venerdì 14 maggio 2010

BIBLIOFOLLIA : Un ladro bibliofilo

BIBLIOFOLLIA : Un ladro bibliofilo

Anche meno desiderabili clienti sono per le biblioteche coloro che danneggiano ,mutilano, o addirittura rubano libri. Non c’è biblioteca che non abbia nelle sue cronache il ricordo sgradevole delle gesta di qualcuno di questi lestofanti sui quali non è il caso di indugiarsi,tranne che non posso tacere di un caso veramente singolare narratomi dall’amabile sig. Tournee, conservatore capo della Biblioteca Reale di Bruxelles, e avvenuto proprio a lui alla fine dello scorso anno 1932. Si tratta anche in questo caso di un maniaco ,ladro indubbiamente, ma che, sotto un certo aspetto , potrebbe anche essere chiamato benefattore della Biblioteca. Qualcuno si chiese se invece di portarlo davanti ai tribunali non era il caso di decorarlo. Si trattava di un ingegnere distinto , bibliofilo appassionato, che da vari anni si affaticava a sottrarre i libri più preziosi della Biblioteca Reale.Egli cominciava a chiedere in lettura il volume che voleva portare via , ne studiava con cura le marche, la segnatura, i bolli ,rilevava accuratamente la forma della legatura e delle etichette.Quindi, tornato a casa , con una minuziosità e pazienza fratesca , riproduceva tutti questi segni sopra un altro volume , di solito di una edizione più
ecente dell’opera medesima , che egli si proponeva di sostituire al volume prezioso.

Rifaceva la legatura, imitava i cartellini con carta antica comperata a Parigi, imprimeva di bolli con dei timbri falsi da lui rifatti abilmente su linoleum e poi si nascondeva il volume nel gilet e tornava alla Biblioteca , dove gli era facile cogliere il momento in cui potesse, senza esser veduto,fare il cambio dei due volumi. La imitazione era così perfetta che l’impiegato non poteva nemmeno supporre una sostituzione e la marioleria andò avanti alcuni anni senza che alcuno mai sospettasse niente. Talora bensì era capitato di rilevare che un’opera a catalogo era di edizione diversa da quella che si trovava negli scaffali , ma nessuno dubitava dell’abilità diabolica del ladro, e si preferiva credere ad un errore del catalogo. Però tutti i nodi finiscono con il venire al pettine.L ‘ultimo volume sostituito dall’ingegnere benché avesse tutti i segni dell’autenticità non era rilegato dello stesso colore del volume vero e l’usciere che l’ebbe in consegna e che da anni faceva servizio in quel reparto e conosceva, si può dire,uno per uno i volumi affidati alla sua custodia ,rimase sorpreso del cambiamento di colore, ci pensò sopra, da buon fiammingo, 24 ore, poi fece il suo rapporto ai superiori. Da qui mossero pazienti e lunghe indagini , che condussero non solo alla identificazione del ladro, ma alla scoperta di tutte le mariolerie, da lui commesse.

Quando il bibliotecario con i funzionari di polizia si recò a casa dell’ingegnere , egli non tardò a confessare tutto. Disse che si era indotto a quei furti perché soffriva troppo di vedere dei preziosi volumi mal conservati ed egli se li era portati a casa unicamente per restaurarli . La passione era più forte di lui. Ed effettivamente tutti i volumi da lui sottratti alla Biblioteca Reale erano nella sua libreria meravigliosamente tenuti. Lavati con cura, restaurati con grande abilità e spesso ricoperte con legature nuove di gran pregio. Egli li restituì tutti al bibliotecario al quale mostrò anche i procedimenti dei quali si era valso e rese pure le legature antiche che aveva conservato in un ripostiglio , insieme ad una grossa busta dove aveva raccolto tutti i biglietti del tram adoperati per le sue visite alla Biblioteca.


Consegnò i timbri falsi , le nuove segnature già preparate , e mostrò perfino, non senza fierezza ,tre volumi già truccati e che egli avrebbe presto sostituito a tre cimeli della Biblioteca . In fondo la biblioteca non solo non ci ha perso nulla , ma ci ha guadagnato, perché ha riavuto , meravigliosamente riparati , i suoi volumi più preziosi e ha conservato pure quelli meno preziosi , ma tuttavia senza valore che le erano stati dati in sostituzione. Di questo indubbiamente tenne conto il tribunale , il quale non condannò l’ingegnere a nessuna pena , ma ordinò che fosse rinchiuso in una casa di salute , dalla quale poco tempo dopo fu dimesso perché assolutamente inoffensivo. Era proprio il caso se non di decorarlo , almeno di dargli un posto tra il personale della Biblioteca Reale. Ub esatto racconto del fatto è in uno deei giornali del tempo: La Mètropole di Anversa del 3 febbraio 1933.

(Da Aneddoti bibliografici raccolti da Giuseppe Fumagalli , Casa Editrice Bietti, Milano, 1933)

Eremo Via vado di sole, L'Aquila, venerdì 14 maggio 2010

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