giovedì 25 marzo 2010

AD HOC 1 : RICOMINCIARE

AD HOC 1 : RICOMINCIARE. Ricominciare da Gramsci e Berlinguer

Ero un ragazzo e seguivo mio padre quando frequentava la sezione di Sulmona del Partito Comunista Italiano. Erano gli anni Cinquanta del Novecento.Le sezioni dei partiti, gli oratori parrocchiali , le piazze erano allora posti frequentati.
In quelle stanze che ospitavano la sezione del Partito grande era il fermento di discussioni,riflessioni, studio e lavoro di proselitismo, propaganda e politico.In definitiva quei comunisti che avevano attraversato la lotta partigiana ,che cantavano “Bandiera rossa” , applaudivano Palmiro Togliatti (è un modo un poco romantico di ricordare quel tempo ma perdonate ero ancora un bambino ),quei comunisti non mangiavano i bambini e nemmeno i preti.

Erano padri e madri che ricostruivano un paese e lo volevano nuovo e diverso ,un’Italia che di lì a poco avrebbe visto il boom economico e sarebbe ripartita con un motore a tutto gas. Un motore che piano piano si è andato imballando, che ha girato a vuoto e che oggi non ce la fa più non solo per la crisi economica ma per le ruberie, la politica alleata al malaffare e la criminalità organizzata.
Padri e madri che a quel tempo a volte non trovavano lavoro in questo paese e che furono costretti ad andare a costruire un’altra Italia nel mondo e soprattutto nelle Americhe .
Lì costruirono le Little Italy e vi giunsero spesso scalzi e affamati e molti di loro, con grande sofferenza restarono scalzi e affamati anche là.
Alcuni di loro tornarono e si portarono affibbiato addosso per sempre il nome di “ americano” e parlavano in modo strano , “job” per dire lavoro, “frigider” per dire frigorifero e amavano vedere alla tivvù italiana che cominciava allora a diffondere programmi di massa Frak Sinistra e Perry Como Show
Quell’emigrazione fu il salto della luna , un’apocalisse, lo spopolamento della campagna e della montagna abruzzese . L’Abruzzo di Natali e di Gaspari, isolato tra le montagne ,l’Abruzzo ancora di pecorai e di marinai.

Ma torniamo a Sulmona e alla sezione del P.C.I. Il partito di Palmiro Togliatti ma anche di uomini come Giorgio Amendola, Paolo Bufalini , Pietro Ingrao, Umberto Terracini . Emanuele Maccaluso, Alessandro Natta , Alfredo Reichlin, Armando Cossutta, Giorgio Napoletano e poi di Enrico Berlinguer. Uomini che venivano dalla lotta antifascista, dal confino,dall’esperienza di rifugiati in Unione Sovietica e che seppero affrancarsi dalla sudditanza alla “madre patria”. E il sulmontino Carlo Autiero che nelle sue conferenze di studio e nelle grandi occasioni ricordava sempre queste radici di lotta e di popolo . Un popolo rappresentato ,e ne voglio ricordare uno per tutti da Oreste “Bagonghe” .
Sullo stesso Corso Ovidio poi c’erano le sezione del Partito Socialista Italiano e que lla della Democrazia Cristiana. Il Partito Socialista di Nenni e Saragat , la Democrazia Cristiana di Alcide de Gasperi.

E poi gli oratori in ogni parrocchia. In particolare gli oratori di Don Orione a Santa Chiara e dei francescani d Sant’Antonio ,quest’ultimo con una scuola di arte e mestieri , l’attuale formazione professionale. Negli oratori le gare di calcio balilla e di ping pong ,la proiezione di film 16 millimetri su “pizze” dal catalogo della S. Paolo Film tra cui quelli più sponsorizzati la storia di Santa Maria Goretti e Domenico Savio. In forma cinematografica mi ricordo di aver visto molte opere del melodramma italiano dall’Otello a Madama Buttherfly.I pellegrinaggi a Roma dal Santo Padre dell’Azione Cattolica e le sere del giovedì e del sabato a vedere ad un piccolo tubo catodico in bianco e nero “Lascia o raddoppia” e “ Il Musichiere”
Questa è ormai una cronaca marziana.
Sono i ricordi di un ragazzo e poi di un adolescente che oggi quasi vecchio è consapevole che quel mondo non esiste più.
Ma proprio perché rappresenta una radice ancora forte e salda in quanti hanno vissuto quegli anni , di fronte alle vicende della politica di oggi , dell’imprese del malaffare e della criminalità organizzata di oggi ci indice a dire :” Perché non ricominciare da lì”

In termini di mutamento, di sostanziale cambiamento , di lotta alla corruzione perché non ricominciare allora
da Antonio Gramsci ed Enrico Berlinguer da una parte con la loro “questione morale” e dall’altra perché non ricominciare da De Gasperi, Rossetti, Moro, La Pira e Scoppola con quella loro “democrazia pluralista”. Ricominciare dalla democrazia pluralista che i padri costituenti vollero mettere al primo posto traducendola in una realtà che significa ascolto delle reciproche ragioni per trovare un punto di intesa , un momento di collaborazione e di identificazione di obiettivi comuni.
E sull’altro versante perché non ricominciare da Adriano Olivetti e dalla sua concezione dell’industria legata allo sviluppo della comunità,legata al tempo e al luogo . E scusate se è poco in tempo di ruberie e globalizzazione selvaggia.
Ricominciare da loro che non sono comunisti, socialisti, democristiani ma uomini politici e uomini imprenditori ma uomini per un Italia che ne ha oggi bisogno più di allora.

Eremo di Via Vado di Sole , L’Aquila mercoledì 10 marzo 2010

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