mercoledì 1 febbraio 2012

OCCHIO DI GIUDA : Minori ed ergastolo

OCCHIO DI GIUDA  : Minori ed ergastolo

Usa, 2.500 minorenni condannati all'ergastolo.Gli Usa sono l’unico paese al mondo a imporre il carcere a vita nei confronti di minorenni al momento del reato, una condanna che in alcuni casi è inflitta senza tenere in considerazione circostanze attenuanti
Duemilacinquecento cittadini degli Stati Uniti sanno, con decenni di anticipo, dove moriranno. In carcere.
Sono, secondo un rapporto diffuso nel novembre 2011  da Amnesty International, i minorenni all'epoca del reato che stanno scontando una condanna all'ergastolo senza possibilità di scarcerazione. In altre parole, non hanno l'età per votare, per acquistare bevande alcooliche né un biglietto per la lotteria, non possono dare il consenso sulla maggior parte delle cure mediche, ma possono essere condannati a morire in carcere.

Christi Cheramie ha 33 anni e sta scontando l'ergastolo in Louisiana. Ha trascorso più di metà della sua vita in una cella, con la prospettiva di passarci gli anni a venire. È stata condannata nel 1994, quando aveva 16 anni, per omicidio di secondo grado; la vittima era la prozia del suo fidanzato.

L’8 dicembre 2011  ha chiesto  un atto di clemenza alla commissione statale che decide sulle richieste di grazia.

È l'unico rimedio a sua disposizione, per il momento. Poco prima di essere processata da un tribunale per adulti, ammise la sua colpevolezza convinta di evitare, in questo modo, la richiesta di condanna a morte. Così facendo, ha però compromesso le possibilità di ricorrere direttamente in appello contro il verdetto e contro la condanna.

Christi è andata a processo senza comparire prima di fronte a un giudice. Lì, forse, avrebbero potuto emergere alcune vicende della sua infanzia che una giuria decente avrebbe potuto considerare circostanze attenuanti: come i continui abusi sessuali subiti da piccola o i due tentativi di suicidio che a 13 anni la fecero finire in un ospedale psichiatrico.

Christi sostiene che a commettere l'omicidio sia stato il fidanzato, di cui era succube. Uno psichiatra che la esaminò prima del processo la definì "depressa, dipendente e insicura, timorosa di mettersi contro" il suo ragazzo.

Con ogni probabilità, non tutti i casi dei 2500 condannati all'ergastolo senza possibilità di scarcerazione per reati commessi quando avevano meno di 18 anni, sono così sconvolgenti come quello di Christi. Non si tratta di scusare crimini o di dimenticare la sofferenza che hanno provocato.

Si tratta, invece, di sottolineare alcune caratteristiche del sistema giudiziario statunitense.

Gli Usa sono l'unico paese al mondo a imporre una condanna del genere nei confronti di minorenni al momento del reato, una condanna che in alcuni casi può essere inflitta automaticamente, senza tenere in considerazione circostanze attenuanti, come un passato di traumi e di abusi, il livello di coinvolgimento nel reato, le condizioni di salute mentale o la propensione alla riabilitazione.

La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia, entrata in vigore oltre due decenni fa, vieta espressamente di mettere a morte persone che avevano di 18 anni al momento del reato. È quel trattato internazionale che invochiamo, ogni volta che raccontiamo e denunciamo l'esecuzione di un minorenne in Iran.

Quella stessa Convenzione proibisce espressamente l'imposizione della condanna all'ergastolo senza possibilità di rilascio per i reati, per quanto gravi, commessi da persone di età inferiore a 18 anni. Tutti i paesi del mondo, a parte gli Usa e la Somalia, l'hanno ratificata.

Nel maggio 2010, la Corte suprema degli Usa ha stabilito che l'ergastolo senza possibilità di rilascio sulla parola è "una pena particolarmente severa nei confronti di un minorenne" dato che questi sconterà in media più anni in carcere e passerà la maggior parte della sua vita in prigione, rispetto a un criminale adulto. "Una persona di 16 anni e una persona di 75 anni, condannati all'ergastolo senza possibilità di rilascio sulla parola, ricevono la stessa pena solo sulla carta" - ha detto la Corte, vietando questo genere di condanna per i reati che non solo collegati a un omicidio.

Meno di un mese fa, la Corte ha accettato di pronunciarsi sull'estensione di questo divieto anche ai reati collegati a un omicidio. La decisione è attesa non prima della metà del 2012.

Nel frattempo, l'ergastolana Christi Cheramie ha ottenuto un diploma equivalente a quello di scuola media e una laurea in Scienze agrarie, materia che ora insegna nelle classi attivate all'interno del penitenziario.

Come ha detto una guardia carceraria che la conosce bene, Christi "merita una seconda possibilità".

Siete d'accordo?

Dal blog "Le persone e la dignità", di Amnesty International e Corriere della Sera di Riccardo Noury - 8 Dicembre 2011


Eremo Via vado di sole, L'Aquila,mercoled' 1 febbraio 2012

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