martedì 4 maggio 2010

SILLABARI 12 : Dramma

SILLABARI : Dramma

Dieci giorni fa un incidente tecnico su una piattaforma della Britsh Petroleum in gestione alla Transoceanic e Halliburton sul mare prospiciente le coste della Louisiana, Mississippi, Alabama e Florida ha ha provocato la fuoriuscita di greggio in mare . Da dieci giorni il greggio esce ininterrottamente in quella zona di mare. La British Petroleum ha appena avviato un progetto di intervento per tappare la falla alla conduttura. Saranno approntate cupole calate con uno speciale macchinario su ognuna delle tre falle aperte: Impediranno al greggio di disperdersi in acqua e aspireranno il petrolio in superficie. Cupole alte dodici metri del peso di settanta tonnellate. Inizialmente si era parlato di 2-4 settimane per renderle operative ma sembra che in 6-8 giorni almeno due delle tre potranno essere posizionate.
Sul colosso inglese pesa l’ombra di un precedente sinistro : nel 2005 fu protagonista di un altro incidente drammatico, l’esplosione di una sua raffineria in Texas City. Ombra che inficia pesantemente la reputazione della Bp in fatto di sicurezza. Obama reclama risarcimento dei danni e la Bp si è detta pronta a pagare.
La dimensione del disastro odierno è superiore a quello provocato dalla Exxon Valdez, la petroliera arenatasi in Alaska vent’anni fa che costò alla Compagnia proprietaria almeno sette miliardi di dollari se non addirittura dieci per i costi riflessi. Si riversarono allora sulle coste dell’Alaska 250 mila abarili di greggio e l’esborso per il risarcimento fu alto. Rischia di essere altissimo per la British Petroleum. Nell’area geografica dove si sta verificando la fuoriuscita di greggio in mare ci sono interessi commerciali e delle persone molto diversi da quelli dell’area dell’Alaska. L’ndustria della pesca fattura in Louisiana 2,4 miliardi di dollari e il turismo circa 20 miliardi.
Per la Exxon si dovette sborsare circa 200 mila dollari per tonnellate di greggio in mare e alla fine si raggiunsero i dieci miliardi di dollari equivalente e 285 mila dollari per tonnellata di greggio.
Il conto per la British Petroleum sulla base di questi parametri sarà sicuramente più alto anche se parliamo di una società che nel 2009n ha fatturato 327 miliardi di dollari.
Cifre da capogiro. Già oggi tenendo conto di una fuoriuscita indicativa di cinquemila barili al giorno per 200-285 mila dollari la tonnellata di greggio la previsione è di 25-30 miliardi di dollari. Pronti a pagare.
Ma come si potrà pagare il dramma di questo disastro ambientale ?
Ecco il dramma. Le alghe avranno problemi perché il petrolio riduce la penetrazione della luce nell’acqua che è elemento essenziale per la vita delle stesse alghe e di altri organismi acquatici. Gli alligatori alla foce dei fiumi che sono costretti a venire a galla per respirare soffriranno di irritazioni inalando inoltre l’acqua contaminata. La stessa cosa per i delfini che a contattto con il petrolio avranno irritazioni agli occhi, alla gola e all’apparto respiratorio. Gli uccelli per pulirsi il piumaggio e le zampe ingeriranno petrolio che provoca gravi alterazioni agli organi interni. I crostacei, gamberi e granchi moriranno per la tossicità degli idrocarburi ma anche per i solventi utilizzati per la loro dispersione. Colpite anche le uova di pesce che daranno nascite e forme di vita con l’apparato digerente più piccolo o grande.
L’iniziativa di dare fuoco al greggio ha fatto in modo che le scorie precipitassero sui fondali perché più pesanti dell’acqua per rilasciare nel tempo sostanze nocive.
Pronti a pagare questo dramma con l’incoscienza dei ricchi perché purtroppo questa società considera risarcibile la sofferenza degli animali, delle piante, degli ecosistema, della natura in genere risarcibile con la ricchezza dei denari disconoscendo che un’altra è la vera ricchezza : il rispetto e la conservazione di ciò che la natura ha prodotto in migliaia di anni e che non ci appartiene, non ne siamo i padroni al massimo momentaneamente fruitori .

Eremo Via vado di sole, L’Aquila. Martedì 4 maggio 2010

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