, i prodigiosi esseri che circolavano nel mondo antico: l’ippocentauro; la manticora; la remora che ha il potere di fermare tutto (se si attacca alla chiglia di una nave, la nave non va più avanti), anche le cause legali, impedire le nozze, ma può essere usata positivamente, dice Plinio, per evitare un parto prematuro; le sirene dall’aspetto di maliziose ragazze (ma è solo la parte emergente sul mare, perché sott’acqua sono pesci e non hanno organi genitali, ma un’unica cloaca come le rane, il loro famoso petto sono solo bolle di galleggiamento e l’aspetto di donna è un caso di mimetismo animale); l’ircocervo, l’onocentauro….
Ma in mezzo a loro, altrettanto fantastici, ci sono gli animali che sono rimasti e si incontrano comunemente: il pollo, ad esempio, con il suo sguardo sospettoso e un po’ sprezzante, o le formiche, sempre di corsa e preoccupate per la crisi economica, la cicala che “effettivamente passa l’estate a cantare, ed è falso che poi d’inverno vada a chiedere il cibo alla formica [...] perché la cicala si nutre di rugiada [...] [e] urla sempre la stessa canzone [...]che è un’affermazione, una specie di sì ripetuto, sì, sì, sì che è anche il suo modo di pensare, che cioè tutto va bene, su tutti i fronti e che al mondo ci vuole dell’ottimismo”.
Man mano poi che ci si addentra nella narrazione, ci si accorge che questi animali presentano peculiarità e vizi propri dell’odierna umanità. Così, “l’uomo che si accompagna a una scimmia deve poi patirne la vanità. Lungi dall’essere una brava moglie, la scimmia si pittura la faccia, si dà il rosso alle labbra e tenta di arricciarsi i capelli in testa anche se non ce li ha, anzi per questa mancanza se la prende con il marito, lo pizzica, gli fa vedere la testa coi pochi peli e grida in modo significativo, per incolparlo”. Per contro, talvolta è l’Uomo che possiede tratti animaleschi: si veda, a tal proposito, la descrizione degli etiopi. “Paolino di Nola, vescovo, nel suo Epistolario, quinto secolo dopo Cristo, dice che gli etiopi sono neri non solo perché cotti dal sole, ma per gli orrendi peccati che compiono in continuazione. [...]Paolino di Nola non poteva saperlo ma la sua idea è più vera che mai anche oggi; infatti i luoghi maggiori di peccato sono le coste marine nei mesi di luglio e di agosto, dove la gente arriva pallida e incomincia a peccare, e poiché contemporaneamente si cuoce al sole, come fanno gli etiopi, l’anima si fa nera mano a mano che anche la faccia, che è lo specchio dell’anima, diventa nera”.
Nonostante i suoi limiti e le evidenti carenze, però, il più fantastico tra tutti gli animali resta comunque l’uomo, si legge nel racconto conclusivo: senza piume, a due gambe, ma testimone unico del grande spettacolo dell’universo, “che guarda in cielo e dice: cosa sono quei lumini sospesi? E risponde: le stelle. Perché nessun altro animale le ha mai notate, nel corso di tanti milioni di anni e di tante notti stellate che sono passate su questo pianeta.”
L’AUTORE. Ermanno Cavazzoni è nato nel 1947 a Reggio Emilia e vive a Bologna dove insegna “poetica e retorica” all’Università. È autore di vari libri di narrativa: Il poema dei lunatici (1987, ristampa Guanda, 2008) Le tentazioni di Girolamo (Bollati Boringhieri, 1991); I sette cuori (Bollati Boringhieri, 1992); Scherzo letterario da De Amicis; Le leggende dei santi (Bollati Boringhieri, 1993), traduzione scherzosa e infedele da Jacopo da Varagine; Vite brevi di idioti (Feltrinelli, 1994), Cirenaica (Einaudi, 1999); Storia naturale dei giganti (Guanda 2007); Il limbo delle fantasticazioni (Quodlibet, 2009) e Gli scrittori inutili (Guanda 2010). E’ anche sceneggiatore. Celebre la sua collaborazione con Fellini per La voce della luna (tratto dal suo primo libro Il poema dei lunatici). È stato con Gianni Celati e altri, ideatore e curatore della rivista “Il semplice”.


Guida agli animali fantastici di Ermanno Cavazzoni, un’opera dichiaratamente ispirata ai bestiari medievali, che hanno avuto proseliti – per lo più in chiave parodica – anche nello scorso secolo: si pensi a Bestie di Federigo Tozzi o a Bestie del ‘900 di Aldo Giurlani, ovvero Palazzeschi. Proprio da quest’ultimo Cavazzoni sembra mutuare l’idea di raccontare le presunte bizzarrie del regno animale, per soffermarsi con garbo e ironia su quelle reali degli uomini: così l’essenza velenosa dell’orina del leontofono per il leone diventa il pretesto per giustificare con la chimica lo sfinire di un amore e la litigiosità di due amanti; il lupo, o meglio il licantropo, non è che il risultato di una trasformazione umana dovuta all’insofferenza per i dettami sociali; la cicala che canta l’ottimismo, quando non c’è nulla che lo giustifichi, non può non far pensare a certi analisti o politicanti…
Va sottolineato che la maggior parte degli animali trattati nella Guida agli animali fantastici sono per l’appunto creazioni mitologiche, esseri immaginari, ma come tali vengono considerati anche quelli reali: «Le sirene, i centauri, la iena sono così integrati nel mondo fantastico, che poco importa sapere se esistono. Per certi bambini moderni sono leggenda anche gli alberi, perché mele, banane, arance sono per loro prodotti del supermercato, e così pure una bistecca di manzo o una coscia di pollo […]». I frequenti riferimenti bibliografici alla Naturalis historia di Plinio o alla Natura degli animali di Eliano, così come ad altri testi classici, non fanno del resto che rimarcare la sensazione che questi brevi brani (ben quarantasei in centosessanta pagine) siano un considerevole esercizio di arguzia ed erudizione, un divertissement che dopo un po’ viene però a noia, perché manca appunto la narrazione.
Nella premessa si legge: «C’è sempre il problema con gli animali di capire cosa vogliono dirci, se hanno delle ideologie, una metafisica, se considerano l’uomo un fesso, una divinità oppure un demonio»; ebbene, tale problema spesso sussiste anche con i libri.
Ermanno Cavazzoni Guida agli animali fantastici  Guanada

Eremo Via vado di sole, L'Aquila, domenica 15 aprile 2012

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