sabato 29 maggio 2010

BIBLIOFOLLIA : Finzioni

BIBLIOFOLLIA : Finzioni

Nelle vecchie biblioteche costumava tenere dei libri finti che si mettevano negli scaffali dove mancava qualche libro vero o servivano a mascherare palchetti nei quali non si potevano collocare volumi. Sul dorso di questi finti libri che spesso erano pezzi di legno con il dorso foggiato a libro vero e ricoperto di pelle o di pergamena si scrivevano titoli fantastici o scherzosi. Ne raccolse un mazzetto Costantino Arlia nel suo Dizionario Bibliografico (tra i manuali Hoepli del 1892) che disse spigolati nelle biblioteche tedesche o inglesi :

Bona malus
Arcana sapientiae
Mazzola in Capaccium
Cerrius de figmentis rerum
Quercius de eredibus ex asse
Specimen soliditatis
Clavius de fixis
De secreto naturali non revelando
Berlusconis de falsitate sub cortice veritatis
Pidies tabula inscrutabilium
Decisiones tremontiana finantiare anno domini MMX
Malleus partitorum et criccorum consortilum hereticorum politicae
Magnum medicamentum sanitas pro pecunia cicero pro domo sua

Ma anche da quelle italiane contemporanee non potendo resistere alla tentazione di aggiungere qualche titolo a quelli di Costantino Arlia, della qual cosa chiedo subito perdono.

Le biblioteche possono servire a molte cose . E’ nota la storiella di quel bell’umore che nella sua camera aveva fatto fare uno scaffaletto con sportello in finta biblioteca e ci aveva scritto sopra i due versi del divino poeta: “ Mi furon mostrato gli spiriti magni/Che del vederli in me stesso m’esalto “ ( Inferno, c. IV ,v.119-120).
E tu ti compiacevi con l’ospite che teneva così vicino a sé i grandi pensatori , gli scrittori più eletti della repubblica letteraria.
Ma se aprivi lo scaffaletto ,l ti accorgevi che gli spiriti magni erano rappresentati da una collezione di bottiglie di cognac , di certosina, di strega, di whisky e di altri liquori in cui lo SPIRITO è a un grado piuttosto forte , veramente “magno”. Ai romani e ai frequentatori di Roma non è ignota la Biblioteca del Valle, a due passi dall’omonimo teatro, pur essa una bottiglieria e un giocondo ritrovo notturno.” Nel locale sotterraneo le pareti sono ricoperte da scaffali di ferro che contengono non già volumi ma polverose bottiglie di ogni vino e specialmente di quell’Acqua de Trevi , bionda e trasparente , che non ti guasta lo stomaco se ne bevi più del necessario e tutt’al più ti fa cantare e declamare allegramente come capita ogni sera alla maggior parte dei frequentatori “. (da MARIOTTI : Quando siam dall’oste insieme, Treves ,s.a. pag. 256)



(Da Aneddoti bibliografici raccolti da Giuseppe Fumagalli , Casa Editrice Bietti, Milano, 1933)


Eremo Via Vado di sole, L’Aquila domenica 30 maggio 2010

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