domenica 12 febbraio 2012

BLOGOSFERA : Minori e web

BLOGOSFERA  :  Minori e web
Antonio Brighenti ha 49 anni e due figli adolescenti: «La raccomandazione che faccio loro più di frequente quando escono di casa? Casco in testa e se fate tardi telefonate». Scusi, e quanto a Internet? «Beh, cosa devo raccomandare? Di non starci troppo, forse».

La strada virtuale fa meno paura di quella reale. Almeno ai genitori italiani. Illusi, analfabeti digitali o solo meno apprensivi rispetto agli altri europei? Otto su dieci (e qualcosa di più, l’82% rispetto a una media comunitaria di circa il 70%) lo hanno dichiarato ai ricercatori del progetto Eu Kids Online .
    «È altamente improbabile che mio figlio possa imbattersi in una situazione spiacevole su Internet».

L’indagine, finanziata dall’Unione europea e coordinata dalla London School of Economics and Political Science, ha fotografato il rapporto con Internet di oltre 25 mila ragazzi (e loro genitori) di 25 Paesi Ue. Abitudini e rischi presentati ieri per il Safer Internet Day: dalla pornografia al bullismo, dal sexting (l’invio di messaggi a sfondo sessuale) agli incontri con persone conosciute online. Sei ragazzi italiani su dieci, tra i 9 e i 16 anni, navigano tutti i giorni in Internet o quasi. Per fare i compiti (85%), giocare (83), guardare video (76) o «parlare» con gli amici (62): il 57% ha un profilo su un social network. E navigare è spesso un’esperienza privata: il 62% (media Ue del 49) lo fa nella propria camera.

Giovanna Mascheroni, referente italiana del progetto Eu Kids Online e ricercatrice dell’Università Cattolica, spiega: «Il 63% dei genitori si autopromuove sostenendo di suggerire ai ragazzi come comportarsi su Internet, parlando di quello che può turbarli (56%) o li ha turbati (26%)». Il 70% ha fiducia nelle capacità di autodifesa dei propri ragazzi anche se il 39% di loro ignora però ogni consiglio. «Ma quello che più ci allontana dal resto d’Europa è proprio la convinzione che su Internet non possa capitare nulla di male. Non solo: molti genitori sovrastimano i rischi legati alla pornografia e ne ignorano altri come il bullismo online (sconosciuto all’81%), giudicato esperienza molto dolorosa dai due terzi dei ragazzi».

Il direttore generale di Save the Children Italia, Valerio Neri, pone l’accento sulla scarsa alfabetizzazione dei genitori e sui numeri degli adescamenti online: «Se solo sapessero… Dalla ricerca Eu Kids Online emerge che il 4% dei nostri ragazzi (9% la media Ue) incontra persone conosciute online. I nostri dati Ipsos parlano di un 14%: anche se solo la verità sta nel mezzo, sono tantissimi. I genitori devono parlare di più ma anche il governo deve inserire nell’agenda digitale percorsi di tutela».

Negli Usa sono stati inseriti filtri antiporno nelle scuole e biblioteche. Nel Regno Unito David Cameron ha proposto un filtraggio preventivo, quando si sottoscrive dell’abbonamento ad Internet. «In Italia sistemi di controllo parentale esistono da anni ma non c’è una grande cultura in questo senso, soprattutto per i social network», afferma Antonio Apruzzese, direttore della polizia postale.

«Anche perché in Italia bisogna fare attenzione a non ridurre l’accesso a Internet — aggiunge Giovanna Mascheroni —: i nostri ragazzi hanno meno competenze rispetto ai coetanei europei: solo i giovani turchi sono meno alfabetizzati». Contro l’«incompetenza» anche dei genitori punta il dito Gianni Nicolì, pedagogista e responsabile scuola e università dell’Age (Associazione italiana genitori): «Vent’anni fa abbiamo iniziato con i primi corsi per genitori e figli, poi abbiamo stretto accordi con le aziende per ottenere dei filtri dinamici per la navigazione differenziata: per conoscere i rischi i genitori devono conoscere Internet».

Aggiunge lo psicoterapeuta Gustavo Pietropolli Charmet: «I genitori sono convinti che i loro ragazzi sanno fare meglio di loro sulla Rete ma la loro tranquillità nasce anche dal modello educativo che punta tutto sulla socializzazione precoce: hanno bisogno di credere che i loro figli sanno cavarsela.

Fonte :  Alessandra Mangiarotti Adolescenti in rete. Per otto genitori su dieci non corrono pericoli
Il Corriere .it 8.02.2012


Operano in questo settore  : Safer Internet Day  che  nasce un’alleanza tra 50 associazioni, aziende, istituzioni per garantire  un uso sicuro di internet da parte dei minori in Italia. Alla presenza del Presidente della Camera Fini, presentata l’agenda strategica del comitato “Giovani on line”, coordinato da Save the Children e Adiconsum.

La Giornata  2012 dedicata al tema del rapporto tra le generazioni. Secondo una nuova ricerca è forte l’attenzione di molti genitori - con il 63% che suggerisce ai figli come comportarsi online - ma il 39% dei ragazzi rivela di non tenere conto dei loro consigli quando naviga su internet. Inoltre il 13% di padri e madri italiani - non dialoga per niente con i figli rispetto a ciò che fanno in rete.
Il messaggio della Giornata diffuso attraverso uno spot e con il coinvolgimento diretto di oltre 1.200 scuole in tutta Italia

Insieme. Più connessi. Più sicuri. E’ questo lo slogan della giornata sulla sicurezza on line - il Safer Internet Day - che si celebra oggi in tutta Europa e che pone l’accento sulla comunicazione tra le  generazioni.
Nonostante via sia una forte sensibilità  dei genitori rispetto alle problematiche legate all’utilizzo di internet da parte dei figli, tuttavia restano molte zone d’ombra e una comunicazione fra generazioni che spesso non funziona come dovrebbe.

La ricerca EU Kids Online Questo report presenta i risultati di una ricerca innovativa e unica nel suo genere, disegnata e condotta dalla rete EU Kids Online network nel rispetto di standard rigorosi. Il progetto è stato finanziato dal Safer Internet Programme della Commissione Europea con l’obiettivo di fornire una solida base di dati empirici alle istituzioni che promuovono la sicurezza online.
A partire da un campionamento casuale stratificato, 25,142 di età compresa tra i 9 e i 16
anni, fruitori di internet, e altrettanti genitori (uno per ragazzo), sono stati intervistati tra la primavera e l’estate del 2010 in 25 paesi europei.
L’indagine ha esplorato i principali rischi di internet: pornografia, bullismo, ricezione di
messaggi a sfondo sessuale, incontri sia virtuali che faccia a faccia con persone conosciute online,
diffusione e fruizione di UGC (User Generated Content) potenzialmente dannosi, uso improprio di
dati personali.
In questo rapporto, il termine “ragazzi” si riferisce a bambini e adolescenti di età compresa tra i 9 e i 16 anni che utilizzano internet e che risiedono nei 25 paesi europei coinvolti nella
ricerca. Con “utilizzo della rete” intendiamo l’accesso a internet in qualsiasi contesto e da
qualsiasi tipo di piattaforma.

Eremo Via vado di sole, L’Aquila, mercoledì 8 febbraio 2012

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