martedì 16 agosto 2011

APERTIS VERBIS : Università e bonus


APERTIS VERBIS : Università e bonus

Leggo a pag. 4 del numero del 10 agosto 2011 di Zoom, un settimanale di informazione e affari,

un breve articolo non firmato dal titolo “ Dissidi tra atenei “ che dice : “Il cosiddetto "bonus tasse" scatena una guerra tra atenei. Ancora una volta sul fronte dei contendenti ci sono il rettore dell'università aquilana Fernando Di Orio e la sua collega teramana, Rita Tranquilli Leali. In sostanza, il rettore dell'ateneo di Teramo ha chiesto che, nella proroga del bonus tasse per gli studenti, venga rispettato il criterio di provenienza dei ragazzi. "Comprendo pienamente lo spirito che ha mosso il rinnovo dell'accordo di programma stipulato nel maggio 2009 tra il nostro ministero e l'università dell' Aquila - ha detto la Leali - pur tuttavia, non posso che dolermi per la permanenza della disparità di trattamento che i miei studenti aquilani, a parità di oggettive condizioni, sono costretti a subire se vogliono iscriversi a corsi di studio del mio ateneo, liberamente scegliendo la facoltà maggiormente rispondente alle loro inclinazioni e alle loro prospettive di vita. Pongo una problematica di rispetto e tutela dei ragazzi, e delle loro famiglie, accomunati da un unico dato: la tragicità del terremoto e dei suoi devastanti effetti. Credo che tutti dobbiamo combattere per tale esigenza di giustizia".

Le parole del rettore teramano, che all'inizio sono state male interpretate, hanno suscitato un mare di polemiche: sulla vicenda, oltre a Di Orio, sono intervenuti anche il Pd aquilano e la Cgil. ”

Fin qui dunque l’articolo che riferisce di una questione che è stata affrontata anche da altre testate che hanno riportato appunto non solo le dichiarazioni di Di Orio , del Pd e della Cgil a cui rimando.

L’articolo mi serve per tentare di far presente che probabilmente sulla questione università in generale e la questione università-L’Aquila andrebbe riflettuto in modo più compiuto in ordine proprio al progetto della formazione , della ricerca , della attività professionale legata appunto alle prospettive di vita “professionale” in questo nostro paese. Una riflessione su come siano nate in Abruzzo le università, quali livelli di formazione garantiscano per l’inserimento nel mondo del lavoro.

E quindi sul ruolo e i compiti dell’Università all’Aquila dopo il terremoto non potendo tacere che l’università è una delle componenti vitali di questa città e come tale motore di una rinascita alla pari della Curia, dei costruttori, degli ordini degli ingegneri , dei commercianti , dell’apparato pubblico amministrativo in cui è preponderante l’organizzazione giudiziaria, i politici negli enti locali.

A nessuna di queste componenti , di fronte ad una ricostruzione che non parte o che in modo distorto si trascina e si trascinerà non so per quanti anni, potranno essere fatti sconti perché tutte ugualmente coinvolte e tutte ugualmente responsabili di fronte all’impotente cittadino che non riesce a riavere la sua città.

Non è mia intenzione estendere qui l’analisi ad una situazione che comporta ben altri livelli di riflessione. Voglio solo introdurre alcuni elementi appunto di riflessione sul bonus tasse università di L’aquila con la piena avvertenza che in siffatta analisi meno spontaneismo, più pacatezza, competenza e meno interesse di parte potrebbero giovare a soluzioni proficue.

Quindi. L’iscrizione gratuita ai corsi che ha l’obiettivo di mantenere il numero degli iscritti ad un certo livello che è obiettivo comprensibile per una università che ha visto e vissuto dalla sera alla mattina uno sconquasso ,potrebbe rivelarsi a sua volta un altro sconquasso a causa del fatto che il tempo che passa invano ( si guardi lo stato attuale a distanza di ventotto mesi dal sisma ) non riesce a restituire agli studenti una università in una città. In cui appunto studiare e vivere.

La situazione della città determina una carenza di spazi per le attività dell’università e una carenza di alloggi. Queste due cose assieme stanno evidenziando un costo che è difficile sostenere a lungo. La situazione di una università in cui è difficile studiare a causa di spazi mancanti, di trasporti inefficienti , di polemiche nell’esercizio del diritto allo studio, di contrapposizioni tra cittadini e studenti (caso alloggi alla caserma Campo Mizi ) difficoltà nella realizzazione di nuove sedi ( lavori sospesi al complesso del S. Salvatore ; lavori non ancora iniziati al complesso “L. Ferrari “ prevedendo in questo caso la restituzione degli immobili alla giustizia minorile entro il 31.12 2011 per riaprirvi un carcere minorile ) non trova forse nel bonus tasse un volano di rilancio sicuro.

Perché in siffatta situazione il numero degli iscritti forse non è un indice di valutazione. Piuttosto il tutto va valutato con l’indice di frequenza che determina forse anche l’indice di qualità dell’attività didattica. Questi due indici diventano forse essenziali per attestare la solidità di una istituzione (nelle condizioni date, si badi bene nelle “ condizioni date “) l’Università dell’Aquila che fin dalle prime ore dopo il terremoto si è detta essenziale alla città e alla sua rinascita tanto da determinare un binomio , in senso positivo vogliamo credere , Università-città di L’Aquila.

Ora il fatto di esimere dal pagamento delle tasse gli iscritti ancora per il prossimo triennio, mentre da una parte tende all’obiettivo di conservare un indice di valutazione ( non è che succede come per i biglietti del teatro per i quali più se ne dimostra di averne “staccati” e più sovvenzioni si ricevono indipendentemente da quello che si rappresenta sul palcoscenico ) ,dall’altra potrebbe determinare alcune situazioni incresciose.

L’invogliare i giovani a scegliere una facoltà perché in quella università si risparmiano le tasse potrebbe far registrare nel tempo abbandoni e fuori tempo nel conseguire l’attestato finale .Da una parte. Dall’altra , potrebbe determinare un pendolarismo non per la frequenza ma solo per sostenere gli esami. Perchè è difficile vivere a L’Aquila. Anzi spesso ,se non si hanno risorse economiche tali da parte. degli studenti e delle loro famiglie, per sostenere l’oneroso costo degli affitti, se non si è automuniti per gli spostamenti e via dicendo.

Ora non far pagare le tasse sembra essere una penalizzazione per chi non ha queste risorse invogliandolo a scegliere una sede che poi non può frequentare sia come università che come città. Al più potrà limitarsi ad avere qualche contatto con gli insegnanti e a sostenere gli esami come “fuori sede “. Forse non è una penalizzazione immediata ma a lungo andare potrebbe verificarsi quanto ho sopra accennato. Forse mi sbaglio, sicuramente mi sbaglio e vorrei tanto sbagliarmi ma riflettere su questa situazione è quasi un dovere ma non solo per un semplice scribacchino come me ma per l’intera città. Se non ora quando ? che bella frase retorica ad effetto. Scusate mi è scappata pensando che questa agevolazione del bonus potrebbe essere pagata nel tempo a caro prezzo dallo studente che sceglie L’aquila, “una L’Aquila,senza L’Aquila.” Per non parlare della stessa università contando tutti quelli che studenti non sono e che non lo saranno mai e che si sono iscritti , non dovendo pagare le tasse “ per dare una mano “

Eremo Via vado di sole , L'Aquila, martedì 16 agosto 2011

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