sabato 20 marzo 2010

AD HOC : 21 Marzo Giornata Mondiale della Poesia

AD HOC: 21 MARZO GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA




IL CIELO SOPRA L’AQUILA
-Poesie-


1.
Pensavamo come superare la notte,
quella notte, ora siamo al sicuro
nella musica rinata di questa città
tra polvere di mattoni e fango delle strade
e l’orizzonte a nord e a sud
sempre uguale di questa città
che non riesce a rinascere.
Volevamo lo stesso una città
e il suo cielo
il cielo sopra L’Aquila
L’Aquila dove cercavi i tuoi bambini
tra le tende ,le tende vuote,
i tuoi bambini spero nati per amore
i tuoi bambini che non hai più trovato.
Pensavamo come superare la notte
quella notte e mi ricordavo quando
mi dicevi lasciami dormire
devo finire un sogno
un sogno diventato ora stracolmo di inganni
gli inganni di quella notte
che non abbiamo più dormito.

2.
I muratori di oggi sotto il sole del mezzodì
hanno cappelli di carta
e raccolgono carriole di pietre,mattoni
e terra.
Matematici,iperliberisti, informatici
e premi nobel di economia
si interessano di macerie e ci informano
che è ora di cambiare abiti
basta con quelli trasandati, disprezzati
rattoppati da terremotati mettiamo
i vestiti della festa , i vestititi della festa
mettiamo e sul capo il cappello di carta
il cappello di carta dei muratori
e andiamo a raccogliere la città
carriole di cielo azzurro per la città
carriole di sole per la città
carriole di voci e profumi e danze
e colori per la città ,per la città
dei muratori dal cappello di carta
del mezzodì.

3.
Non imbrogliarmi ti prego :
sei tu che mi chiami
con la voce di un calabrone
con lo scricchiolio d’un armadio
pieno delle tue cose, con la voce
di un spiffero d’una finestra sul vicolo;
non imbrogliarmi con le tue parole
sulla vita e sulla morte
e non incolparmi con il ronzio
d’un calabrone di non riuscire più a cercare
quello che vorrei essere.
Ecco sì per un giorno vorrei essere
cieco e poi muto e sordo
che tanto non vale la pena .
Occorre restare al proprio posto
perché certo ne vale la pena
e non è difficile poi restare al proprio posto
dove resto ad ascoltare le voci
e ad aspettare; posso anche rammendare
i calzini ma sto sempre al mio posto
( che molte volte l’ho fatto) anche
in questo inverno
quando il buio precipita dopo mezzogiorno
e devo accendere la lampadina elettrica
per leggere il giornale
resto qui e posso anche confessarlo
segretamente mi preparo per la partenza.

4.
Sei partita ed era già buio
portavi in bocca il sapore del sole
era marzo e sulla terra nuda
e senza brezza gelava ancora
l’oleandro e il melo nano.
Che bello sarebbe stato vederti ancora
salire le scale e sospirare forte
cercando chissà cosa intorno,
invece fu l’ultimo saluto quel respiro
che portasti con te
e la campagna non era ancora fiorita.
Ora l’ultimo pensiero ogni giorno a sera
tra la stoffa delle ombre e delle cose
nella stanza è riascoltare il tuo respiro
affannoso e l’inutile attesa sulle scale
l’attesa del tuo ritorno.
Sola ti aspetta la rosa affacciata
sulla sponda del balcone
anche lei in attesa
tra le albe e i tramonti spesi
come preziose monete
per asciugare il cuore .
anche il suo cuore,dalla tristezza.

5.
Che festa dei gatti al mattino
al sole del mattino di marzo
che festa.
Poi nel cielo brulicante di stelle
la sera porta la notte
una notte chiara e silenziosa
che annuncia poi un altro giorno
come fiore in boccio con la rugiada
di un fiore.
Stanotte dormono i gatti di Eleonora
dormono i miei gatti rossi che Paola
tiene a pensione per me e per se
i loro volti leggeri come foto
insoliti e familiari allo stesso tempo
io non so fare altro che sognare
stanotte prima dell’annuncio
di un altro giorno ancora.

6.
Strada ferrata e verdi cimiteri
lungo il fiume e tra i monti
compagni di strada uccelli
non ancora emigrati ,
tra la morte e l’ironia
della vita di questa gente , che le pietre
raccontano, da un giorno all’altro
sparita dopo un abbozzo di esistenza.
Questa è la terra carezzata dal sole
e dal gelo e dal vento
nelle mille stagioni passate e da venire
e parlare ad alta voce tra le strade
di questo paese
è ora come un colpo di fucile sparato
tra le battute dello spartito
della quarta sinfonia di Beethoven.

Le fotografie sono di Daniele Balducci " Il cielo sopra L'Aquila"

Eremo di Via Vado di Sole, L’Aquila sabato 20 marzo 2010.

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