giovedì 4 febbraio 2010

SILLABARI 3 BATTESIMO

Baptizáto Dómino, apérti sunt cæli, et sicut colúmba super eum Spíritus mansit, et vox Patris intónuit: Hic est Fílius meus diléctus, in quo mihi bene camplacui.




Dopo il battesimo di Gesù si aprirono i cieli,
e come colomba
lo Spirito di Dio si fermò su di lui ,
e la voce del Padre disse:
«Questo è il Figlio mio prediletto,
nel quale mi sono compiaciuto».(Matteo 3,16-17)




Tutti e quattro gli evangelisti riferiscono del battesimo di Gesù al Giordano da parte di Giovanni:

MARCO :”In quei giorni Gesù venne da Nazareth di Galilea e fu battezzatio nel Giordano da Giovanni.E uscendo dall’acqua vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di clui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo -Tu sei il figlio mio prediletto ,in te mi sono compiaciuto-. “( 1,9-11)

LUCA : “ In quel tempo ,poiché il popoloo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni ,si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo,Giovanni rispose a tutti dicendo:- Io vi battezzo don acqua; ma viene colui che è più forte di me , a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco- .
Ed ecco mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù,ricevuto anche lui il battesimo ,stava in preghiera,il cielo si prì e discese sopra di Lui lo Spirito Santo. In forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo :- Tu sei il figlio mio ,l’amato; in te ho posto il mio compiacimento.” ( 3,15-16,21-22)


GIOVANNI :”Il giorno dopo Giovanni vedendo Gesù venire verso lui disse: – Ecco l’agnello di Dio,ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui del quale io dissi : Dopo di me viene un uomo che mi è passato davanti ,perché era prima di me. Io non lo conoscevo , ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele. Giovanni rese testimonianza dicendo :- Ho visto lo spirito scendere come una colomba e posarsi sopra di lui. Io non lo conoscevo ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto:- L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio”(1,29-34)

MATTEO :”In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui . Giovanni però voleva impedirglielo dicendo : - Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me ? - . Ma Gesù gli disse : - Lascia fare per ora ,perché conviene che così adempiamo ogni giustizia. Allora Giovanni acconsentì. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua : ed ecco si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dal cielo che disse : - Questi è il figlio mio prediletto ,nel quale mi sono compiaciuto.-“ ( 3,13-16)


Una voce dal cielo
Una voce dal cielo dunque :” Tu sei il figlio mio, l’amato.” Confermata e rafforzata da Paolo :” Ma quando apparvero la bontà di Dio ,salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini ,egli ci ha salvati ,non per opere giuste da noi compiute ,ma per la sua misericordia ,con un’acqua che rigenera e rinnova nello spirito Santo che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro ,affinché giustificati per la sua grazia,diventassimo ,nella speranza eredi della vita eterna.” ( Lettera a Tito 3,4-7)
La voce dal cielo chiede ai discepoli di ascoltarlo perché seguendo la sua parola essi avranno pace vera nella vita liberi dal peccato e dalla morte.
Ma il vero trattato teologico sul battesimo di Cristo è il dipinto di Piero della Francesca

Ecco il Battesimo di Cristo dipinto da Piero della Francesca. In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E. uscendo dall’acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito Santo discendere su di lui come una colomba (Mc 1, 9-10).
Si apre un tempo nuovo, il tempo è compiuto (Mc 1, 15): non tanto il tempo del chronos, quello che vede solo la successione del fare degli uomini, ma il tempo di Dio, il kairos, il tempo pregno dell’azione di Dio, della vicinanza del regno di Dio.
Cristo appare simile all’albero vicino. Una somiglianza che ricorda i versi del salmo dove si fa riferimento a un tempo compiuto: sarà come albero piantato lungo corsi d’acqua /che darà frutto a suo tempo / e le sue foglie non cadranno mai / riusciranno tutte le sue opere (Sal 1, 3).
A fianco ci sono tre angeli: è scritto infatti che gli angeli lo servivano (Mc 1, 13). Nel dipinto i tre appaiono simili (nei gesti, nel volgere la schiena, nelle mani che si annodano) alle tre grazie. Ficino, che apparteneva allo stesso ambiente culturale di Piero, vedeva nell’intrecciarsi delle tre grazie un’immagine che riassumeva il ritmo dialettico dell’universo neoplatonico. E’ come se nel dipinto del battesimo il tempo antico e pagano si rapportasse e servisse il tempo avvenuto con Cristo. Un rapporto non conflittuale, ma armonico. Ho provato, infatti, per curiosità a calcolare la sezione aurea sul lato orizzontale del dipinto: cade perfettamente non tanto sull’albero, come qualcuno ha scritto, ma su quel lembo della veste che spunta a destra dell’albero. Lo spazio delle tre grazie è in rapporto armonico allo spazio dato dal battesimo di Gesù. Il kairos di Cristo porta a compimento anche il tempo antico e pagano.
Le tre grazie, vestigia della Trinità secondo S.Agostino (“Tria in Charitate, velut vestigium Trinitatis”, De Trinitate VIII, X, 14), delineano con gli sguardi un movimento triadico: uno degli angeli guarda in avanti, andando dritto negli occhi di chi guarda il quadro; un’altro guarda Gesù; il terzo guarda le persone che si muovono in fondo alla scena.
Non è facile decriptare il significato di quelle persone che si stagliano in lontananza. Una di queste indica il cielo, ma nessuna si volge all’evento che sta avvenendo. Che poi il gesto dell’indicare sarebbe proprio del Battista, è lui che indica il figlio di Dio, e non guardando al cielo ma presentando un uomo in carne ed ossa.

Certo è che quel tale vestito alla orientale che indica il cielo ha il proprio gesto come bloccato dal tale che si sta spogliando per essere battezzato, che delinea col corpo come una nuova volta del cielo o un arco trionfale che apre al tempo che si è compiuto.
Il Battesimo di Cristo fu una delle prime opere di Piero (alcuni studiosi suggeriscono come datazione gli anni fra il 1440-1445, ma l'opera è probabilmente più tarda e la si dovrebbe collocare attorno al 1452) e, se raffrontata alle opere contemporanee (quelle dell'Angelico ad esempio, (Figura 2) o quelle del Veronese, maestro dello stesso Piero), risulta essere di una modernità straordinaria. La religiosità dell'evento traspare dall'intensità della luce e dalla bellezza armonica della composizione. Né Cristo, né il Battista, né gli angeli hanno aureole e la colomba dello Spirito Santo si distingue appena dalle nuvole che attraversano il cielo. Nell'esecuzione certamente egli si confrontò con la scena del Battesimo dipinta dall'Angelico (artista che Piero doveva aver conosciuto e frequentato a Firenze alla scuola del Veronese), lo si deduce dalla medesima posizione del Cristo, ma le due opere (entrambe di grande pregio) si differenziano molto.

Piero invita l'osservatore ad andare a Dio attraverso l'umanità di Cristo. Tutto, nel dipinto, è estremamente umano e incarnato, eppure tutto è etereo e limpidissimo, di una bellezza che riporta alla creazione originaria. Il Giordano è raffigurato come uno dei torrenti umbri, così come umbra, e per nulla ispirata alla Palestina, è la vegetazione che lo attornia. Alla destra del Cristo, sullo sfondo, si intravede un piccolo centro abitato, è Borgo San Sepolcro cittadina dell'autore e cornice geografica della chiesa a cui era destinato il dipinto. Questo paesaggio, così noto al pittore e ai suoi contemporanei, è immerso in un aria diversa: in un'atmosfera carica di mistero e di bellezza.
L'incarnazione del resto è la restaurazione di tutte le cose in Cristo e chi aderisce a lui per mezzo della fede, entra nelle acque salutari del suo battesimo e riemerge rinnovato. Pier della Francesca celebra qui la tersa bellezza di un mondo rinnovato dalla grazia.


Il mistero di Cristo attraverso la Scrittura


Questo dipinto è una intensa meditazione del mistero di Cristo attraverso la Scrittura. L'evento del Battesimo è letto alla luce degli oracoli profetici: lo Spirito del Signore scende sul Messia (Is 61,1); i monti e i colli si sono appianati e le valli colmate (Is 40, 3-5), lasciando il posto a un paesaggio dolce e primaverile, con teneri germogli che spuntano qua e là. L'intera natura partecipa alla nuova alleanza: Dio risponde all'uomo, scendendo dal cielo e il cielo - riflesso nelle acque del ruscello - risponde alla terra, come canta Osea (2, 23-24).
Contrariamente all'iconografia classica, che dipinge il Cristo immerso nel Giordano, Piero lo raffigura all'asciutto: le acque del Giordano, infatti, si ritirano dinanzi al passaggio del Signore, così come si ritrassero nei giorni antichi, al passaggio di Giosuè a capo del popolo (Secondo un antica tradizione fu grazie alla preghiera del Battista che le acque del Giordano si ritrassero davanti al Salvatore). Pace e concordia, rappresentata da due dei tre angeli, si abbracciano e l'uomo (in secondo piano sulle rive del ruscello) sciolto dal peccato che lo teneva ricurvo, si riveste del Signore Gesù Cristo.
L'arte si rivela così un mezzo prezioso per la preghiera e la meditazione dei semplici, aiutandoli a conoscere e a penetrare i misteri della Parola. Già San Gregorio Magno affermava: ciò che lo scritto ottiene a chi legge, la pittura fornisce agli analfabeti che la guardano; ed è necessario che tutti possano giungere alla conoscenza delle Scritture poiché, come attesta san Gerolamo: "ignoranza delle scritture è ignoranza di Cristo" e dunque conosce veramente Cristo, il suo mistero, solo chi penetra e conosce la sua Parola.
Il Battesimo di Cristo di Piero della Francesca, (Figura 1) rimase fino al 1859 nella sua sede originaria: la Cattedrale di Borgo San Sepolcro (Umbria), paese natale di Piero. Fu venduta in quell'anno a un antiquario inglese ed approdò poi, nel 1861 alla National Gallery di Londra, ove risiede tuttora. Tale vendita (sia pure per la somma, considerevole a quei tempi, di 23.000 lire) testimonia la scarsa considerazione che veniva riservata all'opera di questo geniale artista umbro.

Vangelo secondo Matteo di Pasolini

E una curiosità:Pasolini nel suo Vangelo secondo Matteo adotta dei riferimenti pittorici.Infatti
nei molteplici primissimi piani immobili si può osservare un riferimento ai ritratti di trequarti tipici del tardo Quattrocento (Masaccio, ma anche Carpaccio); per quanto riguarda i farisei e gli scribi, già per le loro vesti sono simili alle figure degli affreschi di Piero della Francesca. Pasolini ha rappresentato Maria incinta appunto come nella figurazione della Madonna del Parto di Piero della Francesca: un volto semplice con le palpebre semichiuse, la ripresa frontale, e un arco sullo sfondo. Un’altra scena ispirata a Piero della Francesca è quella nella quale è ripreso Il battesimo di Cristo. Al posto dei tre angeli di Piero della Francesca vengono posti, sulla sinistra, tre giovani di campagna. Altri elementi che suggeriscono espliciti richiami a Piero della Francesca sono costituiti inoltre dalla ripresa dei farisei, vestiti tutti in modo uguale, dalla carrellata nel baratro roccioso, dal lungo primo piano del volto di Gesù.

Testi tratti e pubblicati da La sacra Bibbia Edizione CEI Roma 1974 e da Cultura Cattolica.it Monache dell’Adorazione Eucaristica e del visibile .wordpress.com/ e da bce


Eremo di Via Vado di Sole L’Aquila, giovedì 28 Gennaio 2010

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