lunedì 15 marzo 2010

DIARIO DI UN TERREMOTO. Diario per certi versi in prosa e per certi versi in poesia 13 14 15 e 16 giugno 2009

L’Aquila, 13 Giugno 2009

“Buona la prima” gridarono,
gridarono dall’elicottero
alla folla delle comparse dei terremotati
e loro esultarono ma con modeste
acclamazioni.
Meno male che non c’erano repliche
così con poca fatica si portava la croce
in santa pace.
ti immagini arrivare al “ ciak si gira
duemilacentoventinove”?
Il regista dall’elicottero con il megafono
sulla bocca
aveva la voce come quella di un altro film
ma un film vero vero
non la schifezza di quello sul terremoto
(magari pagato pure con i fondi statali
sul cinema)
quella voce che annunciava la fine del mondo
alle sei di pomeriggio.
Ve lo ricordate quel film ? Era forse degli anni sessanta.
E allora non è stato la fine del mondo ?
Ma si. Facciamoci capaci. Il mondo gira
Sempre allo stesso modo
ed è sempre lo stesso prima e dopo il terremoto.
Noi però la comparsa l’abbiamo fatta. E può bastare.
Dobbiamo lasciare la città
quando quello che vedi è quello che vedi
e quello che non vedi è quello che non vedi,
quando l’immaginazione è stata classificata effe
ed è un bagaglio eccedente la ricostruzione.
Caro regista dell’elicottero, se sei capace, pane al pane
e vino al vino ( senza ubriacature)
una cornice per quadri è una cornice per quadri
una lavatrice è una lavatrice
i biglietti da cinquecento euro sono da cinquecento
euro per la ricostruzione
e non decreti e ordinanze allineate sugli scaffali
la realtà e la realtà , le chiacchiere , le chiacchiere
“ anche se per queste un poeta è diventato poeta
agli occhi di tutti, tranne che ai suoi”.



L’Aquila ,14 Giugno 2009

Risplendono le stelle
che di sera hanno tutte lo stesso nome.
Non riesco a imparare il planetario.
Attese per un giorno intero
compaiono nel silenzio dopo
i richiami degli uccelli, la danza
delle ombre
dell’ultimo sole della giornata.

Hanno un seno inclinato a nord
e sembrano scendere a precipizio
sulla terra.
Così tra l’erba sbiancata
dalla luce della luna
i musi gentili dei cani cercano
gli odori della notte senza corpo,
la notte che è stanotte uno squarcio
immenso senza tempo.



L’Aquila 15 Giugno 2009

Il poeta ha scritto: “…la mela
è morta.”
E’ morta si, spaccata in quattro, sbucciata
e grattata da Stefania. E’ una poltiglia
bianca succosa e strana.
Ma c’era bisogno di uccidere una mela
per capire come vanno le cose al mondo
quali sono i destini
mio caro poeta ?
Anche i ceci annegano nella ciotola eppure
nessuno si scandalizza.


E’ certo sì che se la vita trova parti
di sé conficcate nella luce che
raggiunge la finestra
al mattino, pure la vita ritorna
a splendere. E’ la vita quello che conta.
Prendete allora me,
non mi piacciono i bucatini e manco a dirlo
le linguine
eppure sono arrivato alla mia età
tranquillo
che a conti fatti si può fare a meno di bucatini
e linguine
e scusate l’orgoglio della parafrasi immeritata
come disse un vero poeta
“confesso di aver vissuto”



L’Aquila, 16 Giugno 2009


L’elenco telefonico della distruzione
le schede dei sopralluoghi per
l’agibilità delle abitazioni
i giornali sbagliano l’ortografia
i cronisti la pronuncia
delle strade
così apprendiamo il significato
dei loro nomi
la morte in quelle strade
ha rubato anche l’ultima
ricevuta della lavanderia.


Dalla tenda n. 2 del complesso "L. Ferrari" Via Acquasanta, L'Aquila

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