sabato 13 marzo 2010

DIARIO DI UN TERREMOTO. 10 -11-e 12 Giugno 2009

DIARIO DI UN TERREMOTO . Diario per certi versi in prosa e per certi versi in poesia 10 - 11 e 12 Giugno 2009

L’Aquila 10 giugno 2009

C’è anche un altro mondo oltre quello del terremoto e dei terremotati . Oggi ci ho pensato


Sovente parliamo con i morti
e di tanto in tanto gli diciamo pure:
“ adesso che i vostri problemi sono finiti
e il mondo non vi pesa più sulla schiena
aiutate quelli che dietro avete lasciati
a non darsi più pena non solo di soldi
e di debiti”.
Noi vi parliamo davanti alle credenze
alle cucine con le foto di Caterina, Francesco,
Daniele ,Anna e Margherita o davanti
agli specchi del comò dove si affacciano
volti cari e qualche volta sconosciuti,
ma sempre ben pettinati e con la gravatta
sulla camicia bianca stirata alla perfezione.
Venite a trovarci in sogno qualche volta,
così possiamo parlare più a lungo
come quando andavamo alle feste
di piazza a sentire il concerto della banda
di Pacentro
o a ballare sull’aia di Tione, mangiando
lupini salati e noccioline americane
ancora più salate e dicevamo, ci fanno
male alla pressione,fanno male
ai vecchi e ai giovani.
Venite a trovarci creature asciugate
dall’esilio ,
madri che siete diventate sorte,
per voi quante lacrime abbiamo ancora dentro
voi che sparite nella febbre del risveglio,
voi che appartenete ora al sonno
ora alla veglia
e ai guanciali ingialliti dal sudore
delle mani,
a voi come melodia colata via
sui vetri della finestra davanti
ad un cielo azzurro,
a voi noi apparteniamo
e per questo sovente torniamo a parlarvi.
E con chi altri sennò.


L’Aquila, 11 Giugno 2009

E poi diremo: ti ricordi il tempo
di via acqua santa, quella strada
con una curva ad angolo retto
prima del cancello dei minorenni
che è un pretesto, per dire, di là
non si vede la strada dove và.

Strada dell’acqua santa, in una tenda
un mattino ci siamo svegliati
ci siamo svegliati come lo svegliarsi
delle lucertole
anche se per noi era tarda primavera.
Giardini di strada dell’acqua santa,
terra di glicini e di rose

dove pascolano i gatti sotto i pini
al di qua della murata,
un giorno
piena di voci dentro le celle, fuori di richiami
d’uccelli avanti sera.

Ti ricordi dirà Sonia
( a proposito Sonia buon compleanno
oggi undici giugno
io ci ho giocato da bambina
e Grazia dirà io ci cono nata e mio padre
ci ha vissuto quarantanni,
noi ancora ora la stagione del terremoto e i suoi
ragazzi detenuti
due mesi, un anno, cinque anni. Che si può
fare diremo, ci domanderemo. Nulla, questa
è la misura del tempo
di strada dell’acqua santa.


L’Aquila, 12 Giugno 2009

Riaffiora nell’alba fumosa
una trama di luce,
io sempre a te ritorno
con il pensiero e lo sguardo
e quello che resta di te ,
dentro il silenzio ora,
-quello che resta di te –
sono i crateri blu nella valle
dove tu giaci addormentata.

La mia città riposa tra le voci
degli uccelli
e quella del vento che scompiglia
gli alberi come il terremoto
ha scompigliato i tetti delle case,
le finestre e i balconi,
le pietre delle mura
e i campanili.

Ha una maschera sul volto
la mia città
sembra una città finta
che i nostri occhi sporchi di polvere
non riescono a vedere.
E invece no. Ha sillabe d’un
discorso
e respiri,respiri d’alto mare
veri e sinceri.

Città sincera, ossa di mollica
sono le tue casa ora e la folle
pianta
del terremoto continua a crescere
dentro il petto, nella mente e nel cuore
dei tuoi abitanti.

Domani e dopodomani
quietamente però riaccompagna i tuoi
anziani sparpagliati e tra un fragore
di occhi e miracoli
rendi loro giustizia, dona loro
di nuovo il tuo cuore:
millimetri di pietra al sole dove sedere
e riposare esultando e mangiando
un etto di mentine o di liquirizia
per passare il tempo.

Dalla tenda n. 2 del Complesso "L. Ferrari" L'Aquila

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