SILLABARI :Amicizia  (  I  )
 Immanuel  Kant nelle sue Lezioni  di etica scriveva che “ l’amicizia è il cavallo  di battaglia di tutti i moralisti  e retori: è qui che essi cercano di  nettare l’ambrosia  “ e si domandava  in cosa consiste il legame  e  l’adattarsi reciproco che sono propri  dell’amicizia.  Come  i filosofi e  gli scrittori dell’antichità  distingueva forme di amicizia basate  sul  bisogno, sul gusto  ( ossia il piacere) e sull’intenzione schietta e  pura. In definitiva rispondeva : “ Non certo nell’identità del modo di  pensare ; perché al contrario  è piuttosto la diversità  quel che  contribuisce all’amicizia , compensando l’uno quanto difetta all’altro  .  Tuttavia in una cosa gli amici debbono poter andar d’accordo. I loro  principi intellettuali e morali  devono essere identici ,se tra di essi  vi deve essere una comprensione  completa ; altrimenti divergendo essi  nei loro giudizi  non potranno mai sentirsi  uniti. “.
Immanuel  Kant nelle sue Lezioni  di etica scriveva che “ l’amicizia è il cavallo  di battaglia di tutti i moralisti  e retori: è qui che essi cercano di  nettare l’ambrosia  “ e si domandava  in cosa consiste il legame  e  l’adattarsi reciproco che sono propri  dell’amicizia.  Come  i filosofi e  gli scrittori dell’antichità  distingueva forme di amicizia basate  sul  bisogno, sul gusto  ( ossia il piacere) e sull’intenzione schietta e  pura. In definitiva rispondeva : “ Non certo nell’identità del modo di  pensare ; perché al contrario  è piuttosto la diversità  quel che  contribuisce all’amicizia , compensando l’uno quanto difetta all’altro  .  Tuttavia in una cosa gli amici debbono poter andar d’accordo. I loro  principi intellettuali e morali  devono essere identici ,se tra di essi  vi deve essere una comprensione  completa ; altrimenti divergendo essi  nei loro giudizi  non potranno mai sentirsi  uniti. “.Come quella di Kant le definizioni dei filosofi nel tempo appaiono ricche e variegate . Per cui dopo aver letto Kant possiamo domandarci ma allora che cosa è l’amicizia ?
 La  trattazione più famosa è contenuta nel  Laelius de amicizia   di    Cicerone che scrive  nell’ultimo periodo della sua vita : “ L’amicizia ,  è nient’altro se non un perfetto accordo  nelle cose divine e umane,  unito con un sentimento di benevolenza e di affetto ; e di essa  certo  non so se , eccettuata la sapienza , dagli dei sia stata data all’uomo   cosa migliore.  Alcuni le antepongono la ricchezza, altri la buona  salute , altri la potenza, altri gli onori , molti anche i piaceri .  Quest’ultima cosa è propria delle bestie , le altre poi sono passeggere e  incerte, perché non tanto dipendono dal nostro senno, quanto dal  capriccio della fortuna. Quelli poi che pongono il bene superemo  nella  virtù , fanno sì benissimo, però questa virtù stessa  genera e mantiene  l’amicizia , né l’amicizia senza la virtù in alcun modo può esservi.   (6,20)
La  trattazione più famosa è contenuta nel  Laelius de amicizia   di    Cicerone che scrive  nell’ultimo periodo della sua vita : “ L’amicizia ,  è nient’altro se non un perfetto accordo  nelle cose divine e umane,  unito con un sentimento di benevolenza e di affetto ; e di essa  certo  non so se , eccettuata la sapienza , dagli dei sia stata data all’uomo   cosa migliore.  Alcuni le antepongono la ricchezza, altri la buona  salute , altri la potenza, altri gli onori , molti anche i piaceri .  Quest’ultima cosa è propria delle bestie , le altre poi sono passeggere e  incerte, perché non tanto dipendono dal nostro senno, quanto dal  capriccio della fortuna. Quelli poi che pongono il bene superemo  nella  virtù , fanno sì benissimo, però questa virtù stessa  genera e mantiene  l’amicizia , né l’amicizia senza la virtù in alcun modo può esservi.   (6,20)Cicerone3 raccoglie inel suo trattato in realtà quello che i filosofi greci avevano già detto sull’argomento. Così Epicureo aveva affermato “ Di tutti quei beni che la saggezza procura per la felicità della vita, il più grande di tutti è l’acquisto dell’amicizia. “, espressione del piacere più vero e antitodo al dolore. “ La medesima persuasione, continua, che ci rassicura che nessun male è eterno e durevole , ci fa anche persuasi che nel breve periodo della vita esiste la sicurezza dell’amicizia.
 D’altra  parte anche Platone ed Aristotele si erano soffermati su questo tema .  Aristotile  per il quale è indissolubile il nesso virtù –amicizia  afferma  nell’Etica  Nicomachea ( VIII ,1155a) che l’amiciizia “ è una  virtù o s’accompagna alla virtù” affermando  ancora  la necessità  dell’amicizia nelle varie stagioni della vita   e concludendo : “  Infatti nessuno sceglierebbe di vivere senza amici , anche se avesse  tutti gli altri beni  (sembra proprio che i ricchi e coloro che  posseggono cariche  e poteri abbianno soprattutto bisogno  di amici;  infatti  quale utilità v’è in questa prosperità , se è tolta la  possibilità di beneficare ,la quale sorge ed è  lodata soprattutto verso  gli amici ? O come potrebbe essere salvaguardata  e conservata senza  amici  ?  Infatti quanto più essa è grande , tanto più è malsicura )”.  L’amicizia per Aristotele è rifugio nella povertà e nelle disgrazie  , è  di aiuto a giovani e vecchi . Ma per Aristotele l’amicizia può essere  fondata sull’utile, sulla virtù o sul piacere introducendo delle  distinzioni.  Ma solo quella fondata sulla virtù è perfetta .
D’altra  parte anche Platone ed Aristotele si erano soffermati su questo tema .  Aristotile  per il quale è indissolubile il nesso virtù –amicizia  afferma  nell’Etica  Nicomachea ( VIII ,1155a) che l’amiciizia “ è una  virtù o s’accompagna alla virtù” affermando  ancora  la necessità  dell’amicizia nelle varie stagioni della vita   e concludendo : “  Infatti nessuno sceglierebbe di vivere senza amici , anche se avesse  tutti gli altri beni  (sembra proprio che i ricchi e coloro che  posseggono cariche  e poteri abbianno soprattutto bisogno  di amici;  infatti  quale utilità v’è in questa prosperità , se è tolta la  possibilità di beneficare ,la quale sorge ed è  lodata soprattutto verso  gli amici ? O come potrebbe essere salvaguardata  e conservata senza  amici  ?  Infatti quanto più essa è grande , tanto più è malsicura )”.  L’amicizia per Aristotele è rifugio nella povertà e nelle disgrazie  , è  di aiuto a giovani e vecchi . Ma per Aristotele l’amicizia può essere  fondata sull’utile, sulla virtù o sul piacere introducendo delle  distinzioni.  Ma solo quella fondata sulla virtù è perfetta .Platone nel Liside , dialogo giovanile di ispirazione Socratica aveva sua volta affrontato proprio il senso dell’amicizia fondata sulla virtù. Anche se nella discussione non si arriva a definire proprio chi sia amico .
I filosofi fin qui citati concordano nel ritenere dunque la vera amicizia come disinteressata tanto che la storia ha consegnato alcune formule famose ed efficaci che definiscono questo sentimento. Appunto “l’amico è un’anima sola in due corpi” di Diogene Laerzio e “ Un vero amico vale più di un dono di Dio “ di Pietro Abelardo. E se interessano altre celebri definizioni non resta che consultare quel sito internet dei celebri motti e aforismi. Ce n’è per tutti i gusti.
 Ma  per continuare la riflessione quello che  interessa qui è l’ambivalenza  di questo sentimento  che già dall’antichità veniva messo in evidenza  da questa espressione di  Aristotele : “ Chi  ha amici, non ha nessun  amico “  e in tempii più vicini fda  Montagne nei suoi Essais  (I,28)  ripresi da Jacques Derida.
Ma  per continuare la riflessione quello che  interessa qui è l’ambivalenza  di questo sentimento  che già dall’antichità veniva messo in evidenza  da questa espressione di  Aristotele : “ Chi  ha amici, non ha nessun  amico “  e in tempii più vicini fda  Montagne nei suoi Essais  (I,28)  ripresi da Jacques Derida.C’è secondo alcuni moralisti dell’età moderna un’altra faccia dell’amicizia che mette in evidenza quanto di egoistico e di ipocrita si celi dietro questo sentimento così idealizzato. Ma perché è stato appunto così idealizzato ?
Lo spiega forse Francois La Rochefocauld nella sue Massime ( (1625) : “ Quella che gli uomini hanno chiamata amicizia non è altro che un’alleanaza, una reciproca cura d’interessi e uno scambio di servigi; insomma una relazione in cui l’egoismo si prefigge sempre qualche utilità “( 83) La Rochefocauld rincara la dose e va oltre : “ L’egoismo aumenta o diminuisce ai nostri occhi le buone qualità dei nostri amici in rapporto alla soddisfazione che riceviamo da essi : giudichiamo i loro meriti sulla base dei loro comportamenti verso di noi ( 89) E ancora “ Non sempre rimpiangiamo la perdita dei nostri amici in considerazione dei loro meriti , ma dei nostri bisogni e della buona opinione che essi avevano di noi ( 70) “ “Perdoniamo facilmente agli amici i difetti che non ci riguardano “( 428) “ Ci consoliamo facilmente delle disgrazie degli amici quando esse servono a mettere in luce la nostra sollecitudine per loro ( 235).”
Su una linea negativa stanno Arthur Schopenhauer e Nietzsche. Il primo scrive negli Aforismi sulla saggezza della vita che i legami reali basati su un qualunque interesse materiale , caratterizzano quasi tutti i rapporti umani tanto che : “ la vera amicizia appartiene alle cose di cui , come dei colossali serpenti marini , non si sa se siano leggendarie , oppure esistono da qualche parte”. Il secondo in un aforisma di Nel bene e nel amle ( 41) invita a non legarsi con alcuno giacchè ogni persona è una prigione tranne poi a dire in Così parlò Zaratustra che è possibile un tipo di amicizia del tutto nuova nella prospettiva del Superuomo che è rifiuto del così detto amore cristiano per il prossimo che aveva soppiantato il concetto classico e pagano di amicizia
 Eremo Via vado di sole, L'Aquila, martedì 13 dicembre 2011
Eremo Via vado di sole, L'Aquila, martedì 13 dicembre 2011
 
 

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