sabato 29 maggio 2010

GRAFFITI : REGOLARITA' / VARIETA'

GRAFFITI : REGOLARITA’ / VARIETA’

La natura è regolarità, l’uomo è varietà. Gli animali sono condannati a vivere , gli uomini sono condannati alla storia. L’animale nasce, cresce, si riproduce e muore. L’erba si fa carne latte , sterco e di nuovo carne, latte e sterco. In autunno rinsecchisce, dorme in inverno, a primavera fiorisce. Il cavallo allatta il cavallo, il cane allatta il cane. I topi vivono la loro vita sempre allo stesso modo, addestrati a saltare gli ostacoli; li saltano anche quando elimini l’ostacolo. E’ una questione di sopravvivenza. Solo l’uomo è varietà perché è ogni giorno una cosa diversa, un’eccezione al mondo delle cose e degli animali.
Scrive Giovanna Nuvoletti ( in Arancia blu n. 4 aprile 1991):

“ Nel cuore del cuore della materia , in un minuscolo anfratto raggomitolato al fondo della molecola, all’improvviso un elettrone capriccioso fa un salto casuale, a suo insindacabile arbitrio. La molecola è l’enorme, saggissimo DNA, che dentro di sé contiene la favola che verrà raccontata al mondo: la forma che io prenderò quando sarò nata . E la forma di come saprò rispondere al mondo. Quel salto capriccioso e microscopico - quell’avvento quantico senza causa alcuna – ha un effetto macroscopico : mi renderà un po’ diversa dai miei simili . Questa è la regola della vita : il più improbabile degli eventi , il più insensato produce una mutazione del DNA che potrebbe essere inscritta , che potrebbe avere un senso in un corpo, in un mondo. Riuscire a raccontarsi al mondo.

Gli improbabili eventi si concatenano gli uni agli altri - innescano risposte enormi - si costituiscono in significati evolutivi .(…)
Mutazione, selezione, competizione, evoluzione. “
Il processo sembra essere terminato ma continua Nuvoletti : “ Le sole mutazioni possibili per noi ora - cioè - le sole che possiamo ascoltare, quelle che si inseriscono al nostro livello evolutivo , sono metaforiche. Non iscritte nel DNA , ma nella cultura.

Nell’accorgerci della condizione in cui ci troviamo – noi mutiamo il nostro comportamento . A far questo noi siamo geneticamente determinati : è iscritto nel nostro DNA. A questo serve il nostro cervello. Lo facciamo come individui – lo sapremo fare anche come specie ? In fondo non importerà essere globalmente coscienti , di questa autocoscienza globale. Basta che accada . Basta che una certa quantità di comportamento si modifichi.

Il gioco dell’informazione nel mondo della parola , nel mondo popperiano delle relazioni tra concetti , che leggi offrono alle mutazioni ? L’insorgenza del nuovo è possibile solo a certe condizioni. Non basta che la mutazione sia portatrice di valori adattativi migliori - un’eccessiva pressione selettiva può impedire all’hoperfulmonster di riprodursi , di dispiegare le sue capacità. Forse soltanto eventi catastrofici , creando nuovi spazi, nuove nicchie, hanno permesso nel corso dell’evoluzione l’affermazione del nuovo. . E noi dovremo aspettare una catastrofe.

L’hopelfulmonster continua ad apparire. A volte davvero hoperful , a volte solo monster e si spegne. E’ nostra responsabilità e non solo del caso e della selezione naturale saper leggere ciò che è offerto alla nostra interpretazione. Non sempre il più forte è davvero il più forte , il più compettivo è il più ricco di futuro.
E’ più difficile accorgersi del nuovo che sta crescendo , che pianificare a tavolino soluzioni razionali.

Come dice Edgar Morin “ non si può né programmare né prevedere , ma si può vedere e promuovere. Vedere allora il piccolo mostro di belle speranze (nel processo dell’evoluzione ) , e promuoverlo, dargli passo e ascolto ogni giorno nella nostra vita. . Un gesto, qualche parola, un solo piccolo concetto : imprevedibile prima ma che appena si mostra noi riconosciamo . E’ quello. E’ forse ridicolo, non è alla moda - non ha successo – non è nemmeno facile da capire . Ma è quello che aspettavamo…”

Certo tra regolarità e varietà potrebbe arrivare un piccolo mostro. E’ quello che aspettavamo dandogli nomi sbagliati o non lo aspettavamo proprio affatto ed è capitato così all’improvviso e per caso da lasciarci senza fiato. E’ il conflitto tra regolarità e varietà , è l’accordo tra regolarità e varietà?

Eremo Via vado di sole , L’Aquila sabato 29 maggio 2010

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