lunedì 8 febbraio 2010

DIARIO DI UN TERREMOTO -Diario per certi versi in prosa e per certi versi in poesia-

DIARIO DI UN TERREMOTO 1
-Diario per certi versi in prosa e per certi versi in poesia-

Questo diario è nato nei mesi successivi al 6 aprile 2009 ,data del terremoto ,durante il soggiorno nelle tende allestite dalla Protezione civile delle Marche,grazie alla richiesta della Dott. Paola Durastante, Direttrice del Centro Giustizia Minorile, all’interno del complesso “L. Ferrari” dove è ubicato l’Istituto Penale Minorenni..
Il Diario si compone di due parti. La prima in prosa racconta i fatti durante e immediatamente dopo il terremoto .La seconda con elaborati in forma di versi (lasciamo stare la poesia !?) inizia il racconto il 2 giugno 2009 e termina il 2 ottobre dello stesso anno.
I fatti che si raccontano nei versi sono quelli della quotidianità di una piccola comunità composta da quattro famiglie, due cani, qualche gatto stanziale e qualcun altro di passaggio e da ospiti quotidiani e casuali..
Persone che immediatamente dopo il terremoto hanno ripreso a vivere , tra mille difficoltà continuando a lavorare, a gestire la sussistenza per la vita quotidiana a fare tutto quello che era possibile di positivo date le condizioni.
L’esperienza in tenda per alcuni di loro è terminata ai primi di settembre, per altri qualche settimana dopo, quando tutti hanno fortunatamente trovato un’altra dimora , seppure provvisoria . I versi vengono offerti alla lettura dopo alcuni mesi dal termine di quell’esperienza e sono un documento antropologico di vita vissuta.
Per una migliore lettura le composizioni quotidiane vengono pubblicate a piccoli gruppi sia sul profilo di Facebook sia sul blog all’indirzzo di google : http.//osservatoriodiconfine.blogspot.com/ che contiene anche altri post.
Il diario in prosa ha bisogno di essere riordinato e sarà offerto alla lettura tra qualche tempo.Si ringrazia quanti vorranno leggere questa esperienza per la loro sicura benevolenza e attenzione..(valter marcone )




Era la notte prima che arrivasse il terremoto
e stavamo attorno al tavolo spauriti
afflitti, congelati e confusi
e i nostri occhi erano un calendario vuoto.


Avevamo attorno valigie, buste
di plastica, bottiglie d’acqua,automobili
pronte a partire,immagini sacre alle pareti
del tipo Gesù proteggi questa casa .

E’ arrivato il terremoto
sono cadute cornici, statuette
e tutto quello che era made in china.
Appesi alla cucina non sono
rimasti più mestoli e cucchiaioni
dagli sportelli degli armadi aperti
sono caduti cuscini coperte e lenzuola.

Cattive notizie da parete a parete
si sono sussurrate all’istante
e in onda alla radio abbiamo ascoltato
il terremoto ci aveva rubato un’altra nottata.

Arrivano i soccorritori, qualcuno
sembrava armato di bombe a mano
con l’alito pesante da buttare
giù le ultime case
e ci informa a noi e a tutti i sacchetti
vuoti della spesa
di nostra proprietà piegati in ordine
nei cassetti della cucina che è pronta una tenda
due tende, cento tende, mille tende
una tenda che è cucina ma anche soggiorno
stanza da letto e armadio
della biancheria una tenda però senza cesso.
e quindi bisognava portarsi l’orinale sempre appresso.

E allora siamo per strada
e ci saremo
trecentosessantacinque giorni l’anno,
diventerà il nostro prossimo recapito
perché i domicili hanno sofferto
un attacco di cuore
e il cuore della città è infartuato.

Dunque questo è il terremoto
dunque questo è il terremoto
quando ti svegli al mattino
per lavarti i denti
con il dentifricio più in voga
offerto dalla protezione civile.

Dunque questo è il terremoto
quando abbiamo seguito la scritta
benvenuti al campo di centi coltella
e ci hanno dato i numeri
per andare a dormire nel pallone
e se non era per Grazia che faceva
casino alle undici di sera con quelli
della protezione civile
i letti erano occupati da quelli
senza i numeretti e noi
dormivamo in macchina con il cane.

Dunque questo è il terremoto
un concorso di bellezza
per eleggere la prima miss metropolitana
terremotata nella sala da ballo
per i terremotati a L’Aquilone,
L’Aquilò in aquilano.

Dunque questo è il terremoto
inquilini delle tende dalla mente
accecata che pregano d’imbroccare
i numero giusti della lotteria
per traslocare in una casa e risvegliarsi
con un nuovo certificato di nascita.

Dunque questo è il terremoto
più numerosi delle drogherie in città
sono diventati i cessi chimici
pardon i bagni chimici
senza scritte al neon ma ammiccanti
al bisogno : “ Clienti cercansi
esperienza non indispensabile.”

Dunque questo è il terremoto
una tenda qui
una tenda e solo tende ovunque guardi
questa è diventata Piazza d’Armi,
riempie l’aria appestata nel campo,
non più inquinata, ogni sorta d’umanità
dissenterici,prostitute, magnaccia,
drogati, alcolizzati, suicidi,brava gente
e frati cappuccini, ma tutti ancora
solo apprendisti terremotati.

Dunque questo è il terremoto
non ci sono più grassi proprietari di negozi
da ordinati quartieri di lusso
puliti e con video citofono
capaci di imparare l’inglese dalle cassette
della de agostini in sei settimane
di ingrassare di quattro chili in un mese
e di andare in palestra tutte le sere
per smaltire i quattro chili ;
non ci sono più
e non scrivono più lettere d’amore
ai loro registratori di cassa.

Dunque questo è il terremoto
smarrire la definizione di orgoglio
stare zitti per un letto d’albergo
o una crociera
avere la sfortuna dalla nostra
vivere dove si aggirano topi e scarafaggi
io ho una gatta brava ad acchiapparli
e sono esente e cerco di vivere
avere una casa che non è più
“assolutamente” casa nostra.

Questo dunque è il terremoto
un clima che produce le nostre facce:
nere se piove , bianche se c’è il sole.

Questo è dunque il terremoto
confermare ancora fedeltà
alle bollette, ai mutui
alle finanziarie. Perché così
va a finire per rifarti una casa.

E dunque il terremoto poteva
essere un’altra cosa ?


(Liberamente ispirato da “Scarafaggi metropolitani e altre poesie “ del mio caro Pedro Pietri)

Le foto sono di Ida Rossi

Dalla tenda n.2 del complesso "L. Ferrari " Via Acquasanta l'Aquila 2 giugno 2009

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