sabato 15 maggio 2010

IL MONDO ALLA ROVESCIA

IL MONDO ALLA ROVESCIA

Il piccolo orologio digitale segnava le sette del mattino. Lettere e numeri del display a led verdi dicevano che era mercoledì 6 aprile 2059.. Con il telecomando di stanza ancora al letto alzò appena appena le tapparelle per far filtrare la luce del giorno. Presero forma i mobili e gli oggetti della stanza. Per il tempo atmosferico non occorreva guardare fuori la finestra. Già sapeva che le previsioni dicevano giornata con sole e immancabilmente lo era perché i meteorologi lo decidevano loro bombardando con microonde l’atmosfera. Quindi nessuna curiosità in aggiunta. Guardò il telecomando che gli era costato una sacco di soldi . Aveva installato quel meccanismo per proteggersi dai malintenzionati e dalle persone indesiderate che non sarebbero potute entrare in sua assenza, che lo avrebbe avvisato la telecentral e in sua presenza se lui non voleva. Quel meccanismo proteggeva anche dai discorsi delle persone indesiderate , lo aveva installato come opzione in aggiunta durante la campagna elettorale dell’aprile del 2022.

Quella mattina però aveva una strana sensazione: si sentiva come in bilico. In bilico su che cosa, dove? Eppure la sera prima non aveva bevuto quella specie di unica bevanda che ora ti davano monopolizzata anche da un’accisa altissima del governo: un quarto di alcool puro e tre quarti di succo di mela o banana , o fragola o cioccolata calda d’inverno. Il “boss” quando te la serviva reclinava il capo e guardava sconsolatamente i scaffali della sua enoteca vuoti . Tutte le vendemmie diventate vino negli ultimi anni il governo le esportava per rinforzare il “pil alcoolico” del paese. Sconsolato e sconsolante paese. Sconsolato e sconsolante governo.

Qualche volta lui e i suoi amici come al tempo del proibizionismo si facevano portare delle bottiglie di birra, ma birra vera che la figlia di Nicola a Castellalto in provincia di Teramo produceva con le caldaie che aveva comprato il suo ormai vecchio padre tanti anni fa. Quando la bevevano sembrava di fare un peccato. Si sentiva in bilico anche perché la sera prima aveva spento rabbiosamente la tivvù comunale che solo quella si poteva vedere perché in un dibattito “ talk show” litigavano su come spostare le macerie del terremoto del 2009 . Era la trentesima volta che le spostavano. Era ormai un lavoro “business” che si passavano di padre in figlio quelli appartenenti alla casta degli “scariolantes”. Si era arrabbiato perché lui e tutti come lui stavano nelle case delle new town attorno a L’Aquila dove erano andati al abitare sua madre e suo padre, dove era nato e stava vivendo , dove sarebbe morto.
Lui alle new town e la sua casa al centro storico era stata imbracata con fogli di cemento di vetro, trasparente . Lui ogni tanto l’andava a guardare. Ma solo guardare. Si era parlato di fare un’azione di forza e bucare il cemento entrare e restare ad abitarci.. Ma si opponevano i “ peones” un’associazione filogovernativa e le autorità commissariali che si erano succedute dopo il terremoto che avevano un’arma formidabilecontro le trasgressioni di quel genere: abbattimento della casa del protestatorio.

Si sentiva quella mattina in bilico. Micia, una gatta nera dal sottopelo bianco che si era portata a casa dopo che gli avevano sparato con un fucile ad aria compressa ad un’anca , malgrado trascinasse ancora la zampa di dietro, gli si catapultò sul letto con un volo a candela per morsicargli i piedi come al solito. Era dunque ora di alzarsi.
In piedi ebbe quasi un capogiro. Sembrava che il pavimento fosse inclinato. E manco a farlo apposta erano inclinati. Eppure i mobili non si erano mossi. Arrivò alla porta dell’appartamento e si affacciò al piccolo ballatoio. Sorpresa e meraviglia.

Il mondo che gli stava ora davanti era proprio un mondo alla rovescia. Tutta la town numero quattro nella quale abitava era inclinata e pendeva sulla destra. Pendevano le strade e le auto che vi erano parcheggiate. Pendevano gli alberi . Pendevano le persone che stavano camminando. E i tetti , i tetti poi erano alla rovescia, pendevano dal cielo . Sembrava una favola di Gianni Rodari quelle che gli leggeva sua madre da bambino. A proposito chissà dove era finito quel libro? Comunque . Che fare . Prese il telefonino e cominciò a chiamare i suoi amici nelle altre town. Identica situazione. La town otto, dodici quindici pendevano a sinistra, alcune altre pendevano all’insù, all’ingiù, da destra verso sinistra e viceversa-. Niente cadeva, tutto restava al proprio posto.

Pensò alla forza di gravità e si disse come al solito nei momenti di pericolo pensi sempre alle stupidaggini. No. Non era una stupidaggine. Che fare. Come al solito ci si doveva abituare anche a questa situazione che poi si palesava definitivamente dopo il terremoto. Da allora,da quei giorni maledetti era cominciato ad andare alla rovescia il mondo. E non aveva smesso più. Si ricordava della profezia di Celestino. Gli dicevano che pure quella era una stupidaggine e che le stupidaggini le diceva solo lui. La profezia dei Maya del 2012 non si era avverata, la profezia di Silvio che perdeva le elezioni non si era avverata, la profezia di Giona che finiva il mondo in bocca ad una balena non si era avverata
Ma la profezia di Celestino si. E che diceva . Che appena dopo il terremoto sarebbe arrivata a L’Aquila “ un’esca” , l’esca del mondo alla rovescia che primo o poi avrebbe dato i suoi frutti. E ora era palese, lo si vedeva ad occhio nudo, lo si poteva toccare con mano. Fino ad allora tutto aveva lavorato in silenzio, tutto in modo strisciante e subdolo aveva preparato quell’ultimo definitivo evento.
Si sarebbe mai più tornati alla normalità. Forse, ma bisognava disinnescare quella trappola. Pensò allora che per riportare le cose allo stato normale bisognava disinnescare quella trappola ,la trappola della profezia..

Lo distolse da quel ragionamento il rumore della metropolitana di superficie che viaggiava appesa ad un filo e collegava tutti i satelliti della città tra loro e con il centro storico.
Si ricordò c’era ancora quella bottega di articoli di pesca sportiva che aveva aperto Cristian il padre del suo amico che se ne intendeva di esche. Il pescatore è un fingitore come il poeta perché affida alle esche gran parte della sua fortuna. Ma occorreva capire che esca era quella della profezia. Detto fatto lo raggiunse. Il suo amico lo condusse a casa perché il vecchio Cristian non poteva tanto camminare per un male ad un ginocchio. E Cristian gli spiegò che quando aveva aperto quel negozio gli era stata regalata un’esca in legno che veniva dal medioevo e che era diventata il portafortuna del negozio. A lungo l’aveva interrogata e un giorno essa si era palesata come “ l’esca del mondo alla rovescia” con la quale i pesci acchiappano i pescatori senza farsene accorgere . Il segreto era semplice :era l’ingordigia l’esca per eccellenza,l’esca che aveva lavorato in tutti i modi in quegli anni per realizzare dunque quel mondo alla rovescia..
Ecco spiegato. Il mondo alla rovescia era il frutto dell’ingordigia. Sembrava una storia come quelle che raccontava padre Candido alle omelie della messa del fanciullo in parrocchia prima del terremoto.
L’ingordigia dunque come combatterla. Difficile guerra come combatterla? Ancora non lo sapeva ….non lo sapeva….. Cominciò a rotolare e sembrava rotolasse all’infinito.

Questa volta però si svegliò veramente. Ma che c… di sogno aveva fatto . E non bastavano i casini che ogni giorno doveva vivere in quella situazione di terremotato baraccato, di quasi disoccupato. Manco dormire in pace poteva con quell’ incubo del 2056 . E certo se acchiappava Luigi gli staccava le p… che ogni tanto cominciava quella solfa della fine del mondo, delle profezie, di questo e di quello. A proposito era pure tardi che a fare quel pezzo di statale diciassette da Bazzano a L’Aquila ci metteva sempre mezz’ora. Si vestì di corsa e di corsa via fino al Bistrot per un cornetto e un cappuccino. E mentre beveva il suo latte bollente come piaceva a lui lo sguardo fu rapito dal titolo di un giornale : “ Una mano sporca l’altra tutte e due sporcano quello dove si poggiano” Sottotitolo : una lista di ingordi ha messo le mani sul paese.”
Il cappuccino gli andava di traverso . Allora, allora non era un sogno del 2056….

Questa storia è completamente inventata anche se fatti e personaggi potrebbero essere volutamente riconoscibili : e se così è, quando leggete ,ricordatevi che state facendo un puro esercizio di fantasia. Perché tutto è frutto di invenzione. Malvagia invenzione.





Eremo Via Vado di sole , L’Aquila, sabato 15 maggio 2010

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